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Né a Milano né a Roma, “One Cup” quest’estate si prepara a rivoluzionare il modo di bere sake dei fiorentini innamorati del Sol Levante. È partita proprio con questo curioso quanto ambizioso obiettivo la nuova sfida di Giovanni Baldini, importatore in Italia dal 2014 che ormai fa del sake non solo il suo business quotidiano, ma un vero e proprio stile di vita.

Ma cos’è One Cup? Semplice, l’iconico sake in barattolo creato nel 1964 dalla famiglia Ozeki – storici produttori di sake – in contemporanea con le Olimpiadi di Tokyo e il lancio dello Shinkansen, il celebre “treno proiettile” che ogni giorno trasporta migliaia e migliaia di giapponesi lungo tutto il Paese. Uno scenario commerciale ricco di possibilità che la cantina Ozeki è stata brava a leggere in anticipo, proponendo sul mercato una nuova filosofia dietro a un nuovo prodotto, ben lontano dalle canoniche bottiglie da 1,8 litri di sake. One Cup (180 ml) è il perfetto sake da asporto, da consumare dove e quando si vuole, quello stesso sake che i salaryman giapponesi hanno progressivamente inserito nelle proprie abitudini alimentari, accompagnandolo per esempio al classico bentō box consumato sul treno.

“È dal 2014 che porto avanti la promozione del sake giapponese. Questo è un anno un po’ diverso per tutti noi, c’è chi parla di Rinascimento visto il brutto periodo dal quale stiamo finalmente uscendo… Quindi mi sono detto: ‘Facciamo una cosa pazza e divertiamoci con il sake. Il divertimento è sicuramente il valore aggiunto, in ogni lavoro. Ho conosciuto di persona la presidentessa di Ozeki, una delle ‘cinque sorelle’ fra le più grandi produttrici del Giappone, e un’idea nata quasi per gioco alla fine sta diventando inaspettatamente realtà”, ci racconta con orgoglio Giovanni Baldini di Firenze Sake.

Sebbene One Cup sia stato via via emulato da uno svariato numero di aziende, il prodotto firmato Ozeki è entrato ormai da oltre 50 anni nell’immaginario collettivo giapponese. “Fa parte della cultura pop, lo puoi trovare ai distributori automatici, ma anche nelle varie izakaya, per poi bertelo all’aperto, in treno o anche solo passeggiando per la città. Ma una cosa è certa: dire One Cup in Giappone è ormai dire per antonomasia One Cup di Ozeki”, prosegue il grande appassionato ed esperto di sake. Il segreto del successo di One Cup, oltre che nella ricetta di Ozeki (acqua, riso, koji e lieviti, senza nessun tipo di additivo), sta d’altronde proprio nella sua essenzialità e nella sua qualità, a prescindere dal suo basso costo. “Perché in Giappone, differentemente da quello che succede in Italia o in Europa, economico non significa per forza di basso valore. Parliamo di un prodotto dal costo accessibile e abbordabile sì, ma di consumo quotidiano e di conseguenza sempre di buon livello. Made in Japan ovviamente”.

Quest’esperimento, che nell’estate 2021 ha scelto Firenze e la Toscana come sua prima tappa italiana (domani chissà…), ha riscosso subito l’entusiasmo di sette locali, che l’hanno prontamente inserito in carta: Todo Modo, Pint of View, Kawaii, Ramen Girl e Quelo nel capoluogo, Oka a Barberino Val d’Elsa e Serendepico a Capannori. Un’idea folcloristica, allegorica e piuttosto avanti rispetto a tante altre grandi metropoli (italiane e non), dove ancora si è forse arroccati su un concetto più antico e meno inclusivo di sake. “One Cup testerà la voglia di scoprire qualcosa di nuovo, tanto dei ristoratori quanto e soprattutto dei consumatori finali che si trovano a Firenze e in Toscana. Proviamoci e beviamo sake, tutt’al più ci metterà un po’ di sana allegria… A settembre tirerò le somme, ma sono sicuro già da oggi che ci sarà comunque da divertirsi”, chiosa Baldini.

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