Il personale di Hennessy Cognac è entrato in sciopero per opporsi ai piani di LVMH, il gruppo madre, che punta a spostare l’imbottigliamento del Cognac in Cina. La mossa nasce dalla necessità di aggirare le elevate tariffe imposte da Pechino sui brandy europei, conseguenza della guerra commerciale tra Unione Europea e Cina.
LVMH, che ha recentemente ristrutturato il management di Moët Hennessy, sta valutando l’esportazione del Cognac in grandi cisterne per poi imbottigliarlo sul territorio cinese. Questo permetterebbe di evitare il 35% di dazi aggiuntivi introdotti dalla Cina come ritorsione contro le nuove tariffe europee sulle auto elettriche di fabbricazione cinese. Tuttavia, il piano ha provocato un forte dissenso tra i dipendenti e i sindacati.
Una Proposta che Preoccupa i Lavoratori
Frederic Merceron, rappresentante sindacale a Cognac, ha commentato: “La direzione ci ha informati che intende fare dei test per esportare il prodotto in cisterne e imbottigliarlo in Cina tramite un fornitore locale. Possiamo facilmente immaginare l’impatto sull’occupazione.” Merceron ha definito il progetto una “doccia fredda” per i lavoratori.
Anche altri rappresentanti del personale hanno espresso perplessità riguardo alla logistica, sottolineando quanto sia inefficiente trasportare materiali come bottiglie, etichette e tappi fino in Cina. Inoltre, temono che questa strategia possa danneggiare l’immagine di Hennessy, legata indissolubilmente alla regione francese della Charente.
Il Punto di Vista del Settore
Il BNIC (Bureau National Interprofessionnel du Cognac), l’ente che rappresenta il settore, ha avvertito delle potenziali ripercussioni della disputa commerciale con Pechino. In un comunicato, il BNIC ha dichiarato: “In attesa di una soluzione negoziata e vista la situazione di deterioramento, alcune maison potrebbero essere costrette a esplorare tutte le opzioni per mantenere la loro presenza sul mercato cinese.”
Con la Cina come secondo mercato di esportazione più importante per il Cognac, i produttori sono preoccupati. Questo spirit rimane il più popolare tra quelli importati nel Paese, ma le nuove tariffe rappresentano una minaccia seria. I timori sono amplificati dalla possibilità di ulteriori pressioni commerciali negli Stati Uniti, il più grande mercato di esportazione. Donald Trump, allora presidente eletto, ha minacciato di introdurre barriere tariffarie su tutti i beni importati, nel tentativo di riequilibrare il commercio e incentivare il consumo di prodotti nazionali.
Le Scelte dei Grandi Produttori di Cognac
La strategia di LVMH rappresenta una rottura significativa rispetto alla tradizione, essendo il primo produttore di Cognac a considerare l’imbottigliamento fuori dalla Charente. Tuttavia, non tutti i concorrenti sono disposti a seguire questa strada. Rémy Cointreau, un’altra delle principali maison di Cognac, ha dichiarato a Reuters che non prenderà in considerazione spedizioni in cisterna, preferendo mantenere l’intero processo produttivo in Francia.