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L’anticamera della più prestigiosa classifica nel mondo del bar, per chi ama il calcio potremmo definirli i preliminari di Champions della 50 Best Bar: signori e signore, è uscita la lista dei locali Discovery, e per l’Italia ci sono buone notizie.
Ma andiamo per gradi, e proviamo a partire dall’informazione fondamentale, ovvero dai nomi di chi entra nella prestigiosa classifica, da nord a sud: Bar Cavour a Torino, Doping Club, Ceresio7 e Carico a Milano, Atrium Bar e Caffè Gilli a Firenze, e infine The Court a Roma.
Partendo da questi nomi, dalla tipologia di locali e dalla loro numerica, possiamo trarre alcune conclusioni decisamente interessanti. La prima è semplicemente numerica, ovvero l’Italia cresce nella classifica, confermando il trend positivo degli ultimi anni. Cosa significa questo? Beh possiamo dedurre che molti giurati internazionali siano diventati sempre più affezionati frequentatori del Bel Paese, e lo abbiano in qualche modo inserito come tappa rilevante nel Grand Tour che precede le votazioni, e in questo il risultato si vede. È altresì interessante notare che ci si sta muovendo anche al di fuori delle due capitali del paese (quella politica, ovvero Roma e quella economica, Milano), andando a cercare nuovi poli d’interesse come Torino, Firenze e Napoli. Questo ovviamente può essere un segno di speranza anche per la “provincia” della mixology nostrana.
I Bar d’Hotel
Da sempre i grandi bartender d’hotel a livello mondiale sono stati nei italiani, ma spesso hanno esercitato la loro professione all’estero (Londra in primis) creando così la leggenda del nostro paese, ma non dei suoi hotel. Finalmente anche da noi pare sdoganato il concetto che questi templi dell’accoglienza sono aperti a tutti i consumatori, e per la prima volta vediamo ben tre bar d’hotel entrare in Discovery, meravigliosamente distribuiti su tre città: Milano (Doping Club), Firenze (Atrium Bar) e Roma (The Court). Sperando di poterne vedere uno o più nelle posizioni alte nei prossimi anni, possiamo intanto congratularci per questo primo passo.
Milano e Firenze
In valori assoluti e relativi, sono Milano e Firenze ad essere cresciute di più, con tre e due nuove entrate. Milano sembra ormai mirare al ruolo di capitale del bere nazionale, con un susseguirsi di aperture di livello e di conferme che negli ultimi anni l’hanno fatta crescere tantissimo, e non ci sorprenderebbe se anche nelle posizioni alte avesse ancora da dire la sua. Ancora più specifico il caso di Firenze, divenuto il terzo polo nazionale grazie a una serie di grandi bar d’hotel e di nuovi locali, affiancati a caffè storici capaci di reinventarsi. Detto questo è innegabile il merito di Florence Cocktail Week che ha saputo rendere la città tappa obbligata per giurati internazionali e guest.
La forza dei Bartender
Luca Picchi, Guglielmo Miriello, Matteo Zed; nomi ben conosciuti a chiunque n Italia sia un appassionato di cocktail. Ed è innegabile che dietro all’entrata dei loro bellissimi locali nella classifica si legga forte la loro firma. Paradossalmente tutti e tre si sono infatti trovati a combattere contro locali troppo belli o troppo celebri, dove il consumatore sarebbe venuto comunque, e avrebbe speso qualsiasi cifra anche soltanto per uno Spritz o un Gin Tonic. Invece grazie a questi tre maestri è stato possibile prendere per mano il cliente e renderlo partecipe del bere bene, facendolo tornare non per una foto alla location, ma per la qualità, e questa a parere di chi scrive è una sfida vinta
Il caso di Carico
Infine merita di essere citato il caso di Carico. E‘ vero che il nome di Dom Carella non è certo quello dell’ultimo arrivato, ma il suo Carico all’inizio di via Savona nel capoluogo milanese è riuscito a farsi conoscere e riconoscere in tempo record, e questa menzione ne è sicuramente la prova. Essendo poi il concept del bar incentrato sulla semplicità, fa ancora più piacere scoprire questo risultato, perché dimostra che con le idee e la giusta motivazione, nulla è precluso, anche in un anno terribile come quello del Covid.
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