Si è tenuto, nell’ambito della 25ma edizione del Sana di Bologna, il convegno “I numeri che raccontano il biologico” organizzato da Ismea e Sinab. La ripresa, nel 2012, delle superfici investite, dopo un triennio di stagnazione, e il maggior numero degli operatori certificati, tra agricoltori, trasformatori e importatori, dimostrano la vitalità di un settore che ha raggiunto in ambito nazionale un’incidenza di oltre il 9% rispetto alla superficie agricola utilizzata, toccando uno dei valori più alti a livello mondiale.
Dalla prima analisi dei dati forniti al Ministero dagli Organismi di Controllo (OdC) operanti in Italia al 31 dicembre 2012, sulla base delle elaborazioni del SINAB – Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica (www.sinab.it), risulta che gli operatori del settore sono 49.709 di cui: 40.146 produttori esclusivi; 5.597 preparatori (comprese le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio); 3.669 che effettuano sia attività di produzione che di preparazione; 297 operatori che effettuano attività di importazione. Rispetto ai dati riferiti al 2011 si rileva un aumento complessivo del numero di operatori del 3%.
La distribuzione degli operatori sul territorio nazionale vede, come per gli anni passati, la Sicilia seguita dalla Calabria tra le regioni con maggiore presenza di aziende agricole biologiche; mentre per il numero di aziende di trasformazione impegnate nel settore la leadership spetta all’Emilia Romagna seguita da Lombardia e Veneto. La superficie coltivata secondo il metodo biologico, risulta pari a 1.167.362 ettari, con un aumento complessivo, rispetto all’anno precedente, del 6,4%. I principali orientamenti produttivi sono il foraggio, i cereali e i pascoli. Segue, in ordine di importanza, la superficie investita ad olivicoltura. Per le produzioni animali, distinte sulla base delle principali specie allevate, i dati evidenziano rispetto allo scorso anno un aumento consistente, in particolare per i suini (+32,2% del numero di capi) e per le api (+29,2% del numero di arnie).
La dinamicità del settore è anche testimoniata dall’andamento sostenuto dei consumi. In tempi di crisi, numeri come quelli del bio, che nella prima metà del 2013, attestano all’8,8% la crescita della spesa domestica, rappresentano una rarità in un panorama nazionale che sul fronte dei consumi mostra andamenti fortemente negativi in tutti i settori, alimentare compreso.Ancora più significativo l’ultimo aggiornamento del Panel Ismea Gfk-Eurisko che segnala addirittura un’accelerazione rispetto alla dinamica del primo semestre. I dati, a tutto il mese di luglio 2013, attestano la crescita della spesa in prodotti biologici in un più 9,2%, grazie agli ottimi risultati riscontrati in tutti i comparti più rappresentativi.
Per le tabelle di dettaglio si rimanda a www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8575