Cresce nel 2012 il giro d’affari legato all’export di vini tricolore. Le elaborazioni Ismea dei dati Istat indicano nell’anno appena trascorso introiti per 4,7 miliardi di euro, in aumento del 6,5% rispetto al 2011, nonostante una riduzione importante dei volumi esportati. A varcare i confini nazionali sono stati infatti poco più di 21 milioni di ettolitri di vino, l’8,8% in meno del 2011, per effetto degli alti prezzi unitari e della minore disponibilità di prodotto. Sono in particolare gli sfusi a subire una riduzione dei quantitativi immessi sul mercato estero (-20,9%) a fronte di valori in crescita del 10,8%. Limitata a un meno 2% la flessione delle vendite oltrefrontiera dei vini imbottigliati che, di contro, hanno segnato una progressione del più 5% in termini monetari.
Analizzando le principali destinazioni del vino Made in Italy, si segnala una progressione nel mercato Nord Americano, con le vendite in Usa e Canada in crescita nei valori rispettivamente del 6% e dell’11%. Prosegue a ritmo sostenuto l’aumento nel Far East, in particolare Cina e Giappone, dove l’export tricolore ha messo a segno un più 15% e un più 28%. In Germania e Regno Unito aumenta solo il fatturato (rispettivamente del 4% e del 5%), mentre le quantità esportate si sono contratte del 12% nel Paese teutonico e del 4% in UK. Partendo da questi dati, conclude Ismea, verrà presentato, in occasione del Vinitaly, uno studio sul posizionamento del vino italiano rispetto ai competitor analizzando l’evoluzione delle quote di mercato sia nei tradizionali Paesi di sbocco sia nei mercati che esprimono maggiori potenzialità di crescita.
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