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Jameson porta a Milano un pezzo d’Irlanda. Lo scorso 1° dicembre, in via della Moscova 50, ha aperto il pop up store del celebre whiskey irlandese distribuito in Italia da Pernod Ricard. Masterclass, guest da tutto il mondo e approfondimenti a tema hanno scandito queste settimane all’insegna della convivialità, della formazione e, ovviamente, anche del buon whiskey.

A due giorni dalla chiusura del Jameson Pop Store in Moscova, ci siamo fatti raccontare com’è andata da Riccardo Cerboneschi, nuovo Brand Ambassador di Jameson dopo una lunga carriera dietro ai banconi di alcuni fra i più riconosciuti locali di Firenze e Milano. “È stato pazzesco”, esordisce il toscano Riccardo. “Durante il periodo di apertura abbiamo avuto il piacere di ospitare bartender dai migliori bar milanesi, come Pinch Milano, Officina Milano, The Doping Bar, House of Ronin, Ghe Pensi Mi e Santeria. Il ritmo degli shaker si è sposato perfettamente con quello dei nostri dj, che hanno animato le serate con i loro vinili: penso a Robotalco, Deda aka Katzuma, Goedi, Dj Ms, Dj Filo, Fred Simon, Studio Murena, Bassi Maestro, Ensi, Dj Tel Aviv, Alex de Ponti, TurboJazz… Per non parlare della band che ha suonato live all’apertura, i Blind Rats”.

All’interno del vostro pop up sono saliti in cattedra i più riconosciuti esperti di whiskey.
“Oltre all’animazione serale, abbiamo anche ospitato esperti del settore whiskey come Franco Gasparri, Claudio Riva e Daniele Gentili, che insieme a me e al nostro Whiskey Expert Beppe Mancini hanno raccontato Jameson da ogni punto di vista, tenendo masterclass e seminari. Attività centrale dello store è stata poi la degustazione emozionale, dove ci siamo divertiti con i nostri ospiti a degustare Jameson in maniera del tutto inusuale, usando mascherine, cuffie e colori. L’obiettivo? Far percepire a tutti il potere delle emozioni”.

Come si è articolata questa autentica whiskey experience?
“All’interno dello store è stato possibile acquistare il merchandising e gli speciali pack creati in collaborazione con Martesana, che ha ideato per Jameson dei panettoni e delle praline ad hoc. La collaborazione si è estesa anche a redBull, che ha partecipato alla creazione di speciali pack fornendo le sue bevande sodate Organics by RedBull: per esempio, Ginger Ale per il drink Jameson Ginger Ale Lime e Purple Berry Soda per il drink Black&Berry. Le bottiglie acquistate sono state inoltre personalizzate grazie alla presenza di una calligrafa e di una pirografa”.

Che bilancio fate di questa esperienza?
“L’apertura del Jameson Pop Up Store è stata un successo, con più di 700 drink serviti e un sacco di ospiti che ci sono venuti a trovare. La partecipazione di influencer e giornalisti ci ha aiutato a divulgare l’apertura del nostro store, che nei giorni seguenti è stato letteralmente preso d’assalto dai clienti. La possibilità di inaugurare lo store in una delle vie più importanti della vita mondana milanese ha permesso anche di richiamare l’interesse dei più curiosi, che senza conoscere questo magnifico Irish Whiskey si sono poi trovati a divertirsi con i nostri artisti e a bere Jameson per tutta la serata”.

Dal punto di vista personale e professionale, com’è cambiata la tua vita entrando a far parte della famiglia di Jameson?
“Dopo 12 anni vissuti dietro al bancone di un bar, prima in riva al mare, servendo caffè e gelati, poi in città tra Firenze e Milano, servendo e creando cocktail per Locale Firenze e Officina Milano, il passaggio al nuovo ruolo come International Brand Ambassador Jameson per l’Italia è stato in realtà più facile di quello che pensavo. Mai avrei pensato di potermi abituare così velocemente all’idea di portare in giro il nome di un brand importante come Jameson, allontanandomi dalla quotidianità di un solo bar, ma vivendo le realtà di tutta Italia, ovviamente con occhi differenti. La cosa più strana, ma anche interessante, è stato il nuovo approccio con gli ospiti dei bar, che prima entravano dove lavoravo io e quindi a casa mia. Oggi devo adattarmi invece alle realtà in cui vengo ospitato a mia volta, cercando di capire nel minor tempo possibile quale sia la migliore soluzione per regalare agli ospiti di quel determinato locale un’esperienza che li faccia sentire altrettanto a casa, anche se in quelle serate c’è un tizio (io) venuto da chissà dove a chiedere loro di provare qualcosa di diverso dal solito”.

Foto di @studio.maigiu

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Scheda e news:
Pernod Ricard Italia SpA

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