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Senza glutine per enoteche, cantine e cocktail bar: opportunità di business e garanzia di inclusione


Sono un ragazzo celiaco di 20 anni, diagnosticato in fase di svezzamento. Come forse immaginerà, anche io come molti miei coetanei mi diverto ad uscire durante il weekend e a passare del tempo in compagnia degli amici, magari sorseggiando (responsabilmente e con parsimonia) un cocktail o del buon vino*. Purtroppo però, i momenti di convivialità non sono sempre facili per noi celiaci e, per questo motivo, prediligo locali accreditati da AIC, in cui non mi sento escluso e so di trovare prodotti sicuri. Cosa vorrei nel prossimo futuro? Mi piacerebbe avere più scelta, girare per i locali della mia città con la stessa spensieratezza con cui lo fanno i miei amici, vivendo la serata in compagnia senza dovermi preoccupare per la mia salute.

 



 

Se si gestisce un locale, un’enoteca o una cantina, probabilmente ci si sarà accorti che sono sempre di più le richieste di questo tipo. Il motivo è piuttosto semplice: la celiachia è una patologia che ormai in Italia riguarda oltre 600.000 persone, di cui quasi 400.000 non ancora diagnosticate, quindi con numeri destinati a crescere, che aprono uno scenario economico interessante per le attività e per i locali che vogliono distinguersi all’interno di un settore estremamente competitivo, soprattutto nelle grandi città. Se vino, spumante e distillati sono bevande che non comportano rischi per i celiaci, il mondo del beverage è ormai, come sappiamo, molto variegato, con l’utilizzo di sciroppi e bevande a base di alcol ma che possono contenere diversi ingredienti, potenzialmente fonte di pericolo per chi soffre di celiachia. Per chi ha una piccola cucina, poi, le cose possono complicarsi ancora di più, senza dimenticare la birra, che se non è garantita gluten-free, resta un tabù per chi soffre di celiachia.

Ma offrire un servizio senza glutine nel proprio locale o nella propria attività va visto non come l’ennesima complicazione, ma prima di tutto come una vera e propria opportunità, un modo per emergere rispetto alla concorrenza e acquisire un grande vantaggio competitivo, sia in termini di ritorno economico che di immagine. Ma c’è di più, ovvero un aspetto etico da non sottovalutare: il senza glutine, infatti, permette al cliente celiaco di non sentirsi discriminato e di ricevere un servizio inclusivo, sicuro e puntuale.

 



 

Business sì, ma anche etica e inclusività: ecco i benefici del servizio senza glutine.

Ma come fare a sviluppare un servizio di questo tipo con la sicurezza di avere la formazione adeguata, proprio per garantire la sicurezza delle bevande o dei piccoli piatti che si offrono? Nessun problema! AIC, l’Associazione Italiana Celiachia, che dal 1979 è al fianco dei celiaci, ha dato vita al programma Alimentazione Fuori Casa senza glutine; una rete di locali, ristoranti e strutture ricettive formate e informate in materia di celiachia, che scelgono di seguire linee guida specifiche e di garantire il rispetto di requisiti per la somministrazione di alimenti e bevande senza glutine.

Una garanzia di sicurezza e idoneità per il celiaco, ma anche per il gestore dell’attività e i suoi dipendenti, che possono contare su formazione e supporto continuo da parte dei Tutor e delle sedi AIC territoriali.

 

 

Tutti i vantaggi del programma AFC

Vediamo insieme quali sono i benefici che si possono ottenere diventando parte del Network AFC:

Sono già oltre 4000 le attività in Italia che sono diventate parte del network. Aderisci al circuito AFC dell’Associazione Italiana Celiachia: scopri come avere tutte le informazioni!

*l’Associazione Italiana Celiachia raccomanda sempre un consumo moderato e responsabile delle bevande alcoliche.

 

+ info: www.celiachia.it

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