L’Umbria che fino a poco tempo fa non ci si sarebbe aspettati: una regione in movimento, che recupera varietà autoctone e percorre strade diverse, per stili e scelte produttive. È una regione da guardare con interesse e non solo nelle espressioni d’eccellenza.
Dopo un passato piegato sullo schema vincente delle uve internazionali, su modelli enologici “altri” e su una produzione omologata, il presente dell’Umbria è molto più complesso e vivace.
Merito dei vignaioli e degli imprenditori del vino, in alcuni casi giovani o giovanissimi, che hanno iniziato percorsi assai interessanti, certamente moderni, ma capaci di raccogliere gli insegnamenti del passato. E merito di una terra che si dimostra malleabile, pronta a dare buoni risultati sui fronti più disparati. Merito degli autoctoni che pur non numerosissimi sono comunque sufficientemente in grado si restituire il profilo di questa regione e di dare vita ad interessanti sperimentazioni.
L’Umbria non è più, ormai da tempo, la regione del pensiero unico, ma si frammenta in esperienze e stili diversi, tanto nei metodi di affinamento che nell’identità finale dei vini da conoscere e approfondire non solo nelle punte di eccellenza.
I TRE BICCHIERI 2014
Cervaro della Sala ’11 Castello della Sala
Montefalco Sagrantino ’08 Adanti
Montefalco Sagrantino ’09 Tenuta Bellafonte
Montefalco Sagrantino ’09 Perticaia
Montefalco Sagrantino 25 Anni ’09 Arnaldo Caprai
Montefalco Sagrantino Colle alle Macchie ’09 Giampaolo Tabarrini
Montefalco Sagrantino Colleallodole ’10 Fattoria Colleallodole
Orvieto Cl. Sup. Calcaia ’10 Barberani
Orvieto Cl. Sup. Campo del Guardiano ’11 Palazzone
Orvieto Cl. Sup. Il Bianco ’12 Decugnano dei Barbi
Torgiano Rosso V. Monticchio Ris. ’08 Lungarotti
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