I dati di questo studio longitudinale emergono dall’analisi del rapporto tra consumo di latte e latticini e variazioni del profilo pressorio all’interno del Framingham Offspring Study, che ha coinvolto i figli (ormai cinquantenni) del gruppo di popolazione reclutato all’epoca del primo Framingham. Al termine del periodo di osservazione, dal 1991 al 2008, si è potuto mettere in luce che il consumo complessivo di latte e latticini si associava a un miglior controllo sulla pressione, sia diastolica, sia sistolica negli anni.
Più in dettaglio, chi consumava almeno 3 porzioni/settimana di latte e latticini, a confronto con chi ne consumava meno di una, mostrava un minor incremento della pressione sistolica nel tempo, inferiore di 0,2-0,6 mm Hg per ogni anno trascorso. Il medesimo effetto si evidenziava per la pressione diastolica.
Analizzando in dettaglio quali alimenti fossero più strettamente associabili al minor incremento pressorio annuale, si è visto che latte e latticini parzialmente/totalmente scremati erano i prodotti correlati con il miglior profilo pressorio. Tra gli abituali consumatori di latte e latticini, questo maggior controllo pressorio ha portato, nei 15 anni di osservazione, a una riduzione del rischio di sviluppare ipertensione. Un’osservazione emerge sulle altre: mentre sembra che l’effetto protettivo dei latticini nel loro complesso “perda mordente” con l’avanzare dell’età, lo yogurt emerge come eccezione. Infatti, un maggior costante consumo di yogurt si associa a una riduzione dell’incidenza di nuovi casi di ipertensione che resta invariata nel tempo.
FONTE: Nutrition Foundation of Italy