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Il Negroni compie cent’anni, e questo è ormai fatto assai noto. Se il primo secolo è stato lungo e pieno di successi, il cocktail italiano più amato al mondo si deve ora preparare alle sfide del futuro. Come si evolverà l’eredità del Conte nei prossimi cent’anni? Uno dei trend in maggior crescita a livello mondiale è quello dei Craft Spirits o delle Microdistillerie che dir si voglia, ed è innegabile che tra prodotti e produttori storici e novità di mercato oggi in Italia questo mondo sia estremamente affascinante. A noi di Beverfood Ci piace pensare che il futuro del Negroni possa essere (anche) territoriale e a Km 0, e per questo abbiamo deciso di proporvi 4 ricette regionali e monobrand, da nord a sud (con uno sguardo alle isole) per festeggiare al meglio il futuro:

Nord Italia: Fred Jerbis e il Negroni Fiulano

 

 

Federico Cremasco ha ormai da anni affiancato al lavoro di barman quello di dliquorista, e per farlo è partito dalle basi, ovvero dalla coltivazione di botaniche e spezie. Nella zona collinare delle prealpi friulane ha individuato un luogo perfetto, dove le piante crescono senza inquinamento o contaminazioni. Il territorio è un aspetto fondamentale per il progetto Fred Jerbis, visto che tutte le bottiglie dell’azienda tendono al km zero grazie ad una rete di collaborzioni con micro produttori che garantiscono sempre ingredienti di prima qualità. Il sogno di Federico è quello di realizzare il miglior Negroni cocktail al mondo, e per farlo ha elaborato i prodotti non pensandoli singolarmente ma ragionando piuttosto alla loro miscelazione. Ne sono nate tre bottiglie equilibrate e facili da bere ma, allo stesso tempo, ricche di profumi e sfumature che non si perdono (anzi si esaltano) al loro incontro.

 

Centro Italia: Taccola e il Negroni Toscano

 

 

Una realtà che comincia con l’amore di una famiglia, più di cento anni fa, e prosegue nel nome del territorio e dei valori antichi. Senza dimenticare di avere orizzonti larghi per espandersi verso nuove idee. L’azienda Taccola, con l’orgoglio toscano che la contraddistingue, mira a conquistare i cuori degli appassionati di tutta Italia senza mai dimenticare le proprie origini. L’azienda infatti continua a proporre tutti i prodotti che l’hanno resa celebre dal 1895 ad oggi, ma con lo sguardo proiettato al futuro. L’incontro delle tre bottiglie Taccola da vita ad un Negroni che racconta il territorio del Conte, e non è un caso che anche Luca Angeli al Four Seasons di Milano abbia deciso di imbottigliarli insieme e di proporli nel suo splendido Bar d’Hotel.

 

Sud Italia: Vecchio Magazzino Doganale e il Negroni Calabrese

 

 

In pochi anni alla conquista del mondo partendo dalla punta dello Stivale. Vecchio Magazzino Doganale ha conquistato tutti con prodotti eccezionali e uno storytelling avvincente. Anche se a differenza delle altre aziende citate il liquorificio rurale di Ivano Trombino non ha a disposizione un vero e proprio Vermouth, il problema è brillantemente ovviato grazie alla versatilità di Frack, un liquore a base di vino moscato passito calabrese (presidio slow food) che sia al naso che al palato si dimostra un validissimo sostituto. Anche qui la ricerca dei prodotti locali la fa da padrona, e i successi di Jefferson a livello internazionale raccontano di un’azienda con le idee chiare capace di portare la Calabria nelle bottigliere di tutto il mondo.

 

Isole: Macchia e il Negroni Sardo

Tutto iniziò con il Vermouth, che come ci raccontò Emilio Rocchino in un’intervista qualche anno fa ha un legame storico con l’Isola “Se infatti è noto a tutti che il Vermouth nasce in Piemonte, può sfuggire che all’epoca il regno dei Savoia si chiamava proprio “Regno di Sardegna”, e comprendeva  anche questa regione. In libri dell’epoca menzionato il  Moscato Sardo come ingrediente adatto per la realizzazione del Vermouth, vista la sua alta concentrazione zuccherina. In quell’epoca lo zucchero era molto caro, quindi questo vino si prestava molto” Da allora la famiglia di Macchia si è allargata grazie al Gin e al Bitter. Ognuno di questi prodotti si caratterizza per botaniche autoctone e uniche presenti sull’isola, e il Negroni che nasce dal loro incontro porta con se il mare e il vento della sua terra d’origine.

 

 

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