Gigi Proietti era un mattatore vero, uno straordinario interprete della scena artistica tra teatro, cinema, televisione e tanto altro. Come nella regia di un copione già scritto se n’è andato il 2 novembre, il giorno del suo 80° compleanno. Tante volte aveva scherzato con la sua ironia e verve romana per essere nato nella ricorrenza dei defunti, è spirato nella sua Roma dove era ricoverato per problemi cardiaci e da qualche giorno si trovava in terapia intensiva.
Un fuoriclasse tra monologhi e recitazioni impresse nell’immaginario collettivo entrate di diritto nelle nostre vite, ci piace ricordare Gigi Proietti in una delle pellicole più note, quel “Febbre da cavallo” del 1976 girato da Steno dove interpretava Bruno Fioretti, meglio noto come Mandrake. Uno scommettitore incallito che si guadagna da vivere facendo “Bruno l’indossatore” e recitando in alcune pubblicità. Famosissima la scena del film in cui Mandrake recita in una pubblicità di una marca di whisky vestito da vigile urbano. “Il Whisky maschio senza rischio”, questo lo slogan dello spot che Mandrake alias Gigi Proietti non riesce a pronunciare correttamente, in una gag esilarante con molti tentativi.
Oltre all’impegno di attore nelle varie forme d’arte in tutte le sue espressioni a testimoniare una poliedricità a 360°, in tanti si ricordano anche Gigi Proietti impegnato sui set pubblicitari veri. A cavallo degli anni 2000 tanti spot hanno legato l’immagine di Caffè Kimbo ai personaggi di Proietti. “Dal te ti piace, a me mi piace”, al “Piacione”, a “Ho fatto un sogno”, Gigi Proietti con la sua simpatia e indescrivibile bravura è stato protagonista di tanti episodi di una collana di spot TV di Caffè Kimbo in progressione come una mini-serie. Una galleria di situazioni divertenti, come era nel suo stile, un testimonial d’eccezione in cui riusciva ad esaltare il gusto e l’aroma inconfondibile di Caffè Kimbo, rendendosi credibile al consumatore, il massimo per un pubblicitario.
Un simbolo del made in Italy che se ne va, Gigi Proietti mancherà a tutti i suoi tantissimi estimatori che in queste ore stanno inondando il web e la rete di ricordi, perché solo un grande artista come lui riusciva a unire più generazioni, dai nonni, ai genitori, ai figli e nipoti in un grande palcoscenico famigliare. Giovedì 5 novembre a Roma il giorno del funerale sarà lutto cittadino, dai tanti amici attori di cui è stato un vero maestro la proposta di intitolargli il Teatro Brancaccio che ha diretto per molte stagioni formando generazioni di artisti.