Passeggiando per la città di Canelli, nucleo energetico di storia e cultura del Piemonte, non sempre si è consapevoli di esser circondati da un circuito di aziende i cui prodotti non possono che esser descritti come “metodici e smodatamente territoriali”. I profumi delle vinacce e delle fermentazioni in corso interrompono il silenzio che ambienta le cattedrali sotteranee, Patrimonio Unesco da qualche anno.
Percorrendo le piccole vie del paese echeggia ancora lo stupore della scoperta della filosofia produttiva delle cantine promotrici di spumanti Alta Langa o Moscato. Ma la meraviglia più spiazzante oggi è rivolta a una storica distilleria di spirito avanguardistico che oltre alla produzione di grappe, ha scelto di puntare sul Gin per omaggiare la via del sale, la rotta commerciale trainante dell’economia della regione.
Ci riesce selezionando e recuperando quelle risorse trasportate in una condizione particolare chiamata “Macaja”. Un nome che simboleggia un momento specifico del Golfo di Genova dove il vento caldo e umido di scirocco, sotto un cielo coperto dalle nuvole, è abbracciato dall’umidità. Questo sapore dell’aria supera le Alpi e arriva nelle colline dell’Alto Monferrato e a Canelli. Da questa percezione di movimento arioso l’Azienda Bocchino è riuscita in poco più di un anno ad affinare e unire, in un prodotto, la storia, la propria arte della distillazione e le materie prime (le arance del Pernambuco, il chinotto, il sambuco, lavanda, il corbezzolo, i limoni, il timo e molti altri) per arrivare a ben 36 botaniche distillate in un alambicco discontinuo in rame per salvaguardare e riproporre un gusto antico scoperto in antiche ricette custodite negli archivi storici della Casa.
A fianco al classico Gin c’è anche il Cask Gin, una versione invecchiata in botti da 114 litri voluta per rimanere fedeli alle proprie origini da distillatori e per lasciare al tempo la creazione di un gusto oltremodo dissimile. Dal quale ne deriva una percezione di rarità che dopo i 180 giorni di affinamento guadagna una struttura e una complessità uniche capaci di enfatizzarne tutti i profumi, ampliandone le sensazioni al palato grazie anche alla sua spinta tannica. Che in un cocktail si percepisce nella sua corporeità come un’onda avvolgente, diretta e molto persistente. Il barman più “in” di Canelli, Lorenzo Roveta, li apprezza entrambi in miscelazione per i “spiccati aromi dati dalla lavorazione e dalle botaniche impiegate che si sprigionano in profumi di miele, rosmarino e salvia. La non limpidezza manifesta l’artigianalità di un prodotto made in Italy elaborato con un alambicco di bellezza e funzionalità scioccanti, a Canelli”.
DISTILLERIA BOCCHINO
Nata nel 1898 per mano del geometra Carlo Bocchino, con un capitale iniziale di 90.000 lire, la distilleria è stata ed è un esempio tra i più storici e vincenti per l’immagine della qualità della grappa in Italia. L’azienda è oggi guidata da Carlo Micca Bocchino, affiancato dalle figlie Miranda e Marta.
LA PRODUZIONE
I processi sono i medesimi ancora oggi: dopo la fermentazione delle vinacce a temperatura controllata in acciaio e la loro distillazione a vapore in alambicchi discontinui in rame segue l’invecchiamento, necessario, per enfatizzare tutte le sfumature delle grappe prodotte da un unico vitigno. Le grappe più invecchiate entrano nella selezione delle Riserve di Casa Bocchino perché idonee ad evolversi nel tempo per raccontare, con grande arricchimento per i suoi estimatori, la magia dell’evoluzione.
Per l’invecchiamento si impiegano botti di rovere di Slavonia e barrique che hanno ospitato Sauternes.
I DISTILLATI
25 prodotti divisi in Grappe Riserva (distillate con metodo tradizionale Bocchino), Cantina Privata (pochi esemplari di grappe prodotte in annate speciali, dal 1974) Grappe di Vitigno (Moscato, Nebbiolo, Chardonnay, Barolo) e Grappe della Tradizione.
Info: www.bocchino.com