Dopo il format numero zero, una delle novità più interessanti dell’edizione 2018 di Identità Golose è stata senza dubbio Identità Cocktail. Perché si inizia sempre dal cocktail, anche quando si va a cena e quindi il mondo della mixology sempre più vede un alleato nel cibo. Identità Cocktail in collaborazione con Arte del Convivio ha visto nei tre giorni di congresso, l’alternarsi di lezioni dedicate alla mixology, ai distillati e agli spirits, tante le novità studiate da talenti barman, chef e pasticceri sul tema della ricettazione.
Professionisti accomunati dalla conoscenza e dalla ricerca dei migliori ingredienti, da utilizzare per grandi ricette. E per rimanere in tema di Fattore Umano, anche qui a fare la differenza sono sempre più spesso l’acume e la curiosità che le persone sono in grado di esprimere nel loro lavoro. Identità Cocktail non è solo un’innovazione in termini di contenuti o una semplice fucina di idee, ma anche il risultato di una straordinaria collaborazione tra aziende del beverage e del food. Nomi importanti a sostegno della kermesse, da Fever Tree, Bibite Sanpellegrino e Sanbittèr, Lavazza in qualità di sostenitore del caffè in mixology, oltre a importanti partner come Caraiba Luxury e per il ghiaccio P&B Line – italian dealer di Hoshizaki. Le 18 lezioni promosse da Bonaventura Maschio, Cocchi, Gilbach Gin, ENTER.Sake, Sella & Mosca, Spirits of Independence per gli spirits, mentre sul fronte food Agrimontana, Longino, Pariani e Tutte le Spezie del mondo. Noi di Beverfood.com siamo stati alla prima delle 18 lezioni in programma, con protagonista Bonaventura Maschio con tutte le spezie del mondo. Sul palco all’esordio il bartender Tommaso Cecca. “Per qualche giorno sono disoccupato- il suo commento al bancone sul palco-prima di tuffarmi in una nuova avventura dopo dieci fantastici anni al Cafè Trussardi. Preparo dei cocktail, dei Twist on Classic per enfatizzare il prodotto italiano. Si parla di distillati tropicali ma ci siamo dimenticati che abbiamo in casa l’essenza, con la grappa che è un prodotto pulito ed elegante con un gusto che sorprende per versatilità con l’utilizzo di botaniche e spezie in grado di raccontare il nostro lavoro nella sua complessità e nella strategia di vendita molto reale”.
Una prima lezione dove protagonista c’erano anche “Tutte le spezie del mondo”, con l’utilizzo di un lime del Libano. Non è un negozio ma un laboratorio, una sorta di collezionista dove viene dato spazio alla sperimentazione e all’attività ricerca che non finisce mai. Una collaborazione che apre al mondo, un’idea che nasce sei anni fa, che oggi può contare su una qualità di 600 prodotti declinati in diversi formati. Una serie di botaniche, dal lime disidratato alle volte immerso in acqua bollente e salata aroma persistente di buccia di agrume, con un leggero aroma citrico fermentato utilizzato come in Medio Oriente. Tornando a Tommaso Cecca, a Identità di Cocktail ha raccontato un pezzo della sua storia. “Ho vissuto in meno dieci anni due generazioni di questo mestiere, quando ho iniziato lavoravo in un piccolo bar sotto casa dove se non facevi girare neanche una bottiglia come nei film non andavi bene, siamo entrati in un secondo stadio che è vintage e se non sembri catapultato in epoca proibizionista allora non sei abbastanza barman. Per fortuna stiamo superando anche questo concetto, verso la riscoperta di prodotti veri e sempre più nostrani”. Un concetto di cocktail sour rivisto con la grappa di Prime Uve. Qual è futuro? Secondo Tommaso Cecca il mondo della grappa sicuramente nei prossimi anni sarà la vera innovazione, una sorpresa sia liscia che nei coctkail. “Come già fatto con il Beer americano dove abbiamo aggiunto la birra al vermouth e oggi è bevuto sia in Russia come negli Stati Uniti, se faremo dei drink con la grappa al centro e lo presenteremo e serviremo tutti i giorni nei nostri locali, mettendo insieme dei sapori che io spiego sempre visto che i cocktail vanno assaggiati prima e dopo, allora avremo sdoganato la grappa come prodotto globale”.