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Un gin inusuale quello di Hendrick’s, e dobbiamo dire che inusuale è stato anche l’evento realizzato a Milano. “The Chambers of the Courious”, andato in scena lo scorso 1 e 2 novembre per solleticare il potere della mente, per scherzare sulle funzionalità del cervello, tra lobi parietali e frontali, con al centro il grande protagonista: Hendrik’s Gin. Siamo stati anche noi al Circolo Filologico di Milano che è stato adattato per questo evento, fra un trattamento e l’altro al nostro cervello, abbiamo incontrato Ally Martin, Brand Ambassador Global di Hendricks. Scozzese purosangue, ha lavorato come bartender per nove anni tra Edimburgo e Glasgow prima di andare a Londra, dove dopo avere vinto una cocktail competition inizia a lavorare come Brand Ambassador Uk e poi il passaggio a Global Brand Ambassador.

 

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Un marchio tra i più celebri nel mondo Hendrick’s Gin, anche se di fatto ha una storia tutto sommato recente. “Si in effetti è vero, molti pensano che il nostro sia un brand storico, quando invece siamo nati solamente nel 1999 ma con un obiettivo ben preciso: diventare un gin di riferimento nel panorama degli spirits, con i risultati che sono stati subito importanti visto che nel 2003 siamo stati nominati come miglior gin al Mondo secondo il Wall street journal”.

 

 

Prodotto in small batch, 450 litri per volta, Hendrick’s Gin arriva dalla regione dell’Ayrshire in Scozia, da due alambicchi: Carter-Head e Bennett Still. Il primo creato nel 1948 e di manifattura John Dore & Co, il secondo ancor più antico, disegnato nel 1860 da mastri ramai Londinesi. Nel 1966 Charles Gordon, patron della William Grant & Sons, il maggior produttore di whisky scozzese indipendente, acquistò questi due alambicchi da collezione senza conoscerne esattamente l’uso futuro. Nel 1988 l’incontro con Lesley Gracie e dopo ben undici anni di studi ed esperimenti hanno iniziato a scrivere la storia nel panorama dei distillati. Una presenza molto importante su tutti i mercati del mondo, l’Italia rappresenta uno dei principali mercati su cui lavorare secondo il Brand Ambassador. “Per noi l’Italia è un mercato fondamentale, qui si beve bene e c’è un livello altissimo di bartender e di mixology. Per lavoro giro in tutto il mondo tra varie community di bartender, devo dire che a Milano ho trovato una grandissima qualità e professionalità, ottimi locali dove si beve davvero alla grande. Il mercato italiano è importante perché ci permette di testare alcuni trend, il mio drink preferito è il Negroni”. E in effetti così è stato anche per le Chambers of the Courious, un format che ha girato il mondo che in Italia è stato sperimentato.

 

Un momento delle Chambers of the Courious

 

Questo è un modo come un altro per comunicare la nostra differenza in maniera inusuale visto che anche il nostro è un gin inusuale”. Un successo che vede Hendrick’s da anni stabilmente in testa alle graduatorie degli spirits mondiali, ma qual è la vera la ricetta di questo successo? “Sicuramente la formula di distillazione, con i distillati prodotti dai due alambicchi. La ricetta di alcuni ingredienti che vengono utilizzati. Undici specie botaniche, alcune classiche e alcune assolutamente stravaganti per la categoria che sono diventato il marchio di fabbrica di Hendrick’s, la rosa damascena di Bulgaria e il cetriolo, l’ingrediente più famoso che si ricordano tutti, ma che prima nessuno si era mai immaginato di utilizzare. In più devo dire che in questi anni ha contribuito alla crescita anche una campagna di comunicazione mirata”. Una diffusione e conoscenza quella di Hendrick’s in Italia grazie al lavoro di distribuzione di Velier dal 2008, con cui i rapporti sono ottimi. “E’ gente che fa questo lavoro prima di tutto con passione come noi, alla base del successo di prodotti come questo ci vogliono persone che sappiano raccontare questi prodotti con il cuore. Semplicemente inusuale, non per tutti”.

 

 

+info: www.hendricksgin.com

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