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Jack Daniel’s taglia i programmi di inclusività LGBTQ+


Jack Daniel’s, l’iconico marchio di Tennessee Whiskey di proprietà di Brown-Forman, rivaluterà e ridimensionerà il suo impegno in diverse iniziative dei suoi  programmi DEI (diversity, equity, and inclusion).

A far trapelare queste informazioni è stato uno screenshot pubblicato su X dall’attivista di destra Robby Starbuck, che mostra come Brown-Forman abbia informato i dipendenti che l’azienda smetterà di collegare la retribuzione dei dirigenti ai progressi nelle iniziative di diversità, equità e inclusione (DEI). Il gruppo Brown-Forman, ha deciso, inoltre, di ritirarsi dal Corporate Equality Index della Human Rights Campaign e di annullare diversi programmi correlati.

x.com/robbystarbuck/status/1826620435355893863

Nella sua email, Brown-Forman ha dichiarato: “Abbiamo lanciato la nostra strategia di diversità e inclusione nel 2019. Da allora, il mondo è cambiato, il nostro business è cambiato, e il contesto legale ed esterno si è trasformato profondamente, in particolare negli Stati Uniti. Con queste nuove dinamiche in gioco, dobbiamo adeguare il nostro lavoro per assicurarci che continui a generare risultati aziendali, riconoscendo al contempo l’ambiente attuale in cui ci troviamo.”

Attualmente, la pagina DEI sul sito web di Brown-Forman non è più disponibile.

Robby Starbuck, noto critico delle politiche aziendali considerate “woke”, che ha già portato sotto i riflettori aziende come Harley-Davidson, ha affermato di aver avuto un ruolo significativo in questa vicenda. Anche Harley-Davidson ha recentemente abbandonato i suoi programmi di DEI in seguito alle proteste di molti motociclisti e della base dei suoi clienti.

La decisione di Brown-Forman potrebbe essere stata influenzata anche dal caso Bud Light, che ha visto il marchio di birra di AB InBev subire un forte boicottaggio da parte dei clienti a causa della partnership con l’attivista transgender Dylan Mulvaney.

Questo ha portato a una riduzione del 17% delle vendite di Bud Light, al crollo del titolo di AB InBev in borsa e alla perdita del primato come birra più venduta negli Stati Uniti, una posizione che il marchio non è mai riuscito a recuperare, nonostante il successivo dietrofront dell’azienda.

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