© Riproduzione riservata
Corre veloce come una Formula 1 che sfreccia al GP di Monza il Gruppo Meregalli, uno dei simboli della cittadina brianzola visto che la famiglia ha iniziato a commercializzare vino qui nel lontano 1856. Oltre centocinquanta anni di storia per una delle realtà più attive e dinamiche nel panorama della distribuzione, che lunedì 4 ottobre ha presentato alla sua rete di agenti, selezionati clienti e partner le novità appena entrate in catalogo. L’occasione è stata anche per scambiare qualche battuta con i vertici del Gruppo che ci hanno confermato uno stato di salute dell’azienda nonostante la pandemia.
“Ci avviamo a chiudere un 2021 da record, dovremmo fare meglio in termini di fatturato rispetto al 2020 e anche al 2019 dove avevamo chiuso a 65 milioni di euro, l’ultimo anno di normalità in cui avevamo toccato dei picchi mai raggiunti prima- spiega Corrado Mapelli, COO del Gruppo Meregalli- Il segreto è molto semplice, avevamo avviato un processo di digitalizzazione già prima del Covid, e questo periodo bruttissimo per tutti non ci ha fatto trovare impreparati, ma abbiamo potuto beneficiare del lavoro impostato prima. Sarà stato un colpo di fortuna, oppure a noi piace pensare che invece la programmazione e l’innovazione paghi anche in un settore come quello della distribuzione di vino e distillati”.
Una società che continua a investire con nuovi ingressi a catalogo in Meregalli Wines, Visconti 43 e Meregalli Spirits, ma che continua a investire anche sulle persone al motto #noisiamomeregalli. Non solo uno slogan, ma una sottolineatura per l’orgoglio e il senso di appartenenza di far parte di una grande squadra. Recentemente sono entrate figure specializzate per gestire la parte di e-commerce e un esperto di CRM, per lavorare le migliaia di dati a beneficio di un miglior rapporto con il cliente finale, investimenti anche sul digitale che hanno portato anche a un nuovo portale dedicato al mondo ho.re.ca. “La figura dell’agente sta sempre di più cambiando e si sta spostando su un ruolo consulenziale, che ogni 2/3 mesi si siede a tavolino con il ristoratore o l’enotecaro per pianificare il loro lavoro- continua Mapelli- Dietro c’è tanta formazione e la consapevolezza che questo portale o l’avvento del digitale è una grande opportunità che ci permette di concentrare le nostre forze sulle esigenze del cliente, costruendo con lui progetti che siano rispondenti alle sue necessità. I nostri agenti questo l’hanno vissuto proprio nel periodo del lockdown, quando non potevano andare dai clienti fisicamente ma invece potevamo entrare nei loro wine bar, ristoranti ed enoteche con il nostro portale a prendere gli ordini”.
Davvero tante le novità targate in casa Meregalli, ci siamo fatti guidare direttamente dal CEO Marcello Meregalli all’interno della sede storica in via Visconti 43 che ospita l’azienda, acquistata dal nonno del papà Giuseppe in uno stabile che un tempo si dice che abbia dimorato la Monaca di Monza raccontata dal Manzoni nei Promessi Sposi. “Questa è casa nostra, ci è piaciuta l’idea di ospitare un evento ristretto per far sentire a casa le nuove aziende entrare nel nostro catalogo, ma anche la nostra rete di agenti con cui c’è un rapporto basato sulla fiducia. Siamo soddisfatti di come si stiano impostando le cose, stiamo registrando indicatori positivi con la ripartenza, potremmo trovarci ad affrontare un discorso di approvvigionamento di materia prima. Il settore che sta crescendo maggiormente è quello degli spirits dove abbiamo fatto una scelta precisa qualche anno fa di separare le aziende creando un’entità separata. I risultati ci stanno dando ragione, abbiamo presentato dei prodotti unici come un Sakè Iwa 5, un prodotto super premium e una linea di analcolici che sono sicuro ci daranno grandi soddisfazioni”.
CHAMPAGNE BONNAIRE
Si cade sempre in piedi quando si parla di bolle in casa Meregalli, l’ultima new entry nella gamma di prodotti distribuiti da Visconti 43 è la Maison Bonnaire, un produttore di champagne familiare dal 1932 che nel tempo ha saputo costruirsi una reputazione di livello in tutto il mondo. Sono nati a Cramant, a sude est di Epernay, una zona rinomata per lo Chardonnay i vini di Maison Bonnaire riflettono un savoir faire tradizionale e il carattere unico di questo terroir. Il nostro primo assaggio di giornata è un Blanc de Blancs 2013, 100% Chardonnnay con perlage finissimo, naso con note di crosta di pane e un bouquet floreale, in bocca una bella spalla acida che dona freschezza alla beva anche se parliamo di un millesimo 2013.
RONC DAL DIAUL
Meregalli e Joe Bastianich insieme, in un progetto unico che punta a valorizzare le eccellenze enologiche del Friuli. Il nome Ronc Dal Diaul si ispira a un simbolo della zona, il ponte del Diavolo emblema della città di Cividale del Friuli sotto il quale scorre il fiume Natisone. Tra leggenda e realtà ecco il progetto Ronc dal Diaul, l’etimologia del nome in dialetto friulano Ronc indica la parte meglio esposta di un vigneto. Abbiamo assaggiato un Friulano, uno degli autoctoni dell’azienda costituita da 10 ettari di vigneto sui Colli Orientali del Friuli, in due zone distinte della Doc. Una produzione certificata bio, la gamma comprende cinque referenze, con tre vini bianchi con Ribolla Gialla e presto anche una Malvasia, mentre sui rossi Schioppettino e Refosco chiudono questa top five.
CASTELLO DEL TERRICCIO
Lupicaia is the new Sassicaia? Questa domanda non ce la siamo fatti solamente noi, ma i tanti estimatori di Castello del Terriccio che dalla fine degli anni ’80 ha visto nascere e crescere una delle realtà più interessanti della Toscana. Siamo nel cuore della Maremma Toscana a poca distanza da Bolgheri, dove gli Etruschi facevano vino da tempi non sospetti. L’area e l’influsso sono quelle giuste, per un’azienda vinicola che ha creduto fortemente sui vitigni internazionali come Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Petit Verdot. Il nostro tasting di giornata è stato il Tassinaia, un fratellino minore del Lupicaia che ha voglia di farsi notare in famiglia. Uvaggio blend di Merlot e Cabernet Sauvignon, 16 mesi di affinamento in tonneaux, 12 mesi di riposo in bottiglia per un grande rosso dal tannino estremamente elegante, struttura e corpo perfettamente equilibrati.
NEW CAHPTER
I vini austriaci stanno conquistando sempre più estimatori nel nostro paese, ecco perchè tra le novità di Meregalli non ci siamo fatti scappare un tasting di un Gruener Veltliner della cantina Lenzmark Wines. L’ambasciatore dei vini austriaci nel mondo, vitigno autoctono per eccellenza e ambasciatore d’Austria. A Monza era presente l’enologo Markus, Winemaker of the Year nel 2015 da Falstaff Magazine e miglior produttore di vino bianco dell’anno da IWC a Londra. “Sapido”, ci ha confidato in uno slang misto tra inglese e italiano per raccontare le reazioni di chi ha assaggiato il suo Gruener Veltliner New Chapter, per una nuova frontiera dei vini austriaci in Italia.
SAKE IWA 5
Un progetto stellare quello del Sakè Iwa 5, dietro al quale ci sono dei grandi nomi con in testa Richard Geoffroy, ex chef de cave di Dom Perignon. Obiettivo sdoganare la bevuta del sakè anche fuori dai confini del Sol Levante, specie in Italia dove siamo ancora indietro come consumi essendo un paese a forte trazione vinicola. Stupisce Sakè Iwa 5 per la grande trasversalità di beva, potrebbe sembrare un grande bianco, ma al tempo stesso servito fresco anche un distillato alla giusta gradazione, cambia al variare della temperatura. Un prodotto della famiglia Junmai Daiginjo, materia prima riso con cinque diversi ceppi di lieviti. Naso ampio e complesso da sentori fruttati e vegetali, in bocca è setoso con una texture vellutata con retro-sentori balsamici, un prodotto davvero unico.
VOl0
Ce ne potevamo andare prima di assaggiare una delle grandi anteprime, come la linea analcolica del bartender Giovanni Liuzzi dal nome VOL0? Assolutamente no, una gamma di tre referenze tra gin, vermouth e bitter per cavalcare l’onda del low alcol e degli spirits a zero gradazione. Nel bicchiere ci viene servito il Bitter, siamo sinceri che se non ce l’avessero detto prima questo alla cieca difficilmente avremmo indovinato che si trattasse di un prodotto zero alchol. Il colore è un rosso fiammante che ci trae subito in inganno, ma è in bocca che è stupefacente la sensazione di assaggiare un vero Bitter con la gradazione alcolica. Un plauso a Giovanni Liuzzi, che oltre ad essere uno dei barman più talentuosi sulla piazza monzese con esperienze importanti che lo hanno portato anche alla ribalta nazionale, si scopre anche un grande inventore di prodotti in questo caso analcolici per la miscelazione. Il debutto ufficiale di questa linea dovrebbe essere tra meno di un mese a inizio novembre.
INFO www.meregalli.it
© Riproduzione riservata