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Un tradizione di famiglia, che oggi parla al femminile. Dietro al successo dei vini di Tenuta Il Corno c’è la Contessa Maria Giulia Frova, delegata regionale dell’Associazione Nazionale Donne del Vino, che è riuscita e riesce ancora oggi a mantenere viva una tradizione viticola ed enologica derivante dal lontano XIV secolo.
Fra le più belle tenute della Val di Pesa e della Toscana, a San Casciano in Val di Pesa (provincia di Firenze), la Tenuta Il Corno è di proprietà dei Conti Frova Arroni di Arrone dal 1911 e nel corso degli anni ha saputo allestire un’esperienza a 360° fra accoglienza (agriturismo), ristorazione (Ristorante Corno Divino) e i grandi vini rossi tipici di queste terre. A partire dal Colorino IGT Toscana, realizzato da un vitigno riscoperto e rilanciato proprio dalla Contessa e dalla sua famiglia.
La storia di quest’uva autoctona, e quella del vino che ne consegue, omaggiano la famiglia Frova già dal nome che leggiamo sull’etichetta, “Conte Antonio”, sentito tributo al padre di Maria Giulia: negli anni ’90 fu proprio il Conte Antonio, del resto, ad avere l’intuizione di recuperare un vitigno autoctono toscano come il Colorino valorizzandone il potenziale, la longevità e la straordinaria struttura polifenolica, proprio in un periodo in cui la tendenza dominante era invece quella di investire principalmente sui vitigni internazionali.
La prima annata di produzione ufficiale fu il 1995 e da quel momento in poi il Colorino e i suoi vini spessi e profondi, con buone gradazioni alcoliche e una buona struttura, anche se caratterizzati da bassa acidità, non hanno mai perso il loro ruolo da protagonisti (seppur non assoluti) all’interno della proposta dell’azienda toscana.
Alla riscoperta e alla salvaguardia del patrimonio genetico del Colorino la famiglia Frova ha saputo unire poi, sempre in quegli anni, anche un’altra importante “battaglia” enogastronomica tutta toscana: la salvaguardia e la protezione della Cinta Senese dal rischio di estinzione. Il padre di Giulia fu infatti uno degli imprenditori che contribuì a riportare in auge la celebre razza suina, tutelandone e promuovendone l’allevamento. Un’eccellenza alimentare, presente non a caso anche nel menù del ristorante della Tenuta Il Corno.
Tornando al vino, l’altro fiore all’occhiello è sicuramente il “San Camillo”: per celebrare l’uva simbolo del Chianti e dell’intera Toscana Tenuta Il Corno seleziona i migliori grappoli del suo Sangiovese creando un rosso strutturato e intenso, avvolgente coi suoi sentori di frutti a bacca rossa e nera così come le sue spiccate note floreali di violetta. Dopo la fermentazione controllata in acciaio e un’attenta malolattica, il “San Camillo” segue un affinamento di 6-9 mesi in barrique di secondo passaggio e un ulteriore affinamento di 6 mesi in bottiglia, d’obbligo prima dell’introduzione sul mercato. La novità rispetto al passato, però, è un cambio di denominazione (San Camillo IGT Toscana) e la nuova etichetta disegnata dall’eclettica artista Caterina de Renzis Sonnino.
Senza dimenticare infine il Vin Santo DOC, fatto come una volta. Come? Scegliendo a mano le uve di Malvasia e Trebbiano del Chianti, lasciandole poi appassire per mesi sui “cannicci” stesi nell’antica vinsantaia, il nettare viene raccolto pigiando le uve con un piccolo torchio manuale. La piccola quantità di mosto che se ne ricava viene messa nei caratelli che, sigillati con cemento, sostano un minimo di 7 anni sotto le tegole della stessa vinsantaia. Alla sboccatura dei caratelli si scopre così un Vin Santo dal colore ambrato e brillante, con un profumo che ricorda fiori e frutta appassiti, in un vero susseguirsi di sensazioni e emozioni dolci-morbide. Al gusto, il Vin Santo DOC di Tenuta Il Corno presenta invece un perfetto equilibrio fra acidità, residuo zuccherino e asciuttezza. Ottimo sul dessert, si accompagna con successo anche a formaggi stagionati o erborinati.
Per saperne di più: tenutailcorno.com/
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