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James Watt, CEO di BrewDog, birrificio scozzese fondato nel 2007 insieme a Martin Dickie, ha fornito un aggiornamento riguardo le attività e i risultati raggiunti negli ultimi 12 mesi, riflettendo anche sulla direzione e sugli obiettivi futuri dell’azienda.

James Watt, CEO di BrewDog

Affidandosi ad un post su Linkedin, Watt ha riportato i dati attestanti la crescita del business di BrewDog, ad oggi il 14° marchio di birra a maggior valore a livello globale, con un totale di quasi 2 miliardi di dollari, come scritto da Brand Finance. Il birrificio è l’unico del Regno Unito classificato nei primi 50 e ha superato perfino Carlsberg. Nell’ultimo anno, BrewDog (che afferma di essere diventato “il primo in Europa” e quello in più rapida crescita in patria) ha venduto in media ben 2 lattine di birra al secondo, ottenendo un aumento delle vendite totali del 20% nonostante la pandemia, e ha aperto 16 nuovi locali, tra cui il più grande, il BrewDog Waterloo, nel pieno centro di Londra. L’azienda possiede complessivamente più di 40 bar in tutto il mondo, ha impianti produttivi in Germania, negli Stati Uniti e ovviamente in UK, dove ha creato lavoro per circa 1.200 persone.

Non un semplice birrificio

Ma cosa si cela dietro a questo straordinario e repentino successo? Prima di tutto un’ottima strategia di marketing. L’avventura di BrewDog ha inizio nel 2007 a Fraserburgh, quando i due giovani fondatori, stanchi di bere birra industriale, decidono di produrre in casa la loro birra e poi di venderla nei mercati locali. Il divertente esperimento brassicolo diventa un vero e proprio progetto quando Watt e Dickie ottengono un prestito dalla banca, aprendo così la prima birreria indipendente di tutta la Scozia. Il punto di forza del brand è stato chiaro fin da subito, ovvero la sua identità. Ribelle, anti-industriale, giovane, eccentrica e a tratti anarchica, in una parola: Punk. Il motto “Equity for Punks”, utilizzato per la campagna di crowdfunding, e lo storico slogan “Craft beer for the people!” esprimono perfettamente l’idea di Watt e Dickie di superare la birra industriale diffondendo e democratizzando il più possibile quella artigianale, rendendola accessibile a tutti. Il loro merito è stato quello di saper rimanere sulla cresta dell’onda trovando forme di comunicazione sempre nuove, per quanto spregiudicate e talvolta assurde, come quando nel 2010 lanciarono la birra The End of the History, contenente il 55% di alcol e confezionata in bottiglie di vetro all’interno di animali imbalsamati. Ne vennero vendute pochissime, al prezzo di 700 sterline, producendo un eco mediatico notevole. La prova che solo una corretta strategia di comunicazione può rendere un buon prodotto un vero e proprio trionfo.

La birra The End of the History

Le birre BrewDog

BrewDog produce vari tipi di birre, offrendo una vastissima scelta sia in termini di gradazione che di aromi, sempre molto ricercati ed esclusivi. La più famosa è probabilmente la “Punk IPA”, che è risultata la birra artigianale più venduta nel Regno Unito nel 2019. Cercando sempre di differenziarsi da tutte le altre birrerie, BrewDog ha anche creato una serie limitata di birre sperimentali: le “Abstrakt”, di cui ogni lotto possiede delle caratteristiche differenti date dal tasso alcolico e dallo stile di birra. La maggior parte delle birre hanno inoltre dei nomi dissacranti e difficilmente dimenticabili, come “Sink The Bismarck!” o “Bitch Please”, altro fattore che ha indubbiamente favorito l’affermazione del brand. Ratebeer ha classificato la “Paradox Grain” come la miglior birra Scozzese contemporanea e ha definito gli altri prodotti della scuderia come imponenti e non adatti a chi cerca sapori “dolci e rassicuranti”. Tutte le loro birre sono artigianali al 100%, fatte con malti locali e prive di conservanti artificiali e additivi.

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Gli obiettivi futuri del marchio

“Di tanto in tanto è necessario fare un passo indietro e apprezzare fino a che punto siamo arrivati ​​nell’ultimo anno” ha scritto Watt su Linkedin, non limitandosi a riportare gli straordinari numeri di BrewDog ma esprimendo anche gratitudine per il percorso compiuto dal brand in tutti questi anni e riponendo grande speranza nel futuro.

“Ci aspettano tempi economici più difficili e, come le aziende di tutto il mondo, i nostri costi stanno aumentando. Ma c’è altro in arrivo da noi nei mesi a venire. Apriremo a Las Vegas un altro fantastico bar, e pianteremo oltre 1 milione di alberi nella nostra Foresta Perduta. Soprattutto, continueremo a fare le cose a modo nostro e ad attenerci ai tre pilastri che contano di più per noi: birra, persone, pianeta. E ai 217.803 Equity Punks che hanno riposto la loro fiducia in noi, un grande, importante ringraziamento.”

Per maggiori informazioni:
www.brewdog.com

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