La domanda, rivolta a Nuccio Caffo, appena riconfermato alla presidenza del Consorzio Nazionale Grappa (CNG), e quindi detentore dei destini della nostra acquavite di bandiera, ha avuto la seguente risposta:
“Una volta ottenuto il riconoscimento ufficiale, sarà nostra cura coinvolgere sempre di più i produttori, per puntare a un rilancio dei consumi della Grappa in Italia e alla sua affermazione sui mercati esteri. Ma servirà la collaborazione di tutti per raggiungere questi obiettivi, che comportano uno sforzo notevole per il settore, sia in termini di impegno fisico, sia economico.”
“Il fatto che il nuovo Cda sia composto da ben 11 membri, fa trasparire l’entusiasmo che è rinato nel nostro settore e che spero si tradurrà a breve in risultati positivi. I produttori che amano la Grappa e credono nel futuro della nostra acquavite di bandiera, non possono stare fuori dal Cng, ma devono rimboccarsi le maniche e lavorare per dargli un futuro. La guerra dei dazi che ci aspetta nel prossimo futuro, a maggior ragione deve portarci a un rinnovato impegno per rilanciare i consumi interni.”
“Per quanto riguarda la grappa, i volumi che si vendono negli USA sono molto piccoli anche se in crescita. Sicuramente il danno c’è, ma riguarda soprattutto i liquori, visto che i volumi di export sono maggiori rispetto a quelli della grappa. Lo stesso vale per il cognac francese e il whisky scozzese. Il rischio è semmai che le multinazionali si ritirino dall’Europa. Il pensiero va a Diageo, che appena qualche mese fa ha annunciato la chiusura, entro la metà del 2026, dello stabilimento di Santa Vittoria d’Alba (CN), con il conseguente licenziamento di circa 350 dipendenti.“
“Per piccole e medie realtà come quelle del settore distillatorio italiano non cambierà molto, si tratterà di un ribaltamento di prezzo sul consumatore americano, dato che grappa o amari italiani sono difficilmente sostituibili con altri prodotti. Penso che l’obiettivo sia quello di colpire soprattutto il whisky a vantaggio di quello americano ed i vini, per spingere il consumo di quelli della California.”
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