Ipotesi Piazza Affari per l’acqua minerale San Benedetto. È una delle opzioni, non l’unica, che la proprietà starebbe valutando e che comunque non sembra immediata: l’eventuale Ipo non è prevista prima del 2008. Il gruppo San Benedetto esce da un anno che ha portato al riassetto della catena di controllo, con il concentramento del 100% delle quote nelle mani di un ramo della famiglia veneta Zoppas che per acquistarla ha contratto circa 495 milioni di debiti concessi in due tranche rispettivamente di 300 e 195,6 milioni da Mediobanca. (pubblicazione autorizzata da Largo Consumo per Beverfood.com)
Ipotesi Piazza Affari per l’acqua minerale San Benedetto. È una delle opzioni, non l’unica, che la proprietà starebbe valutando e che comunque non sembra immediata: l’eventuale Ipo non è prevista prima del 2008. Il gruppo San Benedettoesce da un anno che ha portato al riassetto della catena di controllo, con il concentramento del 100% delle quote nelle mani di un ramo della famiglia veneta Zoppas che per acquistarla ha contratto circa 495 milioni di debiti concessi in due tranche rispettivamente di 300 e 195,6 milioni da Mediobanca.
Di qui il valore stimabile, sulla base dell’attuale indebitamento e della situazione dei conti, tra gli 800 milioni e il miliardo di euro, per una capitalizzazione che dovrebbe arrivare a superare i circa 400 milioni, debito escluso. La Borsa appare così il punto di arrivo dell’itinerario iniziato con la transazione in seno alla struttura societaria, tutta composta dai membri della famiglia, e che ha portato il gruppo a far capo alla holding Zoppas, mentre la Finanziaria San Benedetto ha finito per essere incorporata nella società delle acque. Allora l’enterprise value aveva appunto raggiunto gli 800 milioni, prossimi al giro di affari 2005 consolidato a 735 milioni, tra le 6 e le 8 volte il Mol a 110 milioni. San Benedetto ha oggi una posizione di secondo competitor in Italia sul mercato specifico, rafforzata da una quota 14% delle vendite in tutti i canali nel campo delle bibite analcoliche, e come tale si pone immediatamente dietro Nestlé Water, che detiene la leadership a livello nazionale. La capogruppo, secondo i dati resi noti dall’ultimo bilancio disponibile, prevedeva vendite in crescita entro la fine del 2006 del 3%. Sulla valutazione della società intorno ai 400 milioni, tolto il debito, convergono molteplici fattori: i precedenti di Cadbury Schweppes, venduta un anno fa a circa 9-10 volte il margine operativo lordo, e di Ferrarelle, ceduta ai francesi di Danone per multipli dello stesso tipo, considerati normali in operazioni di merge & acquisition, anche se è regola che a un’Ipo si applichino criteri di calcolo basati su parametri inferiori. San Benedetto presenta tuttavia alcuni vantaggi rispetto ai suoi diretti concorrenti: oltre alla produzione unisce infatti il know how tecnologico che le deriva dalla presenza del gruppo anche nel settore delle macchine di imbottigliamento. |
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