Il format di promozione del Consorzio Tutela del Gavi, dopo Milano e Genova, sbarca a Torino. Presso la sede dell’Ais, appassionati e addetti al settore hanno avuto la possibilità di scoprire tutte le sfumature del grande bianco piemontese.
Oltre 80 le etichette di Gavi Docg in versione spumante e ferma in degustazione prodotte dalle cantine del territorio alessandrino confinante con la Liguria. Una serata organizzata per parlare anche di storia e dei legami tra questo vino e la prima capitale d’Italia. Fulvio Piccinino, autore di numerosi libri ed “esperienza vermouth”, durante un workshop tematico ha raccontato la liaison tra il cortese (l’uva base del Gavi) e il vermouth, lo storico aperitivo torinese riscoperto con successo negli ultimi anni, apprezzato anche all’estero.
Non mancano infatti riferimenti storici a conferma dell’uso del cortese per la produzione del vermouth. E per godersi l’unione di queste due eccellenze del Piemonte in un sorso si passa dalla mixology: durante la serata il bartender torinese Nicola Mancinone ha presentato due originali cocktail per esaltare le caratteristiche del Gavi: vino agile e piacevole con note di agrumi e frutta secca nel finale in grado di evolvere nel tempo grazie la sua acidità.
Un’uva già apprezzata ai tempi di Camillo Benso Conte di Cavour che insieme all’enologo Luigi Oudard decise di impiegarla perché adatta alla produzione di vino spumante. Oggi le 13 milioni di bottiglie annue vengono esportate in oltre 70 Paesi del mondo (per l’85% in Inghilterra, Germania, Stati Uniti e Russia).
Dopo un drink, c’è anche spazio per qualche assaggio di Gavi tra cui spiccano il Volo 2017 dell’Azienda Morgassi (finemente incisivo, minerale e di profondità espressiva), l’Indi 2018 dell’Azienda La Mesma (materico, potente e dal grande potenziale evolutivo), l’Etichetta Nera dell’Azienda Minaia (pieno, solido, giocato su una struttura più salata).
+info: www.consorziogavi.com