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La cooperativa Latte Trento chiude il miglior bilancio di sempre: 43,5 milioni di fatturato, 0,51 euro a litro per i soci conferitori. Nuova struttura commerciale per portare all’estero una gamma ristretta di formaggi. Sono passati quattro mesi dal primo appello di Latte Trento ai consumatori. Alla vigilia di Natale, presentando il “Latte di montagna alta qualità”, i vertici della cooperativa misero in guardia dai rischi dell’abbattimento di qualsiasi barriera alla produzione con l’abolizione, dal primo aprile, delle quote latte. Adesso che le quote non ci sono più, l’allerta resta massima.

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“Negli ultimi quindici anni – ha affermato il presidente Graziadei – il prezzo del latte è sempre salito, con le sole eccezioni del 2006 e 2011, primo anno post-fusione, incrementando il suo valore del 32%. Ma le quotazioni sono in picchiata. Intanto comunque i soci di Latte Trento che hanno conferito 45,5 milioni di litri di materia prima hanno incassato per il 2014 mediamente 0,51 euro al litro, una cifra più che rispettabile. Premiati in particolare gli allevatori che hanno conferito latte di elevata qualità. Molto soddisfatto il direttore Sergio Paoli, che archivia il miglior risultato di sempre, con un fatturato complessivo di 43,5 milioni e un utile netto di 108mila euro. Merito delle fusioni e conseguenti dismissioni di alcuni stabilimenti, unitamente al ridimensionamento o esternalizzazione di alcune produzioni, dallo yogurt alla mozzarella, che hanno consentito di diminuire i costi e aumentare la produttività. A trascinare il risultato anche l’ottima performance di Trevilatte, la società consortile partecipata al 76% da Latte Trento che lavora nello stabilimento di Spini il 63% del latte conferito. Molto buoni anche i rapporti con il socio Latterie Vicentine.

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In forte calo l’indebitamento che, senza l’acquisto del nuovo caseificio, si è ridotto a 2,9 milioni, contro gli 11,5 del 2013. Solo nel 2011 il debito (tra conto corrente e mutui) ammontava a 22 milioni.

Forti risparmi sono stati ottenuti anche dalla dismissione dello stabilimento di Villalagarina, restituito a febbraio 2014 a Cooperfidi. La produzione di grana, 14mila forme nel 2014, è stata concentrata a Giustino, dove sono state prodotte anche 6mila forme di Spressa. Procede tra molte difficoltà per inadeguatezza strutturale la lavorazione nello stabilimento di Fiavé, che sarà trasferita quanto prima a Trento. Procede la costruzione del nuovo caseificio accanto alla sede: “abbiamo passato tempi nerissimi, ma con gli investimenti programmati riusciremo ad abbassare i costi e migliorare ulteriormente l’efficienza”.

“Troppa offerta, troppa produzione, cali eccessivi dei valori di mercato stanno creando una tragica corsa al massacro, non possiamo vincere questa sfida da soli”, ha affermato il direttore Sergio Paoli.

“Noi non possiamo fare concorrenza alle produzioni intensive di pianura – ha detto oggi all’assemblea dei soci il presidente Carlo Graziadei – ci salva solo la genuinità del nostro latte e dei formaggi, i rigorosi protocolli di produzione, la bontà dei prodotti di montagna. Ma i consumatori devono capirlo, a cominciare dalle strutture pubbliche come scuole, ospedali, enti vari che acquistano latte dalla Germania, Austria, Francia e Slovenia!”.

 

+info: www.lattetrento.it – per informazioni commerciali:

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