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Continuavano a chiamarlo da tutte le parti d’Italia, «Abbiamo un appezzamento in vendita» e ancora,  «Il nostro potrebbe essere un progetto ideale per Lei».

Ebbene, Gerry Scotti, noto volto della Radio prima e della Tv da decenni, se doveva iniziare a fare vino, non poteva che scegliere e puntare sulla terra in cui è nato: l’Oltrepò Pavese.

Gerry Scotti
Gerry Scotti

«Sono nato in casa. Sul tavolo della cucina, per esattezza», un presagio di quello che si potrebbe dire essere la sua passione per il buon cibo, e il buon vino. Nel racconto delle sue estati a vendemmiare prima dell’inizio della scuola, sin dall’età adolescenziale, si intuisce come Jerry Scotti si sia costruito nel tempo la sua concezione di vino. Idee chiare le sue, sul tema, che non è, e non poteva di certo essere considerato come un sacrificio ma un’opportunità: il vino  strumento per raccontare le potenzialità del terroir dell’Oltrepò Pavese. L’incontro con le cantine Giorgi ha reso possibile un sogno celato, che ne ha amplificato e potenziato i messaggi. E ad un tratto sembra di essere in un giardino urbano, uno di quello della sua amata Milano; sullo sfondo, qualche luci di bar, coppie che sorridono, giovani che sorseggiano vini accompagnati dalle note di Renato Zero o Zucchero. E brillano gli occhi di Scotti, mentre racconta di questa sua possibilità, quasi romantica, di potersi cimentare in assoluta libertà nello sviluppo della stilistica, del gusto, della ritmica dei vini prodotti proposti nel mercato in una linea che porta il suo nome: Jerry Scotti appunto. Etichette la cui realizzazione è arrivata al proprio compimento con successo già dopo qualche vendemmia. Ma il progetto con le Cantine Giorgi di Canneto Pavese, le cui origini risalgono al 1875, lo ha portato a pensare a un progetto più grande, alto e abbracciante di tutto il territorio. «Non siamo lontano dalla città meneghina, dobbiamo portare il pubblico a scoprire queste terre». L’obiettivo di Scotti e il suo impegno, sono rivolti dunque a uno sviluppo turistico che coinvolga l’itera filiera, dalle cantine, agli alberghi e ristoranti. Un metterci la faccia per un piacere  totalizzante di un’esperienza gourmet. Oggi Giorgi, oltre ad aver sviluppato la “linea Scotti”, esporta in 59 paesi, un traguardo reso possibile dal percorso intrapreso dagli anni settanta dai fratelli Gianfranco e Antonio Giorgi che, con la costruzione di una seconda cantina, moderna e tecnologicamente molto avanzata, sono riusciti a dare una nuova immagine all’azienda, proiettandola nel futuro con vini che oggi testimoniano con espressività e immediatezza, le potenzialità dei suoli dell’Oltrepò Pavese e le sue uve. L’ispirazione a quello che è l’ottenimento di tale riscontro è gustabile soprattutto nei vini messi a punto dall’amicizia tra il volto Tv e Fabiano Giorgi ossia il 1870 Antonio Giorgi Metodo Classico Extra Brut 2012, una limited edition di appena 2800 bottiglie, 100% Pinot Nero con 92 mesi sui lieviti, e il Buttafuoco DOC ’56 2017 in cui si omaggia l’anno di nascita del conduttore, che si dice estremamente legato anche alle versioni di Barbera vinificate in purezza.

I vini restano morbidi, eleganti, ma con una sferzante vena iodata, capace di ammaliare il palato quanto basta per alleggerire la sensazione data dall’alcol nonché dalla materia, ben presente e definita. Nel Metodo classico appaiono da subito note di cedro maturo, magnolia e camomilla che si lasciano accompagnare dal fine perlage, che ne enfatizza e dinamizza il corpo; quando al grande rosso dell’areale, il Buttafuoco, composto da Barbera, 35% Croatina, 15% Uva rara e 15% Ughetta, dopo trentasei mesi di affinamento in botte grande, sprigiona la sua corposità e la sua pienezza, senza dimenticarsi di lasciarsi scoprire e far divertire; resta un sorso in equilibrio, riempitivo, di buona agilità e dal buon rapporto qualità prezzo (25€). Perché Scotti è personaggio popolare, e suoi vini devono poter essere facilmente accessibili dalle famiglie italiane.

www.giorgi-wines.it

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