Il numero totale delle birrerie industriali attive sul nostro pianeta è di almeno 4.000 unità, di cui circa 2.000 nella sola Europa (oltre 1.300 in Germania); a queste si aggiungono alcune migliaia di microbirirfici artigianali (di cui ben 1.500 negli USA). Tuttavia il quadro competitivo internazionale è caratterizzato da un intenso processo di concentrazione che si è accentuato negli ultimi dieci anni. Attualmente i primi 10 produttori di birra assorbono ca. i due terzi della totale produzione mondiale, ma i primi quattro (Ab-Inbev, SABMiller, Heieneken e Carlsberg) da soli concentrano il 48% del totale.
Heineken ha notevolmente rafforzato la sua posizione con l’acquisizione (avvenuta a inizio 2010) della divisione birraia del gruppo messicano Femsa, i cui proprietari sono diventati azionisti del gruppo Heineken. La multinazionale olandese è ora terza sul mercato con 192 milioni di hl. Al quarto posto, con una produzione annua di 137 milioni di hl si colloca la multinazionale danese Carlsberg che, a seguito dell’acquisizione Scottish & Newcastle (fatta congiuntamente con Heineken agli inizi del 2008), si è ora impossessata al 100% del gruppo Baltika (il più grande birraio in Russia) e di Kronenbourg (il più grande birraio in Francia). Va tuttavia sottolineato che i birrai a maggior crescita sono quelli cinesi, grazie allo strepitoso sviluppo del mercato birraio in Cina. Attualmente ben tre gruppi cinesi si collocano tra le top ten della classifica mondiale: CR Snow Brewery (compartecipato da SabMiller, al quinto posto della classifica mondiale), Tsingtao (al sesto posto) e Beijing Yanjing (all’ottavo posto). Anche i tre più grandi birrai giapponesi (Kirin, Asahi, Sapporo) stanno cerando di rafforzarsi sullo scacchiere internazionale con operazioni di acquisizione, particolarmente nell’aria asiatica e oceanica.
a cura di Marco E. Muraca