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Gustose narrazioni, il Roero celebra i 100 anni di Beppe Fenoglio


Leggere è un gusto, da questo concetto prende ispirazione l’edizione 2022 di Gustose Narrazioni, promossa dal Consorzio di Tutela Roero, dedicata al grande scrittore Beppe Fenoglio.

Quattro le serate “enogastroletterarie”, che si sono sviluppate in diversi momenti, a partire dall’aperitivo, presso le varie cantine del territorio associate al Consorzio, a base di Roero Docg Bianco e Rosso, poi seguito da uno spettacolo teatrale a tema fenogliano nella suggestiva ambientazione dei luoghi in cui è in corso la vendemmia.

Le cene, ispirate dal libro La Salsa del Diavolo di Paolo Ferrero, hanno messo al centro ingredienti e piatti in grado di rievocare la memoria del passato. Lo scorso 27 settembre sono andati in scena i Racconti del Parentado”, presso la cantina Francesco Rosso di Santo Stefano Roero , a cui è seguita la cena nel ristorante Osteria dei Babi di Canale dAlba. Musica dal vivo, canzoni e letture sentite di testi che raccontano un tessuto sociale toccante, come quello di Fenoglio è – tra relazioni di famiglia, orgoglio, soprattutto se riguarda le partite a carte, fino a tarda notte. Il tutto a cura di Patrizia Camatel (Voce e violoncello) e  Simona Colonna della Compagnia teatrale degli Acerbi.

 

Sono serate ispirate, che regalano quell’occasione, dedicata, per scoprire “vini nuovi del mare”. Perché il vino è come il mare, ogni volta il manifestarsi delle onde è un’attrazione diversa, un racconto nuovo. Ogni bicchiere è un’emozione nuova. Accade con i Roero, sia bianchi che rossi, tra argille, marne e vene già calcaree.

Nel Roero scoperto in questa terza serata abbiamo trovato un’ultima interpretazione dell’Arneis da parte della cantina Pelassa, in località Tucci, già MGA, a estremo nord di Montà d’Alba. Le sabbia e le ghiaie donano a questo vino un nuovo slancio, una nuova idea di vino stesso, per un concetto di potenziale evolutivo. Agrumi e salinità in effusione. La vigna ha una capacità di eterna rinascita e capacità di esprimersi, per questo sempre diversa ma dello stesso colore e, soprattutto, fedele alle sue radici.

Come lo è il vino prodotto dalla piccola cantina a gestione familiare di Francesco Rosso che, in poco più di 3 ettari, vinifica l’Arneis in purezza con diverse aspettative, per la piacevolezza immediata, e per quella già riempitiva e complessa con un po’ di affinamento in vetro. E lo stesso, ma con già materia e profondità, è stato percepito con l’Arneis di Francesco Rosso dal bricco e MGA, Madonna delle Grazie, ben visibile dalla cantina. Fiori di sambuco, frutta secca, un peso più marcato – come una pennellata spessa, sul frutto –  a rimarcarne l’importanza. Sui rossi, il Bric d’America Marsaglia riprende proprio il rimpatrio dei parenti dall’oltremare nelle terre di Castellinaldo – grande terra per la Barbera – che proprio per le sue potenzialità nel suolo, si palesa nei neo vini con una caratteristica, la potenza. Nel frutto e nel telaio del vino, che assume un comportamento palatale nobile, composto, sobrio ma decisivo. Il Nebbiolo si esalta, il naso promette al gusto stratificazione e concentrazione. Il Roero si conferma terra di conquista per i più curiosi e di divertimento per gli appassionati del trekking e del bien vivre.

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