Da sempre uno dei capi più amati e resistenti al tempo, il jeans mette proprio d’accordo tutti, uomini e donne, grandi e piccini. Ma quanto è vasto il suo impatto ambientale? L’industria tessile è la seconda più inquinante al mondo, tanto da essere responsabile del 20% dello spreco globale di acqua e del 10% delle emissioni di CO2. Per fabbricare un solo paio di jeans servono mediamente tra i sette e i diecimila litri di acqua, senza contare ciò che comportano per l’ambiente i coloranti inquinanti e i pesticidi usati nelle piantagioni di cotone. La soluzione? Arriva dal Giappone ed è all’insegna dell’economia circolare: i jeans fatti con gli scarti della birra.
Il birrificio giapponese Sapporo Breweries ha deciso di trasformare i sottoprodotti provenienti dalla produzione di birra, ad esempio le foglie di luppolo, le trebbie o i gambi, che solitamente vanno scartati, in vestiti. Per farlo ha collaborato con l’azienda Shima Denim Works, che già in passato aveva realizzato un denim fatto con gli scarti della canna da zucchero. Proprio il sistema utilizzato per la canna da zucchero è stato usato per riadattare il luppolo e produrre il nuovo prodotto.
I Black Label Malt & Hops Jeans, così sono stati chiamati i nuovi jeans “alla birra”, sono venduti ad un prezzo di certo non economico: 41.800 yen giapponesi (circa 290 euro), ma al momento, delle quasi 1600 richieste, soltanto i primi 30 acquirenti hanno potuto ricevere il prodotto tanto atteso.
Shinnosuke Araki di Sapporo Breweries, ha dichiarato alla stampa locale di essere rimasto molto sorpreso dal numero di persone interessate all’acquisto di questi jeans sostenibili, descrivendo la domanda come “molto più alta del previsto”.
L’iniziativa del birrificio giapponese sembrerebbe essere ad oggi un caso isolato, ma i progetti per sostenere l’ambiente e ridurre le emissioni di carbonio aumentano ogni giorno, quindi in futuro anche i birrifici italiani potrebbero decidere di intraprendere la strada della sostenibilità.
Fonte: news.drinkside.it/malt-hops-jeans/