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Uomini nerboruti e tatuati, muscoli e barili, bevute goliardiche alzando al cielo boccali stracolmi. Sempre più spesso queste immagini lasciano il passo a quelle di giovani donne che si riconvertono in una produzione decisamente affine al mondo femminile per tradizione e a quelle di bevute in eleganti calici posati a fianco di piatti di alta cucina. Possiamo dire che tutto questo è un ritorno al passato con uno sguardo al futuro.

Giuliana Valcavi, Socia fondatrice e membro del direttivo “Le Donne della Birra”. Direttrice editoriale del “Il Mondo della Birra”

Da sempre, infatti, la presenza femminile nella produzione birraria è stata importante. Gli esempi storici si sprecano. Dal corredo della sposa mesopotamica per produrre birra alla preziosa scoperta dell’utilizzo del luppolo come conservante della birra di Hildegard von Bingen, attorno al 1150, fino alla creazione della prima Weizen Doppelbock bavarese nel 1907 ad opera di Mathilde Schneider, a capo del birrificio Schneider Weisse. Le cose sono cambiate quando la produzione della birra è uscita dall’ambito casalingo per entrare nei conventi e successivamente nel mondo imprenditoriale, dove gli unici a possedere i capitali necessari erano gli uomini. Quindi, anche nel nostro Paese la birra ha avuto a lungo una connotazione prettamente maschile. In primis, a livello produttivo, ma non di meno sotto il profilo dei consumi. Da un po’ di tempo le cose stanno cambiando.

 

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Il gusto per l’amaro

Innanzitutto, le donne hanno iniziato ad apprezzare questa bevanda grazie alla varietà di stili disponibili sul mercato, che vanno ben oltre lo standard delle Lager diffuse con l’inizio della produzione di massa di questa bevanda. Una volta si diceva che le donne non amano l’amaro. E’ una questione atavica, legata alle funzioni di ricerca del cibo, in particolare delle bacche e delle erbe, in epoca preistorica. L’amaro è il sapore del veleno e l’idiosincrasia delle donne per l’amaro metteva al riparo la prole da eventuali avvelenamenti. Ma, tutto cambia e anche queste sensazioni gustative si vanno modificando portando il palato femminile a gradire anche Pilsner e IPA. Diciamo che le donne italiane hanno imparato ad apprezzare la birra nelle sue molteplici sfaccettature, che corrispondono ai diversi stili, tra cui le acide, come le Lambic e le Geuze o, restando sempre in ambito di gusti aciduli, anche le più ‘facili’ Weiss, che annoveriamo tra le preferite delle maggiori appassionate di birra.

6 donne su 10 bevono birra

Il nostro è un Paese con un basso consumo di birra, però abbiamo uno straordinario primato. Siamo il Paese con il più alto numero percentuale di consumatrici di birra in Europa: 6 su 10. Questo indica che abbiamo un approccio alla bevanda nel segno della moderazione e della responsabilità. Appena 30 anni fa le donne che consumavano birra erano il 25%. Cosa è successo quindi? Oltre a cambiamenti in fatto di gusto, ora la birra non è più considerata una bevanda prettamente maschile, associata a momenti goliardici triviali. Inoltre, alcuni pregiudizi (gonfia, ingrassa) “sono stati ridimensionati” (27%) e addirittura il 40% sa che la birra ha meno calorie del vino.

Inoltre, nel frattempo, grazie al ‘movimento craft’, le donne sono entrate nel mondo brassicolo, portando in questo contesto tutta la loro creatività, sensibilità e fantasia sia a livello di produzione che di comunicazione.

Quelle che la producono e la vendono

Diverse le donne che hanno aggiunto la produzione di birra a un’attività preesistente, come, ad esempio, un’azienda agricola che produce materie prime, mentre altre hanno avviato attività di somministrazione e distribuzione di birra o hanno iniziato a offrire servizi di comunicazione e marketing ai birrifici. Per non parlare della moltiplicazione delle beer sommelier, che hanno conquistato importanti riconoscimenti nelle competizioni di settore.

Oggi le donne hanno più facilità all’accesso agli studi, a ottenere titoli professionalizzanti, ad accedere a posizioni lavorative più elevate e a conseguire una maggiore indipendenza e disponibilità economica per avviare proprie attività, cosa che ha permesso l’emancipazione anche nel settore birrario conquistando più rispetto e considerazione rispetto al passato.

 

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L’unione e la gentilezza

Con un quadro così promettente, fatto di una crescente presenza delle donne nel mondo birrario professionale, ma anche di un sempre maggiore gradimento della bevanda tra il pubblico femminile, più di 6 anni fa è nata l’Associazione. Tra i suoi obiettivi, la parità di genere e la promozione di un consumo consapevole e responsabile, oltre alla tutela del rispetto della figura femminile nella comunicazione

“Siamo un’Associazione dedicata alle donne che lavorano nel settore o che, più semplicemente, amano questa spumeggiante bevanda – racconta Elvira Ackermann, presidente dell’Associazione. L’interesse nei confronti della birra, stimolato dalle produzioni artigianali sempre più diffuse e di crescente qualità, ci ha spinto a cercare di migliorarne la conoscenza, soprattutto verso le donne che in Italia per anni ne sono rimaste estranee”. “Oltre a valorizzare e diffondere la cultura birraria attraverso degustazioni, eventi, corsi, incontri e tour – aggiunge la vicepresidente Federica Felice con tutti i professionisti e appassionati del settore intraprendiamo efficaci collaborazioni sotto il segno della birra”.

Dalle fiere ai convegni e tanto altro

Dal 2015 l’Associazione Le Donne della Birra accoglie al suo interno appassionate e professioniste del settore ed è strutturata con ambasciatrici regionali che diffondono la cultura birraria sul territorio. Associarsi vuol dire aumentare la propria visibilità, partecipare a una serie di eventi organizzati in sinergia con aziende, enti, associazioni e testate giornalistiche, partecipare a corsi di aggiornamento e formazione, usufruire di spazi di comunicazione su diversi media e social e usufruire di sconti e promozioni e partecipare a fiere e manifestazioni nazionali e internazionali, beer tour e visite a birrifici. In questi anni, l’Associazione ha partecipato ai più importanti eventi del settore: Beer&Food Attraction, Il Birrario dell’Anno, Hospitality, Craft Beer Italy e Cibus nonché a numerosissimi eventi locali, sempre con iniziative di alto profilo. Tra le operazioni più attese, il Premio Le Donne della Birra, consegnato a Beer&Food Attraction, che nelle due prime edizioni ha portato a premiare publican e distributrici, dando rilievo a figure professionali troppo spesso sottovalutate nella filiera brassicola. Tra le iniziative, anche la brandizzazione di un calice (nella foto d’apertura) destinato a valorizzare la degustazione della birra.

LE TAPPE DELL’ASSOCIAZIONE

  • 2015: nasce l’Associazione Le Donne della Birra
  • 2016: prima partecipazione a Beer Attraction e a Il Birraio dell’Anno
  • 2017: convegno ‘Parlare di birra alle donne’ Contest fotografico ‘Le donne nella Birra’
  • 2018: workshop ‘Birre con il tocco femminile’
  • 2019: prima edizione de Il premio Le Donne della Birra
  • 2020: evento ‘I sensi delle donne per la birra’ Programmi on line #lontanemaunite Sondaggio ‘Birra e nuovi stili di consumo’ Pubblicazione e-book ‘Birra pret-à-manger’
  • 2021: richiesta ristori per pub e birrifici e sostegno economico all’ingresso delle donne nel comparto

www.ledonnedellabirra.it

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