Pro: rapidità, efficienza, margine di errore al minimo. Oltre ad un evidente vantaggio per gli imprenditori, che ridurrebbero in misura considerevole i costi dei salari. Contro: viene meno la passione, il know how personale l’esperienza che solo una voce e un’anima umana possono regalare. Nino è il nome di un’invenzione italiana, un robot per sostituire i bartenders: a Las Vegas la reazione del personale sostituito è stata veemente, con uno sciopero potenzialmente paralizzante. È un nuovo piccolo capitolo dell’eterna battaglia tra uomo e macchina, stavolta approdata dietro il bancone.
MADE IN ITALY D’AVANGUARDIA – Carlo Ratti, l’architetto torinese alla guida del MIT Senseable City Lab del Massachusetts, ha presentato l’ultima invenzione del suo studio, sviluppata su richiesta del gruppo Makr Shakr: a sua volta italiana, una realtà da tempo presente e attiva nel campo della tecnologia per la miscelazione (su tutti, il Bionic Bar, completamente automatizzato). Si tratta di un braccio meccanico, guidato da un’app a disposizione del cliente con la quale ordinare cocktail già preimpostati o crearne di nuovi selezionando gli ingredienti. Una svolta che potrebbe essere epocale, tanto che Las Vegas, la mecca del gioco d’azzardo e dell’esagerazione, si è resa protagonista con l'”assunzione” delle macchine in casinò e resorts. L’avvento dell’automazione non è però stato accolto di buon grado.
SCIOPERO – L’ultimo sciopero dei lavoratori della Strip risaliva a 34 anni fa: durò 67 giorni. Sembrava acqua passata, ma Bethanie Kahn, la donna al comando della Culinary Union (il sindacato dei dipendenti dei casinò) si è messa alla guida dei circa 50mila impiegati della Città del Peccato: 38mila dei quali l’hanno dotata di mandato all’astensione dal lavoro, creando quindi un muro per arginare l’ascesa delle macchine. Può apparire come uno scenario da film di fantascienza: un automa che può gestire fino a 170 bottiglie, rispondere all’impulso e ai gusti degli avventori che poi daranno feedback, commenteranno. Tutto tramite applicazione e database, compreso il pagamento. È il massimo dell’efficienza, forse il minimo storico dell’esperienza umana.
NINO ON TOUR – “Non sto cercando di fermare l’avanzata della tecnologia. Ma è giusto che chi viene sostituito venga instradato verso altre mansioni, oppure adeguatamente indennizzato”. È questo il credo di Bethanie: il primo giugno è scaduto il contratto dei dipendenti di Las Vegas, che adesso devono guardarsi da una concorrenza nuova e forse troppo all’avanguardia. Quella di due braccia d’acciaio che si muovono come avessero vita propria selezionando bottiglie, agitando, mescolando, shakerando. Nino sarà protagonista di un tour promozionale in Europa per tutta l’estate 2018, e contemporaneamente sarà in esposizione (e all’opera) permanente ai Murazzi di Torino dalla metà di giugno alla metà di settembre. Dovesse interessare per un acquisto, il prezzo di listino è di 99mila euro.
PASSIONE ZERO – Potrebbe creare i miglior cocktail mai sperimentati, perfetti per equilibrio e dosaggio, non una goccia di troppo. Ma forse non avrebbero lo stesso sapore, privi di quella scintilla unica e dal valore inestimabile, il sentimento che chi lavora giorno e (soprattutto) notte alle proprie creazioni conferisce. Magari saranno prodotti d’eccezione. Ma si dovrà dire addio alla chiacchierata confrontante con il barista, il gestore un po’ psicologo che con una sbronza cura ogni male. La tecnologia migliorerà il pianeta, ogni anno di più. Ma la passione è un’altra cosa.
Bionic Bar sulle navi Royal Caribbean dove i robot sono già operativi
+info: www.makrshakr.com/