Heineken Italia, n.1 nel settore della birra in Italia, ha manifestato la propria intenzione di chiudere lo stabilimento di imbottigliamento della birra Messina in Sicilia entro prossimo settembre 2007, mantenendo però il marchio e spostando la produzione nello stabilimento di Massafra (Taranto). Lo stabilimento, ubicato in via Bonino a Messina, produce oltre 500.000 hl di birra all’anno, gran parte dei quali destinati al mercato siciliano, dove il marchio Messina è noto e apprezzato da oltre 80 anni.
La Birra Messina fu infatti fondata dalla famiglia Lo Presti-Faranda nel 1923; inizialmente portava il nome di Birra Trinacria e solo successivamente il nome fu modificato in Messina “birra di Sicilia”. Nel 1988 la società messinese fu acquisita dalla Dreher spa di Milano, nel frattempo divenuta Heineken Italia. Nel 1990 Heineken aveva chiesto agli Enti Locali la disponibilità di un altro sito in zona e, al rifiuto da parte delle autorità competenti, 9 anni dopo nel 1999, il gruppo aveva già deciso di utilizzare lo stabilimento messinese solo come impianto di imbottigliamento.
Ora la decisione di chiusura definitiva dell’impianto rimasto che renderebbe preoccupante la situazione dei 54 dipendenti, 11 addetti alle vendite e 11 lavoratori stagionali dello stabilimento, costretti a scegliere fra la mobilità coatta a Massafra (TA) e la perdita del posto di lavoro. Il marchio della birra Messina continuerebbe a vivere, ma prodotto solo a Massafra. Al riguardo la senatrice Anna Donati (Verdi) in una interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico ha dichiarato: “non vi è alcuna birra in Italia che porti il nome della città in cui si produce e continuare a usare il marchio con il nome della città di Messina potrebbe configurarsi come un abuso, nel momento in cui la città e le sue rappresentanze istituzionali non avessero intenzione di cedere il nome “Messina” a produzioni non messinesi”.
Le motivazioni industriali alla base della decisione farebbero riferimento all’ubicazione dello stabilimento, (essendo al centro della città non permette uno sviluppo industriale) e alle caratteristiche degli impianti che sono obsoleti. Nell’interrogazione la senatrice Donati ha ulteriormente precisato che “è stata mostrata una prima intenzione da parte di alcuni imprenditori messinesi di rilevare lo stabilimento e quindi di avviare trattative per garantire la storicità del brand in Sicilia, anche con partecipazioni cointeressate al progetto di mantenimento dello stabilimento della Birra Messina; è stata inoltre riconfermata dal Comune la destinazione urbanistica del sito industriale della Birra Messina (D1, zona a destinazione produttiva esistente e di completamento)”.
Qualora venissero confermati gli interessi di imprenditori locali a rilevare la fabbrica ed il marchio Messina, potrebbe prospettarsi un’ipotesi tipo quella adottata con successo proprio un anno fa per il birrificio Pedavena (provincia di Treviso) che, inizialmente destinato da Heineken alla chiusura, fu poi ceduto (assieme al marchio) a imprenditori terzi (nel caso, la Birra Castello di Udine). Si ricorda al riguardo che la riorganizzazione della struttura produttiva del gruppo Heieneken è in sintonia con una più generale strategia di razionalizzazione costi che la multinazionale di Amsterdam sta portando avanti con decisione, non solo in Italia, ma su tutti i mercati maturi dell’Europa Occidentale, compresa la stessa Olanda.
INFOFLASH/HEINEKEN ITALIA Heineken Italia, succursale italiana dell’omonima multinazionale di origine olandese, è nata nel 1974 con l’acquisizione della birreria Dreher. Nel seguito la società ha proceduto ad altre acquisizioni di birrerie italiane, come l’Interbrew Italia (che allora controllava la birreria Von Wunster di Bergamo) e la Moretti di Udine (allora controllata dal gruppo canadese Labatt). Oggi Heineken è il primo gruppo birraio italiano, con una produzione 2005 di 5,8 mio hl di birra, pari ad una quota di mercato di circa il 33%. Dispone di diversi stabilimenti per la produzione della birra: Assemini (Ca), Comun Nuovo (Bg), Massafra (Ta), Messina (in chiusura), impiegando 1.073 unità, con esclusione, però, della rete distributiva. Il gruppo controlla anche PARTESA, il più grande circuito distributivo di bevande nel settore horeca e catering in Italia, con un giro d’affari intorno ai 500 mio euro. Il giro d’affari consolidato del 2005 è stato di 1.228 milioni di euro, impiegando 1.073 unità, con esclusione, però, della rete distributiva. Heineken Italia, oltre a produrre e distribuire alcuni noti marchi nazionali (quali Birra Moretti, Moretti Zero, Baffo d’Oro, Dreher, Icnusa, San Souci, Messina, ecc.) produce e distribuisce anche altri importanti marchi della casa madre (in primis Heineken, ma anche Amstel, Mc Farland, Murphy’s, Fischer , ecc) e, su licenza della Aneuscher Busch americana, il marchio Budweiser. Inoltre importa e commercializza in Italia numerose altre marche del gruppo.
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