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A Gavi è in atto un ribaltone nel mondo del vino territoriale. Un vino profondamente legato ai suoi luoghi di origine, un vino che definire territoriale è azzeccato, ma capace anche di guardare al mondo, di parlare di concetti nuovi di smart wine. La conferma arriva dalle tre giorni del Festival Di Gavi in Gavi. Territorio e turismo, colline del vino che sembrano disegnate a tavolino, la vigna che avanza. Un Consorzio capace di lavorare unito e insieme al territorio, ogni volta fa scoprire qualcosa di nuovo.

Sapevamo della versatilità del vitigno cortese, ma è versatile anche la strategia del grande bianco piemontese, che ora punta ad arrivare nelle case degli italiani e far diventare il Gavi un vino pop in senso popolare. Forse per questo come testimonial del Festival Di Gavi in Gavi è stata ingaggiata Antonella Clerici. Un volto noto della tv, per arrivare in maniera popolare sulle tavole degli italiani. Ma dall’altro lato, Gavi non perde la sua vena stellata e la voglia di sorprendere, un vino ordinato anche dagli ispettori Michelin nella scena cult del film il Sapore del successo del 2015 con Bradley Cooper tanto per citare un esempio della sua fama globale.

Chef stellati e personaggi importanti come testimonail. Andrea Ribaldone è uno chef con esperienze che lo stanno portando a dirigere le cucine di alcuni tra i ristoranti più in voga del momento. Un figlio della provincia di Alessandria, uno chef territoriale che ha messo nel piatto un viaggio del mondo intorno al Gavi, nella cena di gala organizzata nel chiostro del Convento di Nostra Signora delle Grazie. “Il Gavi tra Occidente e Oriente”. L’alta gastronomia dello pluripremiato chef Andrea Ribaldone ha omaggiato l’anima cosmopolita ed esaltato la versatilità del Gavi Docg in abbinamento alle raffinate ricette di ispirazione internazionale. E anche qui la versatilità del grande bianco piemontese si è fatta sentire. Sugli antipasti la bollicina, una nuova frontiera della denominazione la produzione di metodo classico da campionissimi, con raffigurata in etichetta la bicicletta di Fausto Coppi. Sul risotto al bianco e nero di seppia con yuzu e battuto di scalogno, la versione del bianco, mentre con il sottofiletto di agnello con salsa alle ostriche belon con misticanza di insalata e alghe wakame la tipologia riserva. Un abbinamento costruito intorno al Gavi, capace di reggere il paragone e il confronto con diversi piatti. Delle 13 milioni di bottiglie prodotte solo il 15% resta in Italia, con un posizionamento alto nel comparto horeca oppure un consumo direttamente nel territorio. Da questo parti si sente ancora forte l’influsso di Genova, le ville dei nobili e della borghesia genovese hanno sempre fatto da sfondo al paesaggio. Sono stati loro tra i primi estimatori del Gavi, ecco perché la denominazione ha sempre avuto un prezzo medio a bottiglia da fare invidia a molte altre zone d’Italia. Non è azzardato un paragone con lo Chablis, tant’è che anche i francesi sono venuti a Gavi, con Elise Lemoine, rappresentante del BIVB – Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne, che in una Masterclass molto partecipata ha approfondito le similitudini e le differenze tra il Grande Bianco piemontese ed uno dei più importanti bianchi al mondo.

Gavi e Chablis

La prima edizione del Di Gavi in Gavi festival è stata un successo”– il commento del presidente del Consorzio Tutela del Gavi Roberto Ghio, a conclusione della tre giorni che ha animato il territorio. Incontri, dibattiti, degustazioni, abbinamenti tra “vino & cibo” e “arti e cultura”, un lungo week end a Gavi che ha coinvolto quasi 6000 persone. Food & wine lover, viaggiatori del gusto, gastronauti tra cui molti giovani hanno goduto di questo angolo di Piemonte fuori dai percorsi del turismo di massa, assaggiando nelle 6 Corti aperte per l’occasione i prodotti tipici degli 11 comuni della denominazione del Gavi Docg abbinati a oltre 160 etichette, serviti da una squadra di 19 sommelier. Antonella Clerici madrina dell’evento e nuova grande amica del Gavi, di cui si dichiara ambasciatrice, ha consegnato il premio 2019 alla “tartare di culatello al Gavi”, ricetta del Comune di Serravalle Scrivia, come miglior abbinamento tra il grande bianco piemontese e la cucina del territorio. “Dopo 6 edizioni di Di Gavi in Gavi, abbiamo voluto introdurre alcuni cambiamenti nel format, spostando la data e arricchendolo di contenuti che sono stati apprezzati dai nostri visitatori- conclude Roberto Ghio- puntando sulla qualità degli appuntamenti e focalizzando il Festival sul vino vissuto in diverse declinazioni”.

INFO www.consorziogavi.com

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