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“LATTE 100% ITALIANO” è il nuovo logo che certifica il latte made in Italy


“Latte 100% italiano”. Il nuovo logo per indicare la zona di mungitura del latte con un’informazione semplice e ben identificabile da parte del consumatore nasce oggi con un’iniziativa, privata e facoltativa, ma sostenuta dal ministero dello Politiche agricole impegnato a difendere il settore lattiero con la fine della stagione le quote latte. Il governo si è quindi attivato per venire incontro alle esigenze del settore: nell’ultima legge di Stabilità è stato stanziato un fondo da 110 milioni di euro in tre anni per gli allevatori virtuosi che si sono messi in regola con le quote latte. Adesso, però, la partita si sposta anche sul fronte dell’educazione alimentare.

Anche per questo il ministro Maurizio Martina ha inserito la nascita del simbolo tra le azioni strategiche per accompagnare il settore dopo la fine del regime delle quote latte, in scadenza il prossimo 31 marzo. Oggi, infatti, molte aziende hanno un loro modo per indicare la provenienza del latte, mentre un marchio unico, all’insegna del made in Italy, avrebbe il vantaggio di essere facilmente riconoscibile da chiunque.
D’altra parte il settore lattiero caseario con 14,9 miliardi di fatturato rappresenta l’11% dell’intera industria alimentare: le oltre 35mila aziende producono circa 11 milioni di tonnellate di latte per un valore di 4,8 miliardi. Metà della produzione, però, viene trasformata in formaggi Dop. Il fondo latte di qualità servirà, dunque, a sostenere soprattutto quegli allevatore virtuosi che hanno sempre rispettato il regime delle quote in un momento di profonda trasformazione del settore.

L’obiettivo delle risorse stanziate dal governo (8 milioni per il 2015, 50 milioni di euro all’anno per il 2016 e 2017) è quello di rafforzare le sicurezza alimentare e ridurre i trattamenti antibiotici: nel dettaglio, agli allevamenti e alle imprese che aderiscono al piano verrà concesso un contributo per gli investimenti fino ad un massimo di 15.000 euro per le aziende agricole e fino ad un massimo di 200.000 euro per quelle che, oltre alla produzione primaria, operano anche nella trasformazione e commercializzazione.

Fonte: www.repubblica.it/economia/2015/03/11/news/latte_quote_marchio-109296561/

 

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