Un anno faticoso il 2023 e il 2024 non sembra essere da meno. Le imprese hanno, come sempre, provveduto a “servire” il mercato, che oramai appare sempre più consolidato, considerati gli importanti volumi di vendita, sia in Italia sia, soprattutto, all’estero. È cresciuto del 5/6% il valore e questo è un dato positivo considerato che siamo ancora il Paese in cui l’acqua minerale costa di meno.
Ma le imprese hanno dovuto concentrarsi, così come sta avvenendo nel 2024, nell’attuazione di una serie di provvedimenti emanati dalla UE, spesso non chiari, farraginosi e, perché no, assurdi. È difficile star dietro all’ipertrofica attività regolatoria della UE, attività spesso ispirata da posizioni ideologiche, scientificamente non fondate, in taluni casi espressione – neanche più di tanto celata – di una cultura anti-industria. Bisogna avere l’onestà e il coraggio di affermarlo soprattutto quando si ha la responsabilità di migliaia di persone occupate. I condizionamenti che queste normative comportano sulle imprese, oltre alla difficoltà di spiegarle ai consumatori, sono espressione di un dirigismo i cui risultati dovranno poi essere verificati, mentre sappiamo per certo quanto al tema della sostenibilità abbia contribuito l’autonoma iniziativa delle imprese.
Nessuna regolamentazione ci imponeva 12/15 anni fa, infatti, di ridurre il peso delle bottiglie, cosa che abbiamo fatto, attraverso importanti investimenti in tecnologia avanzata e ecodesign con il duplice obiettivo di immettere una minor quantità di Pet sul mercato e conseguire significativi incrementi di efficienza (minor peso, uguale minor costo per l’azienda). Questa è stata l’equazione vincente: un vero intervento sulla sostenibilità che ha fatto riscontrare anche una riduzione dei costi di produzione.
Soltanto pochi anni fa la UE con la Direttiva SUP – Single Use Plastic, è intervenuta per ridurre la quantità di plastica immessa sul mercato ma con un approccio completamente diverso: da un lato penalizzante per le imprese, dall’altro di difficile “lettura” da parte del consumatore (v. tappo attaccato). Non meno faticoso è stato il percorso interno, quello cioè nel nostro Paese.
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La moda delle borracce e delle acque “preparate” nei ristoranti è allarmante, non già sotto il profilo delle mancate vendite, quanto sotto quello igienico-sanitario e dell’immagine poiché si tenta di far credere al consumatore che ci sia equivalenza tra l’acqua minerale naturale e l’acqua potabile. Cosa che sappiamo non è, tant’è che le due acque sono regolate da due leggi diverse. Le acque potabili trattate servite nei ristoranti non rappresentano certo una scelta a favore del consumatore/cliente, al quale è somministrata un’acqua, originariamente potabile, che con il trattamento può rischiare di non esserlo più. Il sistema di trattamento, pur in presenza di un decreto ministeriale ad hoc, è lasciato alla scelta del ristoratore a prescindere dalle caratteristiche dell’acqua potabile della zona in cui ha sede il ristorante e, soprattutto, il tutto avviene in assenza di controllo da parte dell’autorità sanitaria.
La scelta del ristoratore è egoistica perché dettata dalla volontà di risparmiare sugli spazi di magazzini e frigoriferi e di lucrare sul prezzo dell’acqua potabile trattata visto che viene venduta al consumatore allo stesso prezzo di quella minerale naturale. Questa è la realtà anche se a volte quest’iniziativa è presentata come scelta (pretestuosa) di sostenibilità, ignorando che esiste anche una sostenibilità del cibo che si somministra al consumatore. Sull’abuso del termine sostenibilità dedicheremo un approfondimento a parte, visto che sempre più spesso attività industriali e commerciali sono presentate come “sostenibili”. Vedremo come le evidenze scientifiche dimostreranno il contrario.
MINERACQUA
La Federazione Italiana delle Industrie delle Acque Minerali Naturali e delle Acque di Sorgente MINERACQUA tutela gli interessi delle imprese associate sia sul piano nazionale che internazionale, promuovendo lo sviluppo dei valori e dell’immagine delle acque minerali naturali e delle acque di sorgente.
Articolo redazionale tratto da www.beverfood.com/downloads/acquitalia-annuario-acque-minerali/