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La figura del Q Grader per valutare e migliorare la qualità del caffè


www.bloom.coffee spiega le caratteristiche e le funzioni di questa figura professionale che può svolgere un ruolo fondamentale nei programmi di controllo e miglioramento della qualità del caffè prodotto dalle nostre torrefazioni.

 



 

Durante la seconda metà del secolo scorso, in tutto l’Occidente si visse un periodo di grande ripresa economica. Enorme fu la crescita dell’industria seguita da un aumento demografico e dal conseguente rilancio della richiesta di materie prime. A questo boom di consumi non corrispose tuttavia altrettanta attenzione e cura all’aspetto etico, sostenibile o qualitativo della produzione. Fu solo a partire dagli anni ‘70/’80 che si iniziò a sviluppare l’idea della qualità in senso ampio in differenti campi del settore alimentare.

Da queste premesse nasce nel 1996 il Coffee Quality Institute con l’obiettivo di migliorare la qualità del caffè e la vita delle persone che lo producono, mettendo a disposizione di questi ultimi gli strumenti ed il supporto necessari per comprenderne qualità e potenzialità Dare il giusto valore alle materie prime di buona qualità attraverso un giudizio numerico è il miglior modo per incentivare i produttori a propendere per una coltivazione più attenta. Da questi principi fondanti sono stati creati gli standard del protocollo di cupping, che rimane il fulcro essenziale attorno a cui ruota l’intera settimana del corso Q Arabica.

Da questo percorso si forma la figura Professionale del Q grader ed è grazie al sostegno del CQI e dei 6000 Q grader sparsi nel mondo, di cui 40 su territorio italiano, che molti produttori oggi hanno la possibilità di comprendere, valutare e migliorare il loro prodotto.

IN COSA CONSISTE IL PROGRAMMA Q

L’obiettivo principale e primo pilastro del programma Q è quello di creare un linguaggio comune che possa definire in maniera obiettiva la qualità di un caffè, fornendo ai produttori gli strumenti adatti per guadagnare consapevolezza in ciò che fanno. Quest’ultimo aspetto è spesso trascurato ma è il motivo fondante della creazione di questo modulo formativo, a tal punto che è molto più riconosciuto nei Paesi di origine rispetto a quelli di consumo.

Il viaggio per ottenere tale qualifica è composto da una serie di 22 prove molto rigide che passano dalla valutazione visiva del caffè verde e di quello tostato, dall’assaggio alla cieca fino all’esame finale di cultura generale. Le abilità richieste ai nostri “supereroi” sono molteplici, a cui si può arrivare con più tranquillità grazie alla preparazione attraverso i moduli Green e Sensory della Specialty Coffee Association.

Una volta ottenuta la qualifica di Q grader, questa dovrà essere calibrata ogni tre anni per garantire costanza e imparzialità dei giudizi. Esatto, giudizi, perché non dimentichiamo che la missione di un Q grader è quella di dare una valutazione finale su una scala espressa in centesimi Per poter raggiungere gli 80 punti su 100 (necessari per l’ottenimento della nomea “specialty” ) a tazza non dovrà presentare difetti né a livello visivo né dal punto di vista organolettico. Aspetti aromatici, tattili e gustativi sono solo alcuni dei criteri di valutazione che i Q Grader devono assegnare in maniera oggettiva. Per poter conseguire tale risultato è necessaria grande meticolosità da parte del produttore in tutte le fasi: dalla coltivazione, passando per il raccolto, fino alla fase di esportazione.

PERCHÉ DIVENTARE Q GRADER?

Il sistema Q Grader è l’unico linguaggio universale utilizzato da tutti gli attori della filiera. Ecco perché conoscere questo alfabeto diventa l’unico modo per confrontarsi in maniera univoca e trasparente. L’approccio poi con diverse culture, tipologie di caffè e metodi di preparazione, permette a chiunque vi partecipi di progredire attraverso una visione di insieme molto più ampia mettendo a disposizione della comunità intera la cultura della qualità. È così quindi che un Q Grader diventa molto più di un semplice “assaggiatore” ma colui che riesce a gestire e controllare un intero processo, in piantagione così come in azienda. È insomma una figura di spicco all’interno di qualsiasi azienda. Accedere al percorso Q Grader offre quindi vantaggi significativi non solo alla propria preparazione personale, ma beneficia l’intera filiera attraverso un linguaggio comune, supporto tecnico sul campo e programmi specifici di cooperazione e sviluppo sostenibile.

CI SONO ALCUNI TESTI DA CONSULTARE PER LA PREPARAZIONE?

Certamente ce ne sono svariati tra i quali: SCAA Cupping Handbook, SCAA Brewing Handbook, SCAA Arabica Green Coffee Defect Handbook e SCAA Green Coffee Classification Chart, da consultarsi contestualmente alla preparazione olfattiva effettuabile con l’utilizzo Le Nez Du Café Aroma Kit e a quella pratica del SCAA Cupping Protocol & Cupping Form.

 

+ info: www.bloom.coffee

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