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In tempi di riflessione e ricostruzione, nel mondo dell’hospitality c’è chi ha appena rinnovato la propria proposta, con colpi di mercato di altissimo livello. L’Hotel Chapter Roma, aperto lo scorso anno all’insegna dell’innovazione e dell’approccio fresco, ha svelato il nuovo team, puntando su uno dei top player del settore.
Mario Farulla, guru del bere nazionale e non, già stella del bancone di Baccano in Fontana di Trevi, portato a ridosso della celebre lista dei World’s 50 Best Bars (al numero 70) nel 2019. Farulla ha annunciato l’inizio della sua nuova avventura sui suoi social, dove è seguitissimo, raccontando di aver trascorso sei mesi a pianificare e progettare, “in un momento estremamente complesso, dove la speranza e la luce imprenditoriale romana è riuscita a dare vita a qualcosa di nuovo”.
Nuovo che si nutrirà dell’esperienza di Farulla, per rilanciare un concetto di bar che va ormai perdendosi: quello di bar d’hotel. “Già durante la mia permanenza in Baccano mi sono convinto sempre più: il bar è la casa di chi vuole bere, è l’atmosfera a convincere l’ospite, non servono etichette sulla tipologia di bar. Ho sempre amato la contaminazione, uscire dagli schemi conservando standard alti e un’ospitalità personalizzata per ogni cliente. La sfida oggi è far sì che in Italia non ci si intimidisca più di fronte al bar di un albergo, che nell’immaginario comune è legato a concetti di lusso e inaccessibilità”. Per questo motivo Farulla tiene a definire il Lobby Bar del Chapter uno street hotel bar, con ingresso indipendente, staff in abbigliamento informale e prezzi abbordabili, sposando la linea e la filosofia dell’albergo.
Il Chapter nasce infatti da un’idea dell’imprenditore romano Marco Cilia, che lo scorso anno aveva deciso di proporre un lusso accessibile alla platea sempre dinamica di turisti e italiani. I prezzi delle consumazioni saranno quindi più contenuti rispetto a quelli classici dei bar d’albergo (si rimane nel range 10-12 a drink), con la possibilità per gli ospiti dell’hotel di poter degustare cocktail ready to drink in camera e avere un kit di miscelazione a disposizione. La drink list ufficiale sarà presentata a fine mese, nel frattempo saranno disponibili i classici e delle rivisitazioni semplici ma d’effetto, con orario prolungato fino alle 2 del mattino. Un ulteriore passo verso l’eccellenza della miscelazione, che già sta comunque vivendo un ottimo momento nel Paese: “L’italia ha dimostrato di avere ottimi barman e ottimi bar. Stiamo prendendo le piazze più importanti per blasone e qualità del servizio, anche perché si capisce finalmente che fare sistema è utile. Molti professionisti stanno rientrando dall’estero, e il meglio deve ancora venire”.
Si punta al concreto, per quanto mirare in alto non faccia mai male, prosegue Farulla: “I risultati arrivano solo dopo mesi di duro lavoro. Adesso la nostra priorità è far funzionare l’attività, creare posti di lavoro, mantenere un’economia sana. Se poi dovessero arrivare riconoscimenti e premi (vedasi un nuovo ingresso nella 50 Best, ndr) sarà gratificante e non ci tireremo certo indietro”. Inevitabile una riflessione sul momento attuale, spinoso per chiunque e ovunque e spesso incerto, soprattutto per il settore della ristorazione e dell’ospitalità; c’è spazio per l’ottimismo, in ogni caso: “Lo smart working spinge la gente a riposarsi paradossalmente fuori casa, c’è più voglia di uscire per staccare la spina. E poi l’istinto umano è sociale, magari adesso va affrontato in maniera diversa, ma sono certo che i bar reagiranno bene. Il Coronavirus ha rallentato l’andamento naturale delle cose, ma si tornerà ai livelli di prima. Forse addirittura con qualcosa in più”.
Da segnalare anche un altro ingresso di grido per il Chapter. In cucina arriva Davide Puleio, figlio della capitale, già salito alla ribalta a Milano: con le redini tra le sue mani, il ristorante L’Alchimia, gestito da Alberto Tasinato, ha infatti conquistato la prima stella Michelin lo scorso anno. Puleio rientra quindi alla base, spinto dall’amore per la sua terra, dopo svariate esperienze anche all’estero, su tutte quella al Noma di Copenaghen con René Redzepi (miglior ristorante del mondo nel triennio 2010-2012 e una quarta volta nel 2014). Il ristorante sarà attivo da novembre, con menu alla carta e due percorsi degustazione. L’obiettivo? Parla Cilia: “Portare Chapter ovunque in Italia. In ogni regione del paese un turista potrà trovare il nostro nome e la nostra qualità”.
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