© Riproduzione riservata
Mentre l’Italia si avvia faticosamente ma (pare) con successo sulla via del ritorno alla normalità, gli strascichi dell’emergenza COVID continuano ad infuriare nel mondo. Nessun continente è esente dalle pesanti conseguenze economiche di questa pandemia, e in questo momento guardandosi indietro ci si rende conto del peso che le scelte dei governi nazionali hanno preso durante il picco, e delle loro conseguenze sul nostro presente. Abbiamo chiesto a quattro bartender in tre continenti di raccontarci le loro esperienze, prima, dopo e durante. Quattro storie di quattro italiani che si sono trovati (e si trovano) ad affrontare la ripartenza, chi con speranza, chi dovendo ricominciare. Ecco le loro storie e i loro punti di vista:
Jacopo Rosito – Le Sirenuse Miami –Miami, Usa
Com’è stata affrontata l’emergenza COVID negli USA?
Personalmente mi sarei aspettato che gli Stati Uniti affrontassero questa emergenza in modo migliore. è stata molto sottovalutata, e ora ne stiamo pagando le conseguenze. Molti paesi europei sono in via di miglioramento mentre noi invece stiamo peggiorando giorno dopo giorno. Molti bar e ristoranti si sono trovati a chiudere per piu di un mese quando la situazione era sotto controllo avendo la possibilita di fare solo “to go” cocktails and food. In America in generale (esclusa NY) non c’e mai stato un vero lockdown e la gente ha continuato a fare la vita regolare e viaggiare. Lo spazio aereo nella nazione non e mai stato chiuso e insieme alle molte proteste che ci sono state in questi ultimi mesi penso abbiano contribuito al diffondersi del virus.
Che conseguenze ha avuto sulla ristorazione, e più nello specifico sul mondo del bar?
La situazione come in tutto il mondo non e delle migliori, ristoranti e bar vivono di cash flow e quando si trovano a essere chiusi per due mesi e difficile andare avanti. E davvero triste vedere che molti posti, anche storici, abbassare la saracinesca per sempre. Purtroppo questa e la pura e cruda verità, i piu fortunati che si sono trovati a stare in piedi hanno dovuto adattarsi ai nuovi regolamenti per health and safety dei clienti e del proprio staff, diminuendo il limite di capacita delle sedute per rispettare le distanze. Quello che sto vedendo nel mondo del bar e dei ristorant, e che moltii si sono trovati a rivedere un po l’offerta data al cliente. Mi rende molto fiero essere parte di questa industry e vedere come anche o liquor brands cercano di fare di tutto per aiutare la bar industry.
Come procede la ripartenza in questo momento?
Sono molto ottimista per il futuro, penso che la gente ha voglia di tornare a fare la vita normale e divertirsi ma al tempo stesso ci vorra ancora un po di tempo. La domanda chiaramente al momento non e la stessa di prima ma l’importante e operare rispettando tutte le precauzioni necessarie per la sicurazza del proprio staff e del cliente. Nel mio caso qui in Florida la situazione non e delle migliori al momento dovuta alla bassa stagione, covid e ora la stagione degli uragani. Prevedo una ripartenza non prima di ottobre e spero che questo virus siamo solo un brutto ricordo al piu presto.
Iilia Gorshkov – Revolucion Cocktail Shanghai – Shangai,Cina
Com’è stata affrontata l’emergenza COVID in Cina?
Tutto è cominciato per noi intorno al 20 di gennaio , quando alla televisione , YouTube e dal semplice passaparola si è cominciata a spargere la voce della pandemia, e quindi la paura. Subito abbiamo notato una carenza di clienti e dei frequentatori usuali del nostro locale. In una settimana abbiamo visto un crollo di circa il 20/30%. Da lì la decisione di chiudere il 26 fino a i primi di marzo. Negli stessi giorni Shanghai si è svuotata, sembrava una città fantasma. Impressionante pensando che si tratta di una città con quasi 25 milioni di abitanti, improvisamente deserta. poi hanno sigillato la città di Wuhan e allora la situazione che fino a quel momento sembrava sotto controllo, è precipitata di botto
Che conseguenze ha avuto sulla ristorazione, e più nello specifico sul mondo del bar?
Le Conseguenze sono state durissime. Per il nostro bar, che è parte di una grossa società, i primi mesi durante il Covid sono stati duri, ma ora ci siamo ripresi. Ma molti bar, ristoranti, attività private, piccoli tabaccai , fino a grossi supermercati hanno chiuso definitivamente.
Come procede la ripartenza in questo momento?
La ripresa procede molto bene a pochi mesi dalla riapertura , ma con ancora con le frontiere chiuse. In Cina al momento vige il blocco delle frontiere, quindi nessuno puô rientrare e pochi possono uscire sia per cause di mancanza di voli che per i costi che al momento sono veramente altissimi
Noi ci siam riusciti a ritornare al 90% di quello che facevamo prima, ma molti come ho detto prima ancora soffrono , sia per la mancanza di soldi che per la mancanza di stranieri/ e turisti.
Giovanni Allario – Le Syndicat Cocktail Club – Parigi, Francia
Com’è stata affrontata l’emergenza COVID in Francia?
L’emergenza covid in Francia e’ stata sentita e di conseguenza riconosciuta come tale un paio di settimane dopo l’italia. Le misure messe in atto sono state simili un po’ dappertutto, con due mesi e mezzo di chiusura e confinamento obbligato.
La differenza e’ stata piuttosto nella riapertura, che qui e’ stata un po’ più graduale. Abbiamo avuto prima solo la vendita d’asporto (che era già permessa durante il covid, ma vista la situazione sanitaria e economica abbiamo preferito non abbordare) per una ventina di giorni, dopodiché il permesso di aprire solo le terrazze dei bar e ristoranti per due settimane, e a meta’ giugno la riapertura e’ stata totale con obbligo di portare le mascherine e distanze di sicurezza.
Che conseguenze ha avuto sulla ristorazione, e più nello specifico sul mondo del bar?
L’impatto sul mondo della ristorazione e’ stato bello pesante e per fortuna gli aiuti statali sono stati all’altezza delle aspettative per non far morire un settore che in Francia come in Italia e’ estremamente presente nella vita quotidiana della gente.
Come procede la ripartenza in questo momento?
Il momento più duro paradossalmente e’ il post confinamento. Con la riapertura dei commerci gli aiuti sono diminuiti se non finiti e tra la paura generale e il divieto di viaggio ancora attivo da alcuni paesi esteri abbiamo molti meno turisti, che rappresentano circa il 40% dei nostri clienti. Per fortuna il turismo interno continua e sebbene siamo in deficit rispetto all’anno scorso non siamo in perdita e riusciamo a stare sopra la linea di galleggiamento.
Leonardo Filippini –Beaufort Bar at the Savoy – Londra, UK
Come è stata affrontata l’emergenza COVID in Inghilterra?
Quando il Covid è arrivato a Londra, in Italia la situazione era già grave da circa 3 settimane. Durante quei giorni io mi trovavo in Italia in vacanza, proprio quando il presidente Conte dichiarò la zona rossa su tutta la penisola, perciò sono dovuto tornare indietro il prima possibile per non rimanere intrappolato. Ho dovuto fare 2 settimane di quarantena a Londra, nella quale vedevo un menefreghismo totale per l’emergenza imminente. Ero l’unico nel mio quartiere (Battersea) ad indossare una mascherina e guanti. La notizia è sempre stata presa molto alla leggera, troppo direi. Dopo le due settimane sono subito volato in Italia nuovamente, ma questa volta in maniera definitiva purtroppo, e ho seguito la vicenda da lontano, telefonando ai miei amici e colleghi. A quanto pare questo menefreghismo è proseguito anche nei mesi avvenire, i supermercati sono stati presi d’assalto, le feste con vari aggregamenti di persone non sono mai cessate, i parchi sempre pieni. Personalmente sono rimasto molto scioccato dal comportamento di una popolazione con una mentalità molto aperta come quella londinese, non mi aspettavo una reazione cosi presa alla leggera e senza la giusta importanza, senza avere rispetto per chi potrebbe contrarre il virus e avere seri problemi.
Che conseguenze ha avuto sulla ristorazione, e più sullo specifico sul mondo dei bar?
Disastrosa. È stata una vera e propria bomba lanciata sul settore del turismo e di conseguenza su tutto ciò che si collega al turismo ; Ristoranti, bar , alberghi, eventi e manifestazioni. Inizialmente i primi a soffrire di più sono stati le piccole attività, poiché la loro unica fonte di rientri economici sono i clienti locali, ma una volta concluso il lockdown, sono stati i primi ad avere un principio di ritorno economico. Situazione diversa invece per gli hotel. L’Hotel business alla fine è stato ed è tutt’ora è quello più in difficoltà per una ripresa economica, non essendoci turisti. I bar\ristoranti sono vuoti, e non ci sono neanche eventi interni agli hotel, che sono quelli che portano maggiore riscontro economico. Ma è stato molto bello vedere come la nostra bar industry si sia inventata migliaia di modi per aiutarsi a vicenda e aiutare chi è più in difficoltà.È stata una vera e propria chiamata alle armi, tantissimi si sono mossi per dareil loro contributo cercando di mantenere in vita il nostro bellissimo settore, in una città importante come Londra.
Come precede la ripartenza in questo momento?
A piccoli passi ci stiamo riprendendo.I titolari cercano di riaprire rispettando le nuove regole anti-covid (cosa nonassolutamente facile in una città di circa 15 milioni di abitanti). C’è chi si limita al take away, chi ha messo tavoli in strada per mantenere meglio le distanze e i limiti. L’ e-commerce è cresciuto in maniera esponenziale, quasi tutti hanno usato la cocktail delivery nelle case e tutt’ora sta continuando. Hotel e residence sono ancora chiusi, e annunciano la loro riapertura verso fine settembre/primi di ottobre, sperando che il turismo o i business trips ripartanoil prima possibile.
Io purtroppo ho perso il mio lavoro causa Covid e altri motivi personali legati alle scelte della nostra compagnia, mi auguro che altri possano uscirne nel miglior modo possibile avendo un po più fortuna di me.
© Riproduzione riservata