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La passione per il bar, il progetto Cloakroom Cocktail Lab col socio Samuele Ambrosi, la collaborazione con Upperhand Gin: Livio Carrubba a Treviso porta avanti un’idea di miscelazione a tutto pasto, con food pairing studiati nel dettaglio per esaltare tanto i sapori dei piatti quanto quelli dei suoi drink.
Un “oste” per vocazione, come ama definirsi lui stesso, che ha sempre inseguito il sogno di diventare un barman fino alla consacrazione in uno dei cocktail bar più riconosciuti d’Italia: Cloakroom Cocktail Lab, evoluzione del semplice bar e molto più del solito lounge bar che incentra la sua proposta su cocktail di livello e su una grande selezione di Gin.
Beverfood.com ha avuto il piacere di intervistarlo proprio a margine di una serata dedicata al tanto in voga distillato di ginepro, in qualità di Brand Ambassador del marchio italo-scozzese Upperhand Gin. Un Gin gastronomico, da gustarsi tanto in miscelazione quanto in purezza, che proprio Livio Carrubba è stato recentemente chiamato – con successo – ad accompagnare a suon di cocktail a una cena da cinque portate nel cuore di Firenze: “Mi sono sempre definito un oste, come si usa dire a Treviso, ovvero colui che fa della propria professione uno stile di vita. Dall’accoglienza del cliente alla preparazione della consumazione, voglio sempre migliorarmi e crescere sia professionalmente che come persona”, esordisce il giovane barman veneto ai nostri microfoni.
Quando e com’è nata la tua passione per il mondo della miscelazione?
“È nata molti anni fa, quando ero ancora uno studente delle scuole superiori e lavoravo d’estate al bar del mio paese. Ho proseguito con qualche esperienza stagionale per poi trasferirmi a Treviso, cambiando qualche locale e proseguendo passo dopo passo nel mio percorso di crescita”.
La coronazione di questo percorso è arrivata sicuramente al Cloakroom Cocktail Lab.
“Assolutamente sì. È proprio da Cloakroom Cocktail Lab che la mia crescita professionale come barman ha subito una decisa svolta e accelerazione. Sono arrivato come semplice barman, fino a entrare in società con Samuele Ambrosi. Non posso che essere orgoglioso del cammino che ho fatto fin qui”.
Non solo il lavoro di bartender-imprenditore, stai portando avanti anche un’interessante collaborazione col Gin dell’ex campione di judo Alberto “Bert” Borin e di sua moglie Claudia Gamberucci: Upperhand Gin.
“Ho conosciuto Claudia qualche anno fa, quando anche lei lavorava a Treviso. C’è sempre stata stima reciproca tra noi e, non appena mi ha spiegato il progetto e la storia che si celano dietro al loro Upperhand Gin, una rivincita nei confronti della vita fin dal nome stesso del prodotto, mi sono sentito subito parte di questo mondo”.
Cosa ti piace di più di questo prodotto?
“Di Upperhand Gin apprezzo soprattutto la versatilità e il carattere, deciso e connotato ma al contempo gentile. È un Gin semplice, ma complesso, realizzato con appena quattro botaniche: ginepro, limone, aneto e basilico. E ha una bottiglia davvero meravigliosa!”.
Un Gin gastronomico con cui osare, come a quest’evento, proprio a livello di pairing.
“Esattamente. Iniziano a esserci alcuni locali che hanno una vera e propria carta di pairing o che nel menu suggeriscono degli abbinamenti piatto-Gin Tonic o altro tipo di cocktail. Come un vino, se ben abbinato, anche un drink può valorizzare e accompagnare infatti un piatto nel migliore dei modi. Ovviamente ci vogliono preparazione e competenza, l’improvvisazione non porta mai buoni frutti, ma sono contento di vedere che anche il pubblico italiano sta finalmente imparando ad apprezzare il pairing fra cocktail e cucina. Siamo sulla strada giusta!”.
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