Anche nel buio di questa quarantena, qualche raggio di soddisfazione riesce a rischiarare le giornate degli amanti dei distillati italiani. È di poche ore fa la notizia che il vincitore della categoria “Aged Gin” della prestigiosa “ Gin Guide”, riconosciuta come guida di valore globale ed assolutamente indipendente, è l’Old Tom Gin di Winestillery.
Anche quest’anno gin di oltre 30 paesi hanno partecipato nelle varie categorie di The Gin Guide Awards 2020, competendo a seconda della tipologia di produzione e di stile. Ogni singola bottiglia è passata al vaglio di un rigoroso processo di degustazione alla cieca condotto da un grande panel di illustri esperti di gin, distillatori, rivenditori e mixologist.
Per capire al meglio come abbia fatto questo Old Tom Gin ad qualificarsi come primo non nella propria categoria di appartenenza, ma in quella degli Aged dobbiamo fare un passo indietro, e spostarci a Gaiole in Chianti, terra di vino, dove questo distillato viene prodotto.
Sulle dolci colline del Chianti Classico sorge da meno di un anno Winestillery, la prima ed unica Vinstilleria al mondo, che usando Alcool distillato dal vino produce spirits che si inseriscono di diritto nella lunga tradizione Toscana che parte dalle abazie e giunge fino alle botaniche (in primis il ginepro) esportate in tutto il mondo.
Oltre ad un ottimo London Dry e ad una Vodka, il Master Distiller Enrico Chioccioli Altadonna si è voluto cimentare in una sfida personale: creare un Old Tom senza aggiunta di zucchero.
Già, perché come noto, questo stile di Gin di grande popolarità in Inghilterra tra il XVIII e il XIX secolo si caratterizza per il gusto molto dolce dovuto al già citato edulcorante aggiunto al distillato nel tentativo di mascherare il suo gusto pungente dovuto ai difetti della distillazione di quell’epoca.
Tramite la scelta delle giuste botaniche della tradizione Toscana, naturalmente dolci, è stato distillato questo Old Tom unico al mondo, e per renderne più tondo il gusto viene (eccoci al punto) invecchiato in barriques di rovere francese dove precedentemente è stato elevato Sangiovese.
Un tocco in più a livello tecnico, ma anche una ricostruzione “romantica” visto che nel XVIII secolo il distillato veniva messo direttamente in barrique, trasportato in essa e e spillato nei gin palace direttamente dal legno
Una ricetta vincente, che aveva già ad inizio Estate convinto la giuria di IWSC che lo aveva premito con la medaglia d’argento, e che trova ulteriore conferma della sua giusta intuizione con il primo posto nella Gin Guide di quest’anno.
Dal “vecchio Tom” all’ “invecchiato Tom” sembrano essersi spostate solo poche lettere, ma sufficenti a caratterizzare un nuovo stile di Gin orgogliosamente Made in Italy che all’estero vince e convince sempre di più.