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Una rivoluzione. Dieci anni fa, soprattutto i giovani, puntavano sulla birra e la sceglievano per abitudine, per accompagnarla alla pizza. Oggi si afferma invece un consumo più ricercato e il consumatore diventa più evoluto.

Dall’indagine Makno-AssoBirra 2006 scopriamo infatti che due italiani su tre (66%) la consumano sempre più in modo moderato e responsabile. Sono soprattutto trentenni e metropolitani, che la ricercano per il sapore, preferibilmente fredda (ma non gelata), nel bicchiere appropriato e con la giusta quantità di schiuma. Quasi la metà degli italiani (47,5%), sedendosi al ristorante, vorrebbe trovare una vera e propria Carta delle Birre

La birra, pur rimanendo il simbolo di una cultura cosmopolita e socializzante, risulta anche adatta ai principi di un’alimentazione sana e gustosa: il 42% dei nostri connazionali la considera perfettamente compatibile con i piatti tipici della dieta mediterranea.

E’ tempo di novità nel rapporto degli italiani con la birra. Se i consumi sono stabili, in linea con i dettami di un approccio moderato e responsabile di bevande alcoliche, cresce il gusto e il piacere di scoprire la birra come prodotto naturale e versatile, che si adatta perfettamente alla dieta mediterranea come alle più sfiziose proposte cosmopolite (e globali) delle principali cucine del mondo. Rimane forte e prioritario l’elemento socializzante della birra, ma emerge con chiarezza un consumo più personale, curioso, consapevole e raffinato.

E’ questo lo scenario delineato dall’indagine Makno-AssoBirra 2006 “Gli italiani e la birra”, giunta alla sua decima edizione e svolta su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 1.998 persone di età superiore ai 18 anni (47,9% maschi, 52,1% femmine).

IN 10 ANNI LA BIRRA DIVENTA “MEDITERRANEA” E SI SCOPRE IL FATTORE GUSTO

“Il consumatore di birra nel 2006 – spiega il prof. Mario Abis, Presidente della Makno – è, più che mai, orientato verso la qualità. E’ attento ed esigente, legge le etichette e sceglie la birra che meglio si adatta al suo modo di essere. Del resto, se guardiamo ai cambiamenti nel rapporto degli italiani con la birra avvenuti nell’arco dei 10 anni di vita di questa ricerca, scopriamo un consumatore sempre più attento al gusto, al valore del prodotto in sé. Questo fattore nel 1997 veniva indicato, come importante nella decisione di bere birra, dal 34,8%. Una percentuale che oggi sale al 54,5%, registrando un +50%. E’ aumentata anche costantemente la dimensione di gradevolezza (la birra fa allegria) passato dal 5,8% del 1997 al 21,7% di quest’anno, anche sotto il profilo psicologico, mentre diminuisce l’aspetto abitudinario (la bevo per abitudine, passa dal 17,4% al 5,1%): la birra è, dunque, sempre più scelta”.

Sempre guardando ai mutamenti intervenuti nel corso del decennio si nota che aumentano i livelli d’informazione sulla birra (il “come è fatta”) di circa il 15%, diminuisce invece del 10% circa (scendendo dal 90% all’80%) la sua connotazione classica di bevanda da consumare con gli amici, mentre aumenta sensibilmente la sua immagine di naturalità, oggi riconosciuta da ben 8 italiani su 10.

Dal punto di vista quantitativo in dieci anni i consumi procapite di birra crescono a piccoli passi, da 25 litri a circa 29 litri, anche se, rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia rimane fanalino di coda. Mentre aumenta notevolmente l’offerta di stili e marche diverse: che salgono da 86 a circa 170. Si può perciò dire che si passa dal consumo (e dal vissuto) della “birra” a quello delle “birre”.

Sintomatico anche il riconoscimento della compatibilità della birra con i piatti e i principi salutistici della dieta mediterranea, in una parola con lo stile di vita che essa rappresenta, oggi fatto proprio dal 42% degli italiani, contro il 20% circa della fine degli anni Novanta. Un +100%, quindi, nel quale è un po’ l’emblema del salto in avanti compiuto dalla birra in questi anni, che hanno visto anche calare il peso di molti pregiudizi negativi (ingrassa, è troppo alcolica, gonfia….) che un tempo pesavano nel giudizio, soprattutto delle donne.
Ultimo elemento di grande importanza da segnale, l’innalzamento progressivo dell’età media, e spesso anche del profilo socio-culturale, dei consumatori di birra: i consumatori abituali, ad esempio, nel 2000 erano soprattutto giovani fra i 18 e i 24 anni, mentre negli ultimi 2 o 3 anni l’età si è andata livellando intorno ai 40 anni. Allo stesso modo il profilo dei bevitori giornalieri, sempre al maschile, ha visto innalzarsi l’età media dai 35 ai 44 anni.

“Nel complesso – conclude Mario Abis – si registra un miglioramento significativo della sua immagine complessiva e si rafforza anche il suo ruolo nel contesto della dieta mediterranea e di stili alimentari cosmopoliti, cui la birra, soprattutto per un pubblico giovane e medio giovane, competente e curioso, è la naturale referente”.

METÀ DEGLI ITALIANI LA SCEGLIE PER IL SUO GUSTO GRADEVOLE E DISSETANTE

Passando alla fotografia del rapporto degli italiani con la birra nel 2006, il consumo di birra registra un lievissimo calo (-1,8%) rispetto al 2005: oggi dichiarano di consumarla due italiani su tre (66,2%). Ma le novità vere sono altre e riguardano, in primo luogo, i motivi che spingono gli italiani a bere birra.

Quali sono? Come abbiamo visto, uno su tutti: il suo gusto gradevole. E’ questo uno degli elementi nuovi che mettono bene in evidenza il cambiamento positivo del rapporto tra italiani e birra. Durante i pasti la maggioranza dei consumatori (45,2%) sceglie la birra tout court, per il suo apprezzabile sapore. Conserva ancora fascino il binomio pizza-birra: il 36,4% sceglie questo prodotto perché si abbina bene con uno dei nostri piatti più tradizionali.

Stesso discorso per il consumo fuori dai pasti. Perché si beve birra? Anche in questo caso gli italiani non hanno dubbi e scelgono la birra proprio per il suo gusto gradevole (54,5%). Al secondo posto tra i motivi di preferenza figura la sua qualità dissetante che, rispetto al 2005, sale al 21,7% (+8%), mentre il 9,2% degli italiani la beve fuori dai pasti soprattutto per stare in compagnia. Non solo. Nello specifico, il 79,3% del campione dichiara di bere birra con gli amici (era il 94,5% del 2005), mentre aumenta invece la percentuale di quanti la consumano assaporandola non in compagnia: dal 13,7% al 22,1%.

Ma agli italiani come piace la birra? Il 37,8% degli intervistati, da veri intenditori e amanti della qualità, vuole gustarla nel classico bicchiere da birra con la schiuma, contro il 24,9% che sceglie il bicchiere giusto senza schiuma. Il 15% non si preoccupa invece del bicchiere dal quale sorseggiarla, mentre il 16,2% preferisce berla direttamente dalla bottiglia. Solo lo 0,9% punta sulla lattina. A quale temperatura? Ovviamente fredda, ma non troppo: è questa la risposta del 72,1% degli intervistati, che anche in questo si dimostrano ben informati. Solo il 19,3% la desidera invece, contro le indicazioni di medici ed esperti, ghiacciata. La birra preferita è la pils (una lager ben luppolata) – indicata da 3 italiani su 10 –, seguita dalla doppio malto e dalla lager.

All’insegna dell’aspetto socializzante della birra, il pub e il bar rappresentano ancora i posti ideali per bere un buon bicchiere, anche se subiscono un lieve calo nelle preferenze: -6% (dall’84% al 78%). Contemporaneamente si rafforza il consumo “domestico”: oramai un intervistato su quattro (24%) si gusta una birra in famiglia. Senza dimenticare chi la condivide con gli amici, ma rimanendo tra le quattro mura della propria abitazione (38%).

PRODOTTO ALL’INSEGNA DELLA DIETA MEDITERRANEA PER IL 42% DEGLI ITALIANI

Un discorso a parte merita il rapporto tra la birra e la dieta mediterranea, che risulta essere sempre più praticata dalla popolazione italiana: nel 2005 dichiarava di seguirla, in modo più o meno sistematico, l’80% degli italiani, oggi l’83%. Ebbene, secondo il 42,1% del campione (come abbiamo visto era il 20% nel 1997), la birra è molto o abbastanza in linea con questo stile alimentare. A pensarla così sono soprattutto i maschi, del Centro-Nord Italia, laureati, sotto i 55 anni. Mentre, interrogati sulla coerenza della birra con i principi di un’alimentazione sana e gustosa, gli italiani scelgono una promozione a pieni voti: assegnano un quasi 7 (6,8 su 10).

Una bevanda mediterranea e sana, dunque. Ma anche cosmopolita. E’ questa l’opinione degli intervistati, quando individuano i fattori che meglio definiscono l’immagine della birra. Di quali si tratta? Sono la sua antica tradizione (punteggio: 8,6 su 10) e, appunto, il fatto che si beve in tutto il mondo, in paesi e culture diverse (punteggio: 8,4). Altre qualità significative sono il gusto particolare (7,9), la naturalità (7,7), la simpatia (7,6) e la modernità (7,5).

47,5% DEGLI ITALIANI AL RISTORANTE VORREBBE UNA VERA E PROPRIA CARTA DELLE BIRRE

Una modalità di consumo che diventa anche individuale, dunque, e più consapevole. E bisognosa di sempre più informazioni per poter apprezzare al meglio tutte le qualità della birra, anche in chiave gastronomica. Il 47,5% degli intervistati, infatti, vorrebbe trovare nei ristoranti o nelle pizzerie una vera e propria Carta delle Birre, che li aiuti anche nella scelta del miglior abbinamento con il cibo. Tanto è vero che il 27% del campione afferma che, in presenza di maggiori informazioni sugli abbinamenti della birra con i cibi di tutti i giorni, la userebbe più spesso a pasto: il 13,9%, infatti, oggi non lo fa perché non sa con che cosa abbinarla, il 13,1% dichiara che in questo modo la alternerebbe più frequentemente con il vino. E va sottolineato un altro dato, che appare sintomatico quasi quanto paradossale: anche il 13,6% di chi non consuma birra apprezzerebbe la novità di questa carta.

DENTIKIT DEL CONSUMATORE: MASCHIO, 30-40 ANNI, VIVE NEL NORD ITALIA

Ma quale è oggi, anche alla luce delle novità di quest’anno, l’identikit dell’amante della birra? Il 33,2% appartiene alla categoria “consumatori sporadici” (bevono birra almeno una volta al mese): sono in maggioranza pensionati, hanno più di 65 anni, vivono soprattutto nel Sud e nelle Isole, hanno in genere un diploma di terza media e bevono birra perché non costa molto ed è poco alcolica. A seguire ci sono i consumatori abituali (bevono birra almeno una volta a settimana), che rappresentano il 26,9% del campione: solitamente hanno meno di 24 anni, sono più spesso studenti o neolaureati, vivono prevalentemente nel Centro Italia, scelgono la birra con gli amici al pub e la gradiscono perché disseta. Infine, il 6,1% del campione è costituito dai consumatori giornalieri (bevono birra tutti i giorni o quasi): tra i 35 e i 44 anni, svolgono un lavoro autonomo, vivono in prevalenza nel Nord Est e apprezzano la birra soprattutto per il suo gusto.

Tra i fan della birra ci sono anche le donne (53,1% del campione), anche se rimane alta l’incidenza femminile (70% circa) tra i non consumatori. Molti anche i giovani (67,6%), anche se in flessione rispetto agli anni precedenti. Se nel 2005 i consumatori abituali under 35 erano il 41%, adesso sono scesi il 35%.

URALE, POCO CALORICA, VERSATILE E ADATTA ALLA CUCINA ITALIANA

Dalla ricerca Makno-AssoBirra emergono chiaramente l’opinione positiva e la conoscenza sempre più approfondita che gran parte degli italiani ha della birra. I consumatori sanno indicare gli ingredienti che la compongono: il 68% indica il malto d’orzo, il 43% il luppolo e il 14% l’acqua. E, per questa ragione, la considerano (anche chi non la beve) a tutti gli effetti un prodotto assolutamente naturale: 78,5%.

Promossa la birra anche dal punto di vista nutrizionale. Un intervistato su tre (34,3%) la giudica a basso contenuto calorico, dietro a caffè, the, tisane (64,4%), e succhi di frutta/spremute (44,9%), ma davanti a vino (28%) e coca cola (13,8%). Un’opinione che non corrisponde del tutto alla realtà scientifica, visto che la birra contiene meno calorie dei succhi di frutta.

I consumatori apprezzano la versatilità della birra, giudicandola adeguata a differenti tipi di gastronomia. Infatti, il campione non solo l’associa alla cucina tedesca e americana, ma la ritiene particolarmente adatta anche ai sapori e ai profumi particolari di quella etnica: il denominatore comune, quindi, per pietanze dalle origini tanto diverse. Non solo. Anche nei confronti della cucina italiana emergono nuove curiosità e voglia di ampliare il ventaglio degli abbinamenti tra cibo e birra. Ad esempio: oltre al classico matrimonio con la pizza, con gli spaghetti al pomodoro si può provare una doppio malto, che stempera l’acido del pomodoro. Mentre con un’estiva caprese l’abbinamento più giusto è quello con birre chiare di medio corpo.

+INFO: www.assobirra.it

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