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L’embargo sulle esportazioni di Champagne in Russia è stato revocato, ma il Comité Champagne si auspica che la questione riguardante la denominazione in etichetta venga risolta presto.

L’organismo commerciale dello Champagne ha confermato che le esportazioni verso la Russia sono ricominciate dopo che le spedizioni erano state fermate all’inizio di quest’anno per una disputa riguardante un nuovo sistema di etichettatura controverso.

Nel luglio 2021, Vladimir Putin ha firmato la legislazione che costringe i produttori francesi a etichettare il loro Champagne come “vino spumante”, riservando l’uso della parola “shampanskoye” (la traduzione russa di Champagne) per le bollicine fatte dai produttori russi.

Molti produttori di Champagne avevano fermato le esportazioni in Russia anche per non rischiare di ricevere sanzioni per via delle etichette delle bottiglie già stampate.

La decisione di riprendere le spedizioni è nata dal desiderio di “non penalizzare i consumatori russi”, che rappresentano il 15° mercato per esportazioni di Champagne.

“Il settore dello Champagne continua a chiedere il pieno riconoscimento della sua denominazione in Russia e la modifica di questa legge per fornire ai consumatori un’informazione chiara e trasparente”, dice il Comité.

La Francia è un paese che storicamente ha sempre lottato per il riconoscimento delle sue denominazioni di origine ed il nome Champagne è legalmente protetto in più di 120 paesi.

Il ministro dell’agricoltura francese Julien Denormandie ha insistito questo mese affinché il governo  non lasci perdere la questione.

La Russia sostiene che la sua nuova legge sta proteggendo l’industria nazionale russa dello spumante, ma i locali di Mosca sembrano essere sconcertati dalla mossa, e in pochi hanno intenzione di modificare i loro carta dei vini per rimuovere marchi di fama mondiale come Dom Perignon, Cristal e Krugg dalla sezione ‘Champagne’.

Secondo il giornale francese Le Monde questa legge servirebbe a favorire Yuri Kovalchuk, intimo amico di Vladimir Putin, che possiede le cantine Novy Svet e Massandra in Crimea.

L’Italia invece è in disputa con la Croazia per la richiesta alla UE della approvazione della denominazione Prošek che se deliberata potrebbe danneggiare il vero Prosecco italiano.

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