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Siamo chiusi dentro dei confini, non solo quelli ben percepibili delle nostre case e dei nostri comuni, ma anche quelli impercepibili delle frontiere, da cui in questo momento non transitano turisti, e faticano le merci a causa della minor richiesta globale dovuta all’emergenza Covid.

Per un’Italia che ha saputo anno dopo anno rendere l’export la chiave della sua crescita economica, usando come testa d’ariete proprio il settore che più di tutti rappresenta il paese, ovvero l’enogastronomia questo blocco dell’export ha un peso non da poco. Pensare che solo qualche mese fa si brindava ad un brillante 2019 per il Made in Italy in tavola, chiuso a circa 35,2 miliardi di euro di fatturato estero (24,3%, di quota export sul fatturato totale) sembra ora quasi un paradosso.

Eppure per fortuna le relazioni commerciali con gli altri paesi non sono solo un mezzo per creare valore, ma anche la chiave per far conoscere nel mondo la nostra cultura, e perché no, per creare rapporti umani che vadano oltre al semplice bussines.

Una bella storia in questo senso è quella di Tommy Wang, titolare dell’azienda cinese Kingdo international, che da anni esporta in Cina vini italiani ( senza discriminazioni geografiche: tra le cantine importate spiccano Podere Arizzi di Casciano di Murlo,  Az Agricola Cavazza di Montebello Vicentino (VI), Corte Moschina di Roncà (VR) Reva di Monforte d’Alba (CN)  Az Agricola Nada Giuseppe di Treiso (CN) e Az Agricola Cerrino di Trezzano Tinella (CN)), e si pone come ambasciatore della nostra cultura della vite nel Celeste Impero

Dal 2013 ad oggi, Mr Wang nei suoi numerosi viaggi ha avuto modo di conoscere e innamorarsi del nostro paese, anche grazie alla sua “controparte” italiana, il sommelier Mauro Feltrin, che lo ha portato in giro tra i filari alla scoperta del vino italiano.

Un amore per l’Italia che trascende la semplice sfera lavorativa, e che lo ha portato a fare una scelta che, nonostante le migliaia di chilometri che lo separano, gli permettesse di sentirsi un po’ più vicino a noi in questo momento di crisi.

Tramite la sua azienda Kingdo international infatti, Tommy Wang ha donato al reparto Covid dell ‘ospedale di Valdagno (paese di provenienza di Feltrin in provincia di Vicenza, campo base per i loro viaggi per le cantine dello stivale) una cinquantina di tute in Tyvek anticovid, che oltre ad avere un discreto costo, sono difficilmente reperibili in Italia in questo momento.

 

“Valdagno mi ha sempre accolto come se fossi a casa” recita la lettera d’accompagnamento della donazione. Un piccolo gesto, che dona più di una speranza: non solo che il mondo ci è vicino in questo momento di crisi, ma anche che quando potremo ripartire il Made in Italy potrà contare su apprezzatori e ammiratori a livello globale, che non aspettano altro di poter ricominciare a lavorare con noi

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