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la Tasmania, immensa isola al sud dell’Australia (68.400 km2 ovvero 8 volte la Corsica) sta negli ultimi anni assistendo ad una rapida crescita del proprio settore vinicolo, sia in quantità che in qualità.

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Se infatti negli ultimi anni il resto del continente è stato colpito da condizioni meteorologiche avverse, con l’alternarsi di piogge torrenziali e periodi di siccità, la Tasmania ha visto le proprie condizioni climatiche non subire particolari variazioni.

L’isola conta oggi 230 viticoltori, che occupano soltanto 1.500 ettari, una parte veramente residuale dei terreni agricoli disponibili .

Il Pinot Noir rappresenta il 40% della produzione, e già si comincia a parlare di una rivalità con gli omonimi prodotti neozelandesi (i cui vigneti godono ormai di fama internazionale, e trovandosi sulle stesse latitudini, il confronto è inevitabile)

Il secondo vigneto è lo chardonnay, che conta più o meno un quinto della produzione totale.

Nota di merito per lo shiraz, vitigno che invece nel resto dell’Australia tende a non rendere moltissimo.

La grande sfida per i prossimi anni è l’aumento dei volumi, in quanto ad oggi la Tasmania rappresenta meno del 0,5% della produzione australiana, e il 70% della produzione è destinata al consumo interno.

Già i primi grandi investitori Australiani hanno cominciato ad acquistare terreni (Treasury Wine Estate e Brown Bros), e anche i Belgi e i Cinesi stanno puntando forte sull’acquisizione in queste zone.

 

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