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La crisi economica deprime i consumi di birra ma spinge al ribasso anche i prezzi, soprattutto in due mercati maturi come Gran Bretagna e Germania. Secondo le segnalazioni fatte in due servizi pubblicati di recente da il “Giornale, diverse catene della moderna distribuzione propongono in questi paesi delle bottiglie di birra a prezzi addirittura inferiori a quelle delle acque minerali. In Inghilterra gli attivisti anti-alcolismo sono furenti e sostengono che i rivenditori, praticando questi prezzi, sono semplicemente “irresponsabili”.

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GRAN BRETAGNA

Il Sunday Times rileva che le catene di supermercati Tesco, Asda, Morrisons sono tra quelle che vendono birra a poco più di 50 pence al litro, mentre il normale prezzo di un’acqua minerale di marca è di almeno 85 pence. Gli attivisti anti-alcolismo sostengono che i rivenditori sono irresponsabili, utilizzando alcolici a basso prezzo per adescare i clienti e ignorando le avvertenze provenienti dal mondo sanitario secondo cui vendere alcool a quattro soldi spinge la gente a bere di più. Tempo fa, Sir Liam Donaldson, massimo responsabile sanitario per l’Inghilterra e il Galles, aveva fatto un appello per l’imposizione di una soglia-base minima per il prezzo dell’alcool, sostenendo che aggiungere un minimo di 50 pence per unità – portando a sei sterline il costo medio di una confezione di sei birre – avrebbe salvato 3.400 vite l’anno e tagliato di centomila unità il numero dei ricoveri ospedalieri. L’industria degli alcolici e il premier Gordon Brown, però, hanno respinto la proposta.

GERMANIA

Il settimanale Der Spiegel rileva che la catena Netto del colosso Edeka offre una cassa da 20 bottiglie da mezzo litro di birra a 3,77 euro, cioè al costo di meno di 19 centesimi la bottiglia, 38 centesimi per un litro. Così, osserva il settimanale di Amburgo, ormai la birra si può avere ad un prezzo inferiore a quello dell’acqua minerale. Il crollo del prezzo è legato al fatto che i tedeschi ne consumano sempre meno: dai 143 litri a testa del 1990 si è arrivati ai 111 del 2008. Poiché il numero di produttori di birra è rimasto costante negli ultimi anni, l’unica soluzione rimasta alle aziende per far fronte alla crisi di vendite è smerciare a prezzi stracciati. Ad essere coinvolte sono anche le imprese più rinomate, che pur di far girare gli impianti utilizzano la pratica dell’unbranded, vendendo la loro birra a supermercati e discount con nomi di fantasia. In Sassonia una famosa azienda vende appena il 25% della sua produzione sotto proprio marchio, mentre per il resto della birra è stato inventato un nome di fantasia con una cassa venduta a 3,99 euro. Il fenomeno della corsa al ribasso dei prezzi della birra non risparmia nemmeno la Baviera, dove una filiale della catena di distribuzione Globus ha venduto nelle settimane scorse una cassa da 20 bottiglie di birra addirittura a 2,99 euro.

+INFO: www.timesonline.co.uk/tol/news/uk/article6962974.ece www.ilgiornale.it/esteri/germania_crolla_consumo_birra_discount_costa_come_acqua/europa-attualit-germania_birra_crollo_prezzi/11-01-2010/articolo-id=413019-page=0-comments=1
www.ilgiornale.it/esteri/in_inghilterra_birra_costa_meno_delacqua_minerale/europa-attualit-inghilterra_prezzi_birra_acqua/20-12-2009/articolo-id=408515-page=0-comments=1

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