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Antonio Baravalle, Amministratore Delegato di Lavazza (cfr foto a lato), nel corso della presentazione del preconsuntivo 2012 avvenuta oggi a Milano, ha annunciato che il gruppo piemontese prevede di chiudere il 2012 con un ritorno all’utile, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 40-45 milioni di euro e con un fatturato in lieve crescita a 1,33 miliardi contro 1,268 miliardi nel 2011. Il fatturato di Lavazza deriva per circa il 30% dal business delle cialde e capsule, mentre per il 70% da quello tradizionale. Il 60% circa del fatturato arriva dall’Italia e cresce ancora; Lavazza infatti recupera due punti di quota a volume 43,4% (+2,2%), attestandosi a un 48,4% a valore (dati fonte Nielsen). Tutto questo in contesto che, specie dopo l’estate, sta rapidamente precipitando, con consumi in calo anche del 3.5%-4%. Il 40% del fatturato proviene invece dall’estero, in primis da Francia e Germania, e, a seguire, da Stati Uniti e Australia. L’azienda punta a far diventare gli Usa il secondo mercato dopo l’Italia. La famiglia Lavazza detiene il totale delle quote della società. A livello occupazionale i dipendenti del gruppo ammontano a 4.000 unità, di cui 1.500 circa in Italia, e non è prevista alcuna chiusura in Italia dove ci sono 4 stabilimenti. Baravalle ha elogiato l’elevata efficienza e flessibilità raggiunta nello stabilimento di Gattinara grazie agli accordi raggiunti a livello sindacale, mentre è ancora indietro il negoziato a Settimo Torinese

Ricerca di Mercato Studio Competitive Data - Il mercato del caffè nei bar e pubblici esercizi in Italia nel 2011: ancora un calo a volume

La Filiera del caffè espresso - La degustazione del Caffè di Franco e Mauro Bazzara - Planet CoffeeA incidere sull’andamento di quest’anno sono state l’adozione di politiche commerciali adeguate alla difficile situazione congiunturale del mercato italiano, unite alle azioni di razionalizzazione e riorganizzazione aziendale intraprese nell’arco degli ultimi 18 mesi, che stanno generando i primi effetti in termini di maggiore efficienza. Non ultima, la riduzione del prezzo della materia prima, tornato ai livelli del 2010 dopo i picchi speculativi dell’esercizio passato. “Nel corso del 2012 Lavazza e’ tornata a far leva sui propri punti di forza storici: la competenza e la focalizzazione sul mercato del caffè, la forza di un brand globale con alto grado di notorietà in numerosi Paesi e la capacità di generare cassa in virtù della massa critica che l’azienda ha in Italia” – ha affermato Baravalle – “Questi aspetti, uniti alla visione di lungo periodo e alla salda governance aziendale garantiti dagli azionisti, hanno consentito a Lavazza di reagire in modo adeguato alle sfide che il mercato ci ha imposto”. Lavazza, non sta studiando altre forme di finanziamento, dal momento che non ha debito e genera cassa (il 2011 si è chiuso con un saldo di cassa di 173,5 milioni); la quotazione della società a Piazza affari non è assolutamente prevista.

Lavazza intende anche svilupparsi sui mercati internazionali, dando una diversa priorità a mercati e modelli di business. In questo momento, infatti, sono mercati chiave per l’azienda Paesi con forti capacità di crescita come Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti. Su questi mercati, Lavazza agirà tramite investimenti commerciali e strutture locali, anche sull’esempio del successo registrato dall’alleanza con Green Mountain Coffee Roasters (Gmcr), l’azienda statunitense di cui Lavazza ha acquisito il 7,5% nell’agosto 2010, una quota che per ora non vuole aumentare Con Green Mountain Coffee Roasters tutto sta procedendo secondo i piani, come dimostrato dal lancio del nuovo sistema Keurig Rivo, presentato a inizio novembre a New York”, ha commentato Baravalle. La macchina prodotta con Keurig, la divisione sistemi a capsule di Gmcr, rappresenta una soluzione innovativa, pensata appositamente per gli amanti delle bevande a base espresso in America del nord. Keurig è la prima macchina a preparare un caffè espresso monoporzione, ma anche cappuccino e latte macchiato utilizzando latte fresco. L’obiettivo è quello di far consumare in casa agli americani, i 4 miliardi di caffé che gli americani all’85% consumano per strada acquistandoli da grandi catene come Starbucks

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“I primi dati di vendita di Keurig Rivo – precisa Baravalle – indicano un forte gradimento da parte del pubblico. Oltre ad acquistarla nei negozi Bloomingdale’s, migliaia di consumatori l’hanno prenotata sui siti web di Keurig. Una spinta ad ampliare il raggio d’azione congiunto con Green Mountain, secondo i piani di un’alleanza industriale che non ha tardato a dare i suoi frutti”.In altri Paesi Lavazza agirà attraverso distributori esteri. Tra questi, il più importante è l’Australia, seguito da altri Paesi del centro-est Europa e del bacino del Mediterraneo. Senza dimenticare i mercati Bric ed emergenti. “E per il prossimo anno le prospettive sono buone – ha assicurato l’ A.D. Baravalle – Naturalmente il gruppo proseguirà il percorso di riorganizzazione e rifocalizzazione con l’obiettivo di una crescita solida nel futuro”. L’anno prossimo sarà anche l’anno della piena operatività del nuovo impianto indiano, che in questi giorni sta avviando la produzione. Ma soprattutto saranno sempre più le cialde e capsule a generare utili e profitti: oggi valgono il 30% del fatturato, ma la crescita è esponenziale. “Sui livelli dei primi anni di internet – spiega Baravalle – oggi abbiamo nel mondo 45-50 milioni di macchine per fare il caffè, di cui il 35% per l’espresso. In 10 anni ci aspettiamo che diventino 150 milioni di cui il 55% per l’espresso”. Un mercato strategico per aziende come Lavazza che oggi rappresenta il 3,5-4%, ma con un tasso medio di crescita annuo del 30%.

+info: www.milanofinanza.it/www.lavazza.com

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