La Cina si è messa in testa di rivaleggiare con i più importanti produttori di caffè, Colombia e Brasile in testa. E di diventare il primo produttore mondiale. L’arabica, la qualità più pregiata del caffè, originaria dello Yemen, adesso viene coltivata in maniera intensiva nello Yunnan , la regione a Sud-Ovest della Cina dove è stata introdotta da un missionario francese alla fine del XIX secolo.
La cultura del caffè è sempre stata marginale in Cina perché i cinesi gli hanno sempre preferito il tè.Ora, il dato è cambiato, e questo ha spinto la Cina a rivedere la propria strategia. Il consumo di caffè nell’ex Impero Celeste è aumentato al ritmo del 12,8% l’anno. E potrebbe arrivare a 2,8 milioni di sacchi da 60 chili da qui al 2020. In particolare, la crescente domanda provocherà un deficit sul mercato quest’anno. Inoltre, il recente incremento dei listini del caffè ha convinto gli agricoltori cinesi a lanciarsi in questa coltivazione poco esigente e molto redditizia.
Pechino, che mira a versare il suo caffè in tutte le tazzine del mondo, accelera. Nel paese la produzione è passata da 104 mila sacchi da 60 chilogrammi del 1998 all’incirca a 1,5 milioni di oggi, tallonando quella del Costa Rica. La Cina vuole raddoppiare la propria produzione nei prossimi cinque anni. Per questo si è associata a specialisti della commercializzazione come la società svizzera Volcafé, e a multinazionali come Nestlé per migliorare la qualità del caffè dello Yunnan e doparne le vendite. Secondo alcuni specialisti del settore, l’arabica cinese ha ancora molto camino da percorrere prima di arrivare a toccare la qualità di quelle dell’America Latina, ma il suo miglioramento fa sì che sempre di più venga accettato dalle aziende di torrefazione.
