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LIVE WINE 2016: Milano per tre giorni capitale del vino naturale


Live Wine buona la seconda. Confermarsi non è mai semplice, fare meglio ancora meno, specie nel mondo del vino dove eventi e manifestazioni affollano il calendario praticamente ogni giorno da nord a sud, da est a ovest. Che il format di Live Wine fosse azzeccato se ne erano resi conto in molti già dall’esordio. Una squadra collaudata dopo anni di Vini di Vignaioli a Fornovo. Ma lo sbarco a Milano, nella capitale di tante cose, dove il vino, non solo naturale, è una parte importante ma non l’unica di un’offerta ampia e variegata, non era affatto scontato. Live Wine 2016 la conferma che Milano è una piazza assetata di vino al naturale, con un pubblico attento e rigoroso che ha voluto parlare, stringere la mano, annusare, degustare e capire i vini veri insieme agli artigiani del vino.


Location spaziale, un Palazzo del Ghiaccio che ha messo in mostra spazi ariosi dove nei loro banchetti i produttori, più di cento provenienti da tutta Italia e dall’Europa, hanno messo a disposizione il loro know how. Tanti i visitatori, a partire dal sabato dove nonostante la pioggia c’è stato un vero e proprio assalto all’apertura delle 14.00, con file composte e ordinate per ritirare bicchiere, rigorosamente senza porta taschino, perché Live Wine è attento anche all’ambiente. Domenica altra giornata di grandi numeri, mentre lunedi un po’ più di clima rilassato, a Live Wine si poteva fare anche qualche chiacchiera con calma con gli artigiani del vino. Giornata ideale per importatori, tanti accenti stranieri nella sala wine tasting riservata agli operatori, dopo tre serate all’insegna di Live Wine Night che ha avuto il top nella serata di sabato 5 marzo alla Cascina Cuggagna. Noi di Beverfood.com a Live Wine ci siamo stati nel giorno dell’inaugurazione, abbiamo raccolto alcune interviste video, dalla voce diretta dei vignaioli che sanno stare al passo non solo in vigna e in cantina, ma anche davanti alla telecamera. Buona visione!

www.livewine.it/it/

 

CASA BELFI

Il Prosecco di Casa Belfi, è cosa ben diversa dal prodotto che sta spopolando in tutti i mercati del mondo. Un prosecco come si faceva una volta, un prosecco Colfondo, pochi zuccheri, rifermentazione naturale direttamente in bottiglia, gusto molto meno beverino di un classico prosecco. A San Polo di Piave, in provincia di Treviso, quando il fiume ormai incontra il mare, nascono i vini biologici di Casa Belfi. Li ha suggeriti l’incontro fra Albino Armani e un giovane enologo di questa terra, Maurizio Donadi. Lo spumante come lo bevevano i nostri nonni.

+info: casabelfi.blogspot.it/www.facebook.com/donadi.maurizio

EMIDIO PEPE

Idealmente Emidio Pepe è un po’ il padre di tutti questi giovani vignaioli al naturale, uno che faceva il biodinamico quasi senza saperlo, ancor prima di certificazioni, regole e protocolli in materia. Il primo a credere nelle potenzialità di invecchiamento del Montepulciano, iniziando ad accatastare bottiglie che ora regalano grandi soddisfazioni con più di quarant’anni di annate. Un uomo che l’export lo ha iniziato a fare andando porta porta a bussare ai ristoratori di tutto il mondo. Risultato, oggi l’azienda Emidio Pepe che parla molto al femminile con le donne protagoniste in azienda, realtà che è sempre più affermata nel panorama del vino non solo naturale, con consensi unanimi su tutti i fronti.

+Info: www.emidiopepe.com/

LA TUNIA

Chiara a Francesca studiavano insieme, da amiche hanno deciso il sogno di aprire una loro azienda agricola nel 2008. Quando i sogni diventano realtà, al Live Wine per la seconda edizione hanno presentato i propri vini, che provengono dalla Toscana dalla zona dell’Aretino, da vigneti vecchi di 40 anni. Entusiasmo e competenza, il rispetto per quello che produce la terra, questi sono gli ingredienti di un’azienda giovane legata al territorio, il nome deriva da un omaggio alla città toscana che ha dato i natali al padre del pantheon etrusco, nella sua trascrizione latina meno nota, Tunia.

+Info: www.tunia.it/

 

CASCINA FORNACE

Il Nebbiolo in Piemonte non è solo Barolo e Barbaresco, sulla riva sinistra del Tanaro il Roero sempre più sta diventando uno stile inconfondibile per rossi provenienti da terreni sabbiosi in grado di sprigionare nel bicchiere tutta la loro eleganza e bevibilità. Cascina Fornace è un’azienda agricola biologica certificata da”Suolo e Salute”, di Santo Stefano Roero, nel cuore della zona che si differenzia dalle Langhe per la diversità dei suoli e per versanti collinari solitamente molto ripidi, ragione per la quale la maggior parte dei vigneti sono lavorati totalmente con operazioni manuali, senza l’ausilio di macchine operatrici.

+info: www.facebook.com/cascinafornace

 

DAMIJAN PODVERSIC

Prima gli hanno rubato il termine Tocai, poi anche il nome Friulano perche sostenevano che non aveva il colore adatto per mantenere la Doc. Quello che non toglieranno mai a Damijan Podversic è la classe dei suoi vini rappresentativi di un Collio vero, un Friuli dove le macerazioni rendono questi bianchi dei vini con una grande struttura da abbinare anche a piatti importanti. La fermentazione avviene in presenza delle bucce in tini troncoconici di rovere per 60-90 giorni, finita la fermentazione, viene invecchiato in botti da 20 e 30 hl per circa due anni e affinato in bottiglia per sei mesi, con i sedimenti presenti in bottiglia propri del vino lo conservano e lo proteggono.

+info: www.damijanpodversic.com/



GIUSEPPE SEDILESU

Il Cannonau è uno dei campioni dell’enologia italiana, il vitigno rosso più coltivato nel Nuorese. Circa il 43% su un totale di 7.500 ettari di vigne Cannonau isolane sono situate in questa zona. Il Cannonau in purezza viene coltivato ad un’altezza compresa fra i 550 e gli 800 metri sul livello del mare, con caratteristiche di grande equilibrio fra la componente polifenolica, acida e alcolica che gli conferiscono grande eleganza, con caratteristiche di gusto e aromatiche. Fermentazioni spontanee in vinificazione e malolattica, che lo rendono un vino unico e perfettamente riconoscibile che ben si preta al lungo invecchiamento, può essere inserito a pieno titolo tra i grandi vini della tradizione italiana grazie anche al lavoro trentennale di produttori come Giuseppe Sedilesu, uno di quei vignaoli in grado di interpretare la Grenache raccontando la Sardegna più autentica.

+info: www.giuseppesedilesu.com

 

TERROIR MARCHE

www.youtube.com/watch?v=38S225n73rs

Ma chi l’ha detto che nel mondo del vino non si possono creare dei sodalizi che possano andare anche oltre una classica competitivà tra aziende? Nelle Marche è nato il Consorzio Terroir Marche, un collettivo naturale dove si sono messe insieme alcune aziende della zona per presentarsi compatti agli appuntamenti come Live Wine 2016. Tredici cantine associate, 118 ettari di vigento, 419.000 bottiglie bio, 28 soci lavoratori e 21 dipendenti lavoratori. Perché l’unione fa la forza.

+info: www.terroirmarche.com/

 

CAMERLENGO

È il titolo del Cardinale che amministra la Camera Apostolica e si prende cura dei beni temporali della Santa Sede. Una storia del vitigno Aglianico del Vulture, introdotto dagli antichi greci, cantato dal poeta Orazio che fu sempre presente sulla tavola di Federico II e dei suoi nobili commensali. Il vulcano regala ai vini delle note difficilmente spiegabili senza mettere il naso nel bicchiere e il vino in bocca, rendendo unici questi vini dal colore rosso rubino, intenso, al naso sentori di frutti rossi, marasca, ribes, oltre a note vanigliate e speziate con vaniglia, tabacco e cacao. In boca c’è un legame con quanto percepito al naso, corrispondenza al minerale, ampio, morbido, con un bel finale lungo e persistente.

+info: www.camerlengodoc.com/

 

NINO BARRACO

Contro la dislessia di chi produce le uve e chi vinifica, Nino Barraco ha deciso nel 2004 intraprendere questo percorso per interpretare il territorio partendo dalla conoscenza della viticoltura della zona di Marsala, riscoprendo un vino simbolo e ridandogli la dignità che gli spetta. La filosofia ziendale non è quella di un vino senza difetti, ma di un vino riconoscibile per la sua personalità, in cui le note dissonanti partecipano prepotentemente alla caratterizzazione dello stesso. Per raggiungere questo scopo si evita accuratamente l’omologazione apportata dall’intervento di tecnici, affidandosi solamente alla complessità e variabilità della natura.

+info: www.vinibarraco.it/

 

TERRAQUILIA

Metodo ancestrale di questa azienda che si è data anche la certificazione biovegan, perchè non viene utilizzato nessun componente della filiera animale, un plus soprattutto per alcuni paese scandinavi. Monofermentato, viene fatta partire una prima fermentazione in tinox di acciaio prima che gli zuccheri siano sufficienti per una presa di spuma. Si ferma la fermentazione con il freddo con la bassa temperatura, il vino viene lasciato decantare nel tino, messo in bottiglia dove riposa l’inverno e la primavera, con ultimo passaggio per la sboccatura.

+info: www.terraquilia.it/

 

I CACCIAGALLI

Azienda nell’alto casertano, suolo vulcanico, tra l’appennino e il mare. Tutti i vini dell’azienda provengono da vitigni autoctoni, una parte della produzione, circa il 70%, viene vinificata in anfora di terracotta. A Live Wine presentazione il Mille, vino novità dell’azienda che si trova a Teano, un richiamo sper lo storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II. Il Mille è per 75% piediorosso e 25% aglianico, un vino del 2015 piu pronto alla beva rispetto alla vinificazione in anfora. La strada la segnano il vino e il territorio, i Cacciagalli cercano solo di assecondare le caratteristiche delle uve, accompagnando nel percorso di trasformazione e vinificazione con biodinamica in campagna.

+info: www.icacciagalli.it

 

 

+INFO LIVE WINE

www.livewine.it/it/

 

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