Arte multiforme, che tocca tessuti, liquidi e idee, prima di concretizzarsi in qualsiasi opera finale. Confluisce tutto al banco di uno degli ultimi (e più attesi) bar aperti a Milano: il 10_11, la parentesi di miscelazione del Portrait, a sua volta nuovissimo albergo facente parte della Lungarno Collection. Moda, design e la miscelazione proposta da Ginarte, per una serata dedicata.
Vent’anni d’attesa sono serviti alla famiglia Ferragamo per riqualificare quella che era la sede del Seminario Arcivescovile, fino all’inaugurazione di poche settimane fa: dal centralissimo Corso Venezia si svolta in un viale acciottolato e silente, per sbucare in un maestoso cortile colonnato. Appena a destra, e 10_11 si allunga in un bancone di mogano, sedute dove sprofondare, bellezza da condividere. La cifra sobria della maison di moda fiorentina si respira immediata, e a questa s’aggiunge la visione artistica di un Dry Gin sottile e godibile come Ginarte, che con Ferragamo condivide anche la terra d’origine.
Il nome rivela l’essenza, la bottiglia ne racconta un nuovo capitolo: dopo le livree dedicate al Seicento e a Frida Khalo, Ginarte s’è affidato all’artista UMAN (all’anagrafe Manuela Merlo, nota street artist romana) per rilanciare un packaging magnetico, al tempo stesso onirico e diretto grazie alla riga in rosso acceso e alle sfumature cromatiche che delineano una figura femminile. Se non si provasse, il sorso affilato di Ginarte, già presente in venti mercati del mondo, si intuirebbe già dalla sua presentazione, che ben lascia presagire i toni delle tredici erbe aromatiche impiegate per la produzione.
Tre differenti infusi (lavanda, ibisco, fiori di sambuco, germogli di pino, pino mugo, tra le altre) vengono distillati e poi filtrati su cellulosa, donando al prodotto finale, ovviamente contraddistinto dal ginepro, un corollario balsamico e fresco molto interessante per il consumo in miscelazione. Lo ha dimostrato Andrea Maugeri, bar manager di 10_11, proponendo insieme alla brand ambassador Ilaria Cocco un duetto di drink estremamente semplici e scorrevoli; Arte French 75, twist sul classico in flute con l’aggiunta di sciroppo di lavanda, e Arte Collins, che riprende i dettami della famiglia collins (presenza di alcool, zucchero, citrico e carbonato) e li interpreta con basilico, liquore al gelso e soda all’hibiscus (confermando Ginarte come prodotto adatto sia a sour che a classici più netti).
Un godibilissimo filo di raccordo per l’arte in alcune delle sue possibili manifestazioni, inclusa quella, per fortuna in riscoperta, dell’ospitalità, che collega bellezza, gusto ed esclusività, tratti distintivi di Ferragamo e Ginarte. “È nella natura del brand e del prodotto”, racconta Cocco, “concentrarsi al tempo stesso su estetica e tecnica. La nuova etichetta sta già dando soddisfazioni, e la produzione ha raggiunto le cinquantamila bottiglie”, ma promette: “in corso d’anno ci saranno anche altre novità”.