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Corrispondenza biunivoca, corrispondenza d’amorosi sensi. Naso e bocca, tesa e pancia. Vi è mai capitato di leggere un libro e poi di vedere un film tratto da quella storia? Nella Versione di Barney a mio modesto parere si tratta di una delle volte più riuscite in cui ho provato le stesse emozioni e sensazioni. Immaginazione tra le righe, incollato allo schermo per una grande rappresentazione fedele al racconto. Lo stesso potremmo dire che c’è sempre una corrispondenza biunivoca nelle sensazioni tra i Barley Wine.
Uno degli stili che amo di più, definito come “vino d’orzo”, interpretazioni molto complesse con gradazioni importanti. Gusto vinoso, colori scuri, assenza di schiuma. Sono birre da meditazione, birre da divano e da camino acceso, magari con un bel libro o un bel film. Il Barley Wine in genere migliora con l’invecchiamento, si tratta di uno degli aspetti ma non l’unico per cui molti è lo considerano l’equivalente birrario del vino.
Le origini dei Barley Wine sono di matrice anglosassone, dell’ampia famiglia delle alte fermentazioni, una sorta di fuori categoria per le loro caratteristiche speciali. Tipologie resa affascinanti dall’eleganza e dal corredo aromatico gustativi, dalla ricchezza e complessità dei suoi sapori e odori, un perfetto trait d’unione tra il mondo della birra e del vino mai così vicini. Se la maggior parte delle birre in circolazione sono considerate un prodotto vivo, quasi a scadenza, da consumare giovane per apprezzarne al meglio le qualità organolettiche, i Barley Wine amano riposare e invecchiare in cantina anche per lunghi anni. L’obiettivo di questa sosta prolungata è l’evoluzione ulteriore di sentori di aromi che poi andremo ad assaporare al naso e in bocca, specialmente per i prodotti affinati in legno. E parlando di scadenza, nell’etichetta della bottiglia quando c’è troverete spesso delle scadenze poste in là nel tempo quando ci sono.
Bicchiere in mano, un bel balloon, e vi potete sbizzarrire anche con gli abbinamenti. Dai formaggi, magari un bello Storico Ribelle o un Castelmagno invecchiato, alla carne, un brasato di manzo condito di qualche goccia di nettare di Barley Wine, un altro mix micidiale è quello con un bel sigaro. Ecco qualche proposta per gustare dei Barley Wine, una doppia versione partendo da un super classico dai maestri inglesi in materia e dalle reinterpretazioni dai mastri birrai di casa nostra.
Thomas Hardy’s Ale The Historical Vintage 2017
Giù il cappello al cospetto della storia e della tradizione. Sei mesi di lento e paziente affinamento in botti di legno, ogni anno con una diversa provenienza. Il progetto “The Historical” è un tributo della Thomas Hardy’s Ale e alle metodologie del passato, con una selezione di una piccola quantità di botti, ogni anno diverse, per sperimentare le potenzialità di un Barley Wine diventato mito. Pochi litri di Thomas Hardy’s Ale lasciati a riposare in botti di legno, in omaggio alla prima edizione del 1968. L’annata 2017 è maturata per sei mesi in botti di Tennessee Whiskey, ne esce fuori un Barley Wine dal carattere vinoso e dalle persuasive note barricate e affumicate, con un leggero sentore di miele. Gradazione alcoolica 12.70 %, birra di corpo strutturata, al naso grande complessità con aromi tostati e legnosi, con persistenza infinita al retrogusto.
BraufactuM Arrique
Dalla tradizione alla sperimentazione è il motto di BraufactuM, che negli ultimi anni stanno portando avanti un progetto che ha dato il via ad un nuovo fermento verso la riscoperta di vecchi stili riproposti secondo le antiche ricette che i moderni impianti avevano sostanzialmente stravolto. BraufatuM Arrique è la loro interpretazione del Barley Wine, una birra ad alta fermentazione che matura tre mesi in botti di quercia americana. Di tanto in tanto i mastri birrai prendono le botti e le fanno rotolare nel cortile del birrificio, per permettere ai lieviti di rifermentare e dare nuova vita alla birra. Il risultato è una birra rotonda con aromi fruttati, sentori di frutta secca, datteri, fichi, uva passa, cioccolato, polvere di caffè, vinosi con note sapide e vanigliate. Birra da alta fermentazione con passaggio in barrique, grado alcolico decisamente importante a 13,5% e punto d’amaro a 34 IBU.
Birra Morena Gran Riserva Lucana
Dalla Lucania con furore, Birra Morena Gran Riserva Lucana porta con sé tutti i profumi e la naturalezza della sua terra d’origine. Lucania, dove scorre acqua purissima sorgiva terra di birra, terra incontaminata ricca di selvaggina, vegetazione. Una birra dal colore oro tendente all’ambrato, amaro evidente, corpo pieno e pastoso, toni caldi e sentori forti, un gusto dolceamaro. Fermentazione in cantina con lievito ad alta fermentazione ed invecchiata con il suo gusto si evolve in bene nel tempo, man mano che avanza di età, sviluppa maggiori note floreali, sapori di caramello, miele e passito, il colore diventa più scuro, e l’amarezza diminuisce. Birra speciale invecchiata, cruda non filtrata, triplo malto. Una birra da contemplazione magari davanti a quello spettacolo della natura che è quel gioiello di Matera.
Mansueto CrAk Brewery
Avete presente i Rum di Caroni, quelli che sono già venduti ancor prima di essere messi in commercio? Ecco provate a immaginare cosa deve essere l’assaggio di Mansueto, un blend di Barley Wine invecchiati per 1 anno in botti di Whisky e 3 anni in botti di rum Caroni. Super interpretazione del birrificio Crak, il nome è una dedica speciale a un amico dei ragazzi del birrificio, un falegname artigiano, scomparso qualche anno fa, che gli aveva insegnato l’arte della lavorazione del legno, seguendo passo dopo passo la produzione dei supporti per le botti che ora sono nella nostra. Birra ricca, dalla beva liscia e soddisfacente. Complessa e alcolica, al naso emergono note di caramello, toffee, miele, spezie, eleganti note di legno tostato e vaniglia. Frutta scura molto matura, inebrianti effluvi di alcol compaiono nel mentre la birra si scalda, accompagnati da frutta secca tostata, e qualche accenno di marasca e marmellata di susina.
Xyauyù Kioke 2016 Baladin
E poi ci sono le Riserve speciali di Teo Musso, un fenomeno in termini di creatività birraia e di intuizioni marketing con il birrificio Baladin. La Xyauyù Kioke va oltre e racconta una novella che arriva dall’estremo oriente e approda nelle Langhe. Un incrocio tra culture lontane e diverse con in comune passione, lavoro artigianale, rispetto per le tradizioni, ma anche lungimiranza e speranza per il futuro. Colore rubino carico, birra limpida e piatta senza schiuma. Al naso sentori delicati di bacche di cipresso, datteri e caramello con accenni leggerissimi di incenso. In bocca, toni legnosi e freschi di cipresso si sposano splendidamente con leggere note resinose, sapide e di umami per chiudere con un finale vagamente erbaceo, amaricato e acidulo. Grado alcolico: 14%, grado di amaro (IBU): 13-15. Abbinamenti consigliati formaggio Grana o Parmigiano stagionato almeno 36 mesi, dolci di crema al cucchiaio, pasticceria secca.
Vecchia Lodi 2019 Brewfist
La prima cotta non si scorda mai. Per i ragazzi del Birrificio Brewfist il gran giorno fu il 16 Novembre 2010, giornata speciale da ricordare con un progetto dedicato, ovvero quello di Vecchia Lodi. Vecchia Lodi 2019 è barley wine prodotto in occasione del nono anniversario del birrificio. Una birra che si adatta a un lunghissimo invecchiamento in cantina, per magari aprirne qualche bottiglia e fare una verticale continua. Grado alcolico: 11,0%, malti utilizzati Crystal, Maris Otter, Luppoli Columbus, English Golding. Una birra da consigliare anche per dare un sostegno alla zona del lodidiano, una delle zone più colpite in queste settimane di emergenza da Coronavirus.
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