BEVERFOOD NEWS – In un mercato mondiale che nel 2006 ha chiuso con 170 miliardi di litri consumati, per un giro d’affari complessivo dei produttori intorno ai 150 miliardi di US Dollar, la concorrenza fra i numerosi produttori diventa sempre più complessa. I più grandi birrai al mondo – Inbev, Sabmiller, Anheuser Busch, Heineken e Carlsberg – vogliono diventare ancor più forti, ma i gruppi più piccoli difendono a denti stretti la propria indipendenza e, anche in caso di disponibilità a cedere, vogliono vendere cara la pelle
Sullo scenario internazionale si è ormai arrivati ad un buon livello di concentrazione: i gruppi con volumi produttivi di almeno 20 milioni di hl/anno e con una quota mondiale superiore all’1% sono una quindicina; nell’assieme concentrano quasi il 70% della produzione mondiale. Ma quelli che si possono considerare a pieno titolo competitori globali, cioè operativi in modo sistematico sui principali continenti, sono solo i primi cinque, mentre i player successivi, per quanto con buoni volumi, hanno fondamentalmente un rilievo continentale o sub-continentale.
I competitori globali stanno cercando opportunità di aggregazione con alcuni dei competitori di seconda fascia. Accordi di questo genere appaiono tuttavia problematici con le unità che fanno parte di conglomerate pluri-business, dove l’eventuale smobilizzo del business birre è vincolato agli interessi degli altri business, come nel caso della conglomerata messicana Femsa, delle due giapponesi Asahi e Kirin, della Diageo/Guinness e della conglomerata turca Efes. Questi gruppi presentano in genere una buona solidità finanziaria, a volte con una situazione di avanzo di liquidità, il che potrebbe spingerli a potenziare il proprio business birra con nuove acquisizioni, come è accaduto recentemente alla messicana Femsa che ha acquisito il controllo della Kaiser (terzo birraio in Brasile).
Per gli altri gruppi, invece, si registrano movimenti di vario tipo. Intanto sia il gruppo messicano Modelo che quello cinese Tsingtao sono orma entrati – in un certo misura – nell’orbita del gigante americano Anheuser Busch, che detiene già rispettivamente il 50% ed il 27% del capitale dei due gruppi in questione e con cui, in ogni caso, sono operativi da tempo importanti accordi di produzione e distribuzione delle proprie marche nelle rispettive aree di influenza. Al fine di combattere meglio contro lo strapotere di Anheuser Busch negli USA, ma anche al fine di realizzare notevoli sinergie di costi, nel corso del 2007 SabMiller e Molson-Coors hanno deciso di assemblare le rispettive attività birraie sul mercato USA; è abbastanza probabile che questa aggregazione possa allargarsi nel tempo agli altri mercati geografici. Intanto Sabmiller ha rafforzato ulteriormente le sue posizioni in Europa acquisendo la Grolsch (terzo birraio olandese)
Anche Heineken ha realizzato alcune operazioni di rilievo in Europa, come l’acquisizione della birreria Krusovice nella Rep. Ceca e della Pivara MB in Serbia. Ma il grande colpaccio che sta tentando – in combinazione con il gruppo Carlsberg – è la conquista della multinazionale scozzese Scottish & Newcastle. Tuttavia le avances di acquisto delle quote azionarie hanno per il momento trovato una sdegnata risposta negativa da parte degli organi societari del gruppo scozzese. Attraverso questa operazione Carlsberg tenterebbe di conquistare il controllo assoluto del gigante russo Baltika (oggi in comproprietà con S. & N.) e del marchio Kronenbourg (leader in Francia), mentre Heineken punterebbe ad acquisire gli alti marchi e birrerie S. & N. negli altri mercati.
Il gruppo Inbev, invece, dopo la scorpacciata di acquisizioni realizzata negli ultimi dieci anni, nel corso del 2007 non ha realizzato acquisizioni di particolare rilievo, ma ha concretizzato un importante accordo con Anheuser Busch, cui ha affidato la distribuzione negli USA dei propri marchi europei di prestigio. Il gigante americano ha acquisito la distribuzione sul mercato USA anche della premium Czechvar del birrificio ceco Budejovicky Budvar (storico antagonista per i diritti di utilizzo del nome Budweiser). Su questo fronte si è mossa anche la Carlsberg che ha concretizzato un accordo per la distribuzione dei principali marchi Modelo su alcuni mercati europei (tra cui Italia), mentre il gruppo messicano produrrà e distribuirà in Messico il marchio Carlsberg. Heineken e Femsa si sono a loro volta accordati per il rinnovo decennale della distribuzione dei marchi messicani della Femsa sul mercato Usa da parte della controllata statunitense del gruppo olandese. Va, infine, segnalato l‘accordo Heieneken/Anheuser-Busch per la produzione e distribuzione in Russia del marchio Bud da parte della Heineken russa. Si può notare come spesso questi accordi commerciali fuoriescano dalla logica di pura contrapposizione concorrenziale tra i vari gruppi, che in realtà, perseguendo un obiettivo prioritario di profitto, realizzano volentieri accordi anche con il proprio peggior “nemico”, allorchè si intravede un beneficio di guadagno.
Le schede informative complete delle società citate nella news e delle reative marche di birra sono pubblicate per intero su INFOBIRRA®ITALIA 2007-08.
VISITA LA NUOVA SEZIONE DOCUMENTAZIONE: —-> Birre
LE ALTRE BEVERNEWS DELLA SEZIONE: —-> Birre