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Le principali tendenze emerse in occasione dell’ultimo HOST


Dove va il mondo del food? A questa ardua domanda si poteva rispondere girando tra le corsie dell’International Hospitality Exhibition, guardando le novità presentate dalle aziende, frequentando seminari e assistendo agli spettacolari show-cooking e degustazioni. Ecco alcune tendenze rilevate tra i padiglioni (erano 14 in questa edizione, per tre macro-aree).

Grande attenzione come da tradizione è stata riservata al mondo del caffè, che da gloria nazionale e simbolo dell’Italian way of Life ha non solo varcato i confini nazionali, ma sta dilagando anche nei mercati emergenti più vasti, come la Cina. Lontani i tempi in cui si poteva scegliere solo il binomio Arabica e Robusta, oggi la new wave del chicco tostato prevede che si vada alla ricerca delle varietà più preziose ai quattro angoli del mondo, distinguendo origine e terroir, privilegiando anche il coté etico con le varietà biologiche e Fair Trade. Un lavoro certosino, da esperto e fine conoscitore della materia prima, attuato ormai dalle grandi aziende come dai piccoli torrefattori indipendenti. Tutti presenti al SIC, il Salone Internazionale del Caffè di Host, dove tra degustazioni classiche e cupping si sono sprigionati gli aromi più intensi.



Personalizzazione e destagionalizzazione: sono invece questi i temi che percorrevano gli stand del padiglione dedicato al Gelato, altra gloria nazionale partita alla conquista del mondo. Qui abbiamo scoperto che cono e coppetta ormai non bastano più, specie se il gelato si vuol vendere tutto l’anno. Largo quindi a topping e sciroppi originali e a forme di fantasia, colorate e geometriche, mutuate dal cake design e che finora si trovavano solo nelle pasticcerie più innovative. Largo anche, sempre in tema di personalizzazione, alle opzioni “free-from”: senza glutine, senza latte, vegano, ma si sono viste anche le versioni del gelato – come vuole la nostra società multietnica e la diffusione globale -certificate kosher e halal. La chicca? Lo “stecco ricoperto” al momento: al cioccolato bianco, nero e al pistacchio, e granelle e frutta secca di copertura.

E il gluten free è stato veramente un tema che ha percorso un po’ tutti i padiglioni e le occasioni di consumo, dalla colazione alla cena, dal croissant alla pizza alla pasta. Ci è piaciuto in particolare il format di ristorazione 100% gluten free Amaranto, che propone pasta fresca senza glutine in infinite varietà. I tempi sono maturi? Pare proprio di sì, visto l’interesse mostrato dal pubblico.

Tra i formati per bar e ristorazione il mondo dell’ospitalità si divide in due. Continua l’avanzata dello shabby chic, lo stile a metà tra il campagnolo e l’industriale che richiama contenuti naturali, artigianali e a chilometro zero, ma avanza anche il bar del futuro, iperconnesso e interattivo, con tavoli touch screen, pagamenti via smartphone e grandi schermi per il digital signage capaci di cambiare ambiente e suggestioni con un clic del mouse.

Sul fronte del tableware la novità sono i tovagliati usa e getta sempre più eleganti e che si allontanano da una logica cheap. Consentono di risparmiare tempo e spese di lavanderia e fanno bene all’ambiente se vengono da foreste certificate e materie prime riciclate. I più nuovi? Quelli fatti non da polpa di cellulosa, ma con materie prime naturali “alternative”, come il cotone o il bambù.

 

Fonte: host.fieramilano.it

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