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Guida Berebene 2019 firmata Gambero Rosso: i vini premiati per il miglior rapporto qualità/prezzo


Dal 1991 il Gambero Rosso pubblica una guida ai vini con un buon rapporto qualità/prezzo. Quest’anno sono ben 895 le etichette ritenute meritevoli di essere recensite in guida. Ecco le migliori.

 

 

La guida

895 Premi Qualità Prezzo: sono quelli che troverete nelle pagine di questa ventinovesima guida Berebene, curata da Stefania Annese e William Pregentelli. Una pubblicazione storica, per il Gambero Rosso, che ha esordito nel 1991 con il nome di Almanacco del Berebene, seguendo l’idea che un vino quotidiano e di qualità fosse possibile. All’epoca la soglia di prezzo presa come limite massimo erano 10.000 lire, e i vini ritenuti meritevoli di entrare in guida per l’ottimo rapporto qualità/prezzo erano 1500.

Oggi, la pubblicazione che accompagna gli appassionati e gli specialisti del settore all’acquisto intelligente, comprende referenze che rientrano in una fascia di riferimento da 10 a 13 euro. E – come detto- sono 895; solo 12 mesi fa erano 773. Un anno in cui la platea di vini meritevoli di entrare nella selezione si è molto allargata, ma l’aumento non si deve a nessuna particolare novità, se non alla sempre più consapevole sicurezza che in Italia, sempre più spesso, è possibile concedersi un’ottima bottiglia senza svuotare il portafogli. Come sempre, nelle prime pagine, spiccano nove etichette, tre di bianco, tre di rosso e tre di rosato suddivise tra nord, centro e sud: sono riconoscimenti che vanno a quei vini che incarnano lo spirito della pubblicazione, ottimi sia per il palato che per il portafogli e in più facilissimi da reperire non solo in enoteca, ma anche nella grande distribuzione.

 

 

L’Italia del vino

Ma come va l’Italia del vino? Bene: per il maggior produttore mondiale di vino, con 282 milioni di ettolitri stimati per il 2018 (ben più non solo dell’annata nera 2017 ma anche tra i più alti dal 2000), quello registrato nel 2017 è il maggior incremento degli ultimi cinque anni in termini di fatturato. Lo afferma Mediobanca in uno studio dedicato al settore vitivinicolo, che spiega come l’export sia determinante ma anche il mercato domestico non segni certo il passo, con gli spumanti a fare da traino in un panorama in cui, nel 2017, le vendite sono state in massima parte concentrate nella Gdo che interessa il 38,2% della produzione (e circa 2 miliardi di euro), soprattutto per quanto riguarda la fascia di prezzo più contenuta. Ma se pure i supermercati fanno la parte del leone, con i loro trend di vendita, anche i pubblici esercizi riescono a proporre vini di qualità accessibili a tutti, proprio per questo abbiamo deciso di aprire la guida Berebene alle enoteche e, da quest’anno, anche ai wine bar, quei locali in cui si può bere accompagnando un buon bicchiere a varie offerte gastronomiche. Li troverete nella guida, alla fine di ogni regione.

La situazione, insomma, è buona così come le previsioni per l’immediato futuro: i vini italiani registrano crescite significative, e promettono ulteriori progressi nel panorama mondiale, dove si contendono il primato con i vini francesi, considerati imprescindibili nei mercati internazionali. Lo afferma il Win trade monitor 2018 di Sopexa, l’agenzia internazionale di comunicazione e marketing, autrice di un sondaggio che ha coinvolto ben 781 tra importatori, grossisti e distributori in sei mercati chiave: Stati Uniti, Canada, Giappone, Belgio, Cina e Hong Kong. Studio nel quale è emerso che gli aumenti delle vendite dipendono non solo dalla varietà dei vitigni nostrani con il grande patrimonio di autoctoni, ma anche dall’eccezionale rapporto qualità-prezzo.

Proprio quello su cui noi del Gambero Rosso insistiamo da quasi 30 anni e che, vogliamo sottolineare, dipende da moltissimi fattori. Uno, che non viene abbastanza considerato ma con cui è necessario fare i conti, è il peso della bottiglia che oggi un approccio sostenibile vuole sempre più leggera. Negli ultimi 5 anni la tendenza ha portato a scegliere vetri più leggeri, soprattutto da parte delle grandi cantine, e oggila bottiglia più usata – in una fascia compresa tra 1,2 chilogrammi e 360 grammi – è quella da 410 g (per 75 cl).

Per ogni chilo di vetro prodotto, il consumo energetico è compreso tra 12 e 15 mj (mega joule), equivalenti ad un’emissione di circa 2,7 chilogrammi di CO2. Quindi, ogni kg di vetro vale 2,7 kg di CO2 (dati BanfiVines). Mentre il prezzo di una bottiglia in media va da 13 centesimi fino a un euro per i formati più pesanti. Un vetro più leggero non solo costa meno, ma consente di ridurre l’uso di materie prime, emissioni di ossidi d’azoto e anidrite solforosa, e persino i costi legati ai trasporti. Dunque spese vive che si sommano a quelle del vino. E che incidono sul prezzo finale del vino che si acquista.

 



 

I consumi di vino. Mode e passioni

Il vino piace, e si beve in modo sempre più consapevole. Come ogni altro prodotto, è soggetto a mode e passioni, non sempre momentanee. Lo abbiamo visto con gli autoctoni, fino a qualche lustro fa negletti tra le preferenze dei consumatori, limitati a un mercato locale strettamente connesso alle zone di produzione, e oggi sempre più ricercati dagli appassionati; sono proprio quelle piccole nicchie di tipicità e autenticità che spesso riservano piacevoli sorprese tanto nel bicchiere quanto nel portafogli. Un destino simile è toccato ai naturali, che acquistano forza in un mercato sempre più competitivo, per motivi di rispondenza a determinati valori etici, ma anche di gusto. Nelle ultime stagioni i vini frizzanti sono quelli che hanno riscosso più gradimento, complice la facilità di bevuta che li rende adatti a qualsiasi momento della giornata. Il vino spumante piace, il prosecco fa registrare impennate di vendita e, a seguire, anche il rosato continua la sua (lenta) scalata nelle preferenze, proprio per via di quei caratteri di freschezza e disimpegno che non escludono grande piacevolezza e qualità, e che lo rendono tra i preferiti anche in estate, quando i consumi di vino mutano un po’ per rispondere al grande caldo. Discorso a parte merita il Lambrusco, che in questo panorama acquista un ruolo da protagonista, tra riscoperte di metodi ancestrali e progetti per migliorare qualità e immagine. Di tutti questi vini, e non solo, abbiamo parlato nel nostro Berebene 2019, assaggiando recensendo bottiglia per bottiglia, da nord a sud, ma sempre entro i 13 euro.

Le degustazioni

Ma attenzione: questa pubblicazione non vuole essere un mero listino prezzi, quello che più conta è il motivo per cui questi vini sono entrati in guida, ovvero la capacità di regalare un piccolo momento di piacere a costi contenuti. Vini buoni e convenienti, diversi per vitigni, tipologie e stili, ma tutti acquistabili a scaffale entro i 13 euro. Per avere un assaggio di quel che si trova nel volume, ci sono tre occasioni in altrettante città. La prima è sabato 24, allo Sheraton Hotel di Roma dove alla presentazione della guida riservata alla stampa seguirà la degustazione aperta al pubblico (dalle 18 alle 21, 20 euro). Il giorno seguente, domenica 25 novembre, le cantine coinvolte traslocheranno a Torino, per un nuovo appuntamento con la degustazione Berebene 2019, al Doubletree by Hilton di via Nizza. E il tour si concluderà a Napoli il 2 dicembre, per un’altra “replica” all’Hotel Continental, sul lungomare Caracciolo.

 

I Premi qualità prezzo Nazionali e Regionali assegnati dalla Guida Berebene 2019 del Gambero Rosso

 

Fonte: www.gamberorosso.it

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